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Comunale |
19/10/1980 |
h.15.00 |
TORINO - CAGLIARI 1-2 (1-0) Torino: Terraneo, Volpati, Cuttone, Sala P., Salvadori, Van De Korput, D'Amico, Pecci, Graziani, Sclosa, Mariani. A disposizione: Coppparoni, Masi, Spagnuolo, Pulici, Ermini. All.: Rabitti. Cagliari: Corti, Azzali, Lamagni, Osellame, Camnestrari, Loi, Gattelli (al 58' Virdis), Bellini, Selvaggi, Marchetti, Piras. A disposizione: Goletti, Ricci, Todde, Zaccolo. All.: Tiddia. Arbitro: Tonolini di Milano. Reti: Graziani 11' (T), Piras 51' (C), Virdis 64' (C). Spettatori: 25.245 di cui 8.781 abbonati (quota a due settimane dal termine della campagna abbonamenti) e 16.464 paganti per un incasso di 67.227.000 lire più 65.129.333 di quota abbonamenti. Note: Giornata di sole, temperatura mite, terreno in ottime condizioni. Foltissima rappresentanza di tifosi cagliaritani in Filadelfia. Ammoniti Canestrari e Marchetti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 20 ottobre 1980] Disastro granata. Il Cagliari imbottito di riserve passa al Comunale senza neppur affannarsi troppo, con un gol di Virdis improvvisamente ''resuscitato'' a Torino. Una partita da dimenticare, cosa che sarebbe possibile se non ci fossero i precedenti di Catanzaro e Roma e la squadra granata non dimostrasse anche troppo palesemente quelli che sono i suoi limiti di tenuta, di impegno e di manovra. Il fatto è che il Torino deve immediatamente ridimensionare le sue ambizioni, rendersi conto che tutto non è facile come sembrava all'inizio, che i giocatori veri non si inventano, che se si continua cosi si continua a perdere, in modo persino vistoso. E' giusto che il Torino abbia rinunciato ai suoi Pulici e Claudio Sala per raggiunti limiti di età, ma è altrettanto vero che i sostituti non sono all'altezza della situazione, mentre quelli che non sono direttamente i sostituti dimostrano un'involuzione di gioco preoccupante. Nel primo tempo, che il Torino ha giocato nel complesso in maniera accettabile, la squadra di Rabitti è andata in gol una sola volta, sull'unica occasione autentica che è riuscita a creare. Non si è trattato neppure di un gol Irresistibile, tanto che i cagliaritani hanno lungamente protestato per una presunta irregolarità. E' probabilmente questo lo specchio della situazione: l'ormai cronica incapacità a concretizzare in modo robu- sto quanto si riesce a creare, concedendo all'avversario possibilità di rimonta. Poi, quando la situazione si ribalta, come è successo contro il Cagliari, vengono a galla le altre magagne, quelle difensive. Con quattro contropiedi manovrati il Cagliari è arrivato senza difficoltà nei pressi di Terraneo, attraverso vuoti abissali dai quali salta fuori il solito inarrestabile folletto che stavolta ha risposto al nome di Virdis. Il campanello d'allarme suonato in Svizzera (tre gol, ma nessuno si è troppo preoccupato, ad eccezione di Pecci) si è rivelato a ragione premonitore. Il Torino ha la sua brava difesa a zona, il suo libero Van De Korput è molto bello da vedere quando si spinge avanti all'insegna del calcio totale all'olandese, ma ci sono sempre quegli avversari smarcati che affondano in area senza che nessuno li contrasti. Non poteva farlo Terraneo, che pure ha parato il parabile ed inoltre non c'era Danova, l'uomo che riesce solitamente a dare una parvenza di sicurezza a tutti. Diciamo una difesa ''allegra'', la cui prestazione è spesso incomprensibile e che può essere parzialmente salvata ribaltando una buona parte di colpa sul centrocampo. Si temeva parecchio Selvaggi ma si è visto che Salvadori (un Salvadori che ha finito la partita con un occhio pesto e piegato in due per un dolore al collo) era perfettamente in grado di fermarlo. Il guaio grosso era un altro e riguardava il centrocampo, a tratti addirittura inesistente. La vittoria del Cagliari è nata proprio nel settore centrale del campo, dove i granata sono stati letteralmente surclassati da un avversario che aveva le idee più chiare e che soprattutto correva più forte. Nessuno dei giocatori del Torino rientra, nessuno sembra riuscire a coprire una zona di campo di qualche consistenza. Ballando in mezzo, è fatale che il Torino presti il fianco ad improvvisi rovesciamenti di fronte, specialmente se l'avversario è bravo ad approfittarne come è stato il Cagliari. Ecco quindi che la difesa (già troppo spesso orfana del fluidificante olandese) si trova di fronte ad un compito improbo, con gli avversari che scendono indisturbati da tutte le parti. E' fatale, quasi inevitabile, che traballi vistosamente e si faccia infilare. Il Torino era andato in vantaggio dopo dieci minuti. D'Amico aveva effettuato un lungo traversone dalla destra sul quale si era avventato Graziani, colpendo di testa come poteva, il pallone rimbalzava sul terreno ed il centravanti era pronto a mettere dentro di piatto evitando il disperato intervento di Canestroni. I granata, pur senza assumere toni trascendentali, sembravano in grado di poter controllare abbastanza agevolmente il gioco del Cagliari ma le loro iniziative - quasi sempre dominate da un certo affanno - mancavano totalmente di penetrazione. Si arrivava così alla ripresa, con il Torino che aveva già speso parecchio ed il Cagliari che aspettava sornione. Pochi minuti (51') ed ecco la prima doccia fredda per il Torino. A centrocampo (i guai arrivano sempre di lì) il Cagliari si distende. Bellini allunga in profondità a Piras che ha la porta libera davanti. Non è in fuorigioco - come sembrano pensare i difensori granata - e punta dritto su Terraneo, lo evita e mette in rete. Ci sarebbero ancora quasi quaranta minuti per rimediare, ma il Torino dimostra nettamente di non averne più la stòffa. Tanto che il Cagliari finisce per vincere. 64': Pecci si fa rubare il pallone a centrocampo da Piras che si butta avanti, finta il passaggio a Virdis - entrato da pochi minuti - avanza ancora e finalmente appoggia all'ex bianconero che con molta calma trafigge Terraneo. E la fine per il Torino, che non ha neppure la forza di reagire. Mercoledì prossimo, il Magdeburgo. Brutto affare per i granata. |
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