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Rigamonti |
23/11/1980 |
h.14.30 |
BRESCIA - TORINO 1-1 (0-0) Brescia: Malgioglio, Padavini, Galparoli, De Biasi, Groppi, Venturi, Bergamaschi (all'80' Torresani), Salviani, Penzo, Iachini (al 67' Sella), Biagini. A disposizione: Pellizzaro, Guida, Crialesi. All.: Magni. Torino: Terraneo, Van De Korput, Salvadori, Sala P., Danova, Masi, D'Amico, Pecci, Graziani (al 57' Pulici), Zaccarelli, Sclosa. A disposizione: Copparoni, Volpati, Mariani P., Bertoneri. All.: Rabitti. Arbitro: Pieri di Genova. Reti: Pulici 74' (T), Biagini 80' (B). Spettatori: 19.337 di cui 5.681 abbonati e 13.656 paganti per un incasso di 74.240.000 lire. Note: Freddo e tanta nebbia che hanno reso problematica la visibilità; la gara è anche stata sospesa per otto minuti dall'arbitro Pieri per la nebbia salvo poi riprenderla e terminarla regolarmente. Ammoniti Zaccarelli, Venturi, Di Biasi e Van de Korput. Sorteggio antidoping per Van de Korput, P.Sala, Zaccarelli, Malgioglio, Bergamaschi e Salvioni. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 novembre 1980] Il gioco del calcio è una cosa seria? Sono in parecchi a dubitarne in condizioni normali, ma quando si verificano episodi come quello di Brescia, la schiera di chi dubita fortemente della serietà del gioco più popolare in Italia è fatalmente destinata ad aumentare. L'arbitro Pieri di Genova ha vinto da solo - lui esile omino - una nebbia che copriva lo stadio in modo schiacciante, impedendo a chiunque di vedere quello che stava succedendo sul prato: toglieva la visibilità anche ai giocatori, che vedevano spuntare dall'ovatta fantasmi che si rivelavano a volte compagni, a volte avversari, ma sempre coll'azzardo dell'imprevedibilità. Di gioco, nell'ultimo periodo della partita, neppure a parlarne. Eppure, in questo clima da scena finale di Gordon Pymm, l'ineffabile direttore di gara ha deciso che doveva chiudere l'incontro a tutti 1 costi: non importa che i giocatori dichiarassero unanimi che non si vedeva neppure fino a centrocampo (il regolamento prevede una visibilità che consenta di vedere i pali della porta opposta) e che gli allenatori dalla panchina dovessero farsi raccontare quello che stava succedendo. L'importante era che la partita finisse, probabilmente per non creare grane col Totocalcio o chissà che cosa. La colpa è comunque anche dei giocatori, i quali non sono riusciti a far valere le loro ragioni, probabilmente perché erano inconsciamente soddisfatti del pareggio. Ma il risultato non può essere tutto: bisogna avere il coraggio d'imporsi, di far valere quelle che sono anche le ragioni del pubblico pagante che è stato defraudato dello spettacolo, per assistere al quale ha sborsato una cifra non indifferente. Eppure, si è giocato ugualmente e soltanto un inguaribile romantico può parlare di una faccenda del genere in termini positivi. Se la partita fosse stata sospesa (come avrebbe dovuto, in omaggio alla ragione) sarebbe stata ovviamente ripetuta, con un ulteriore incasso, cosa che non può essere sottovalutata, in questi tempi di vacche magre per le società calcistiche. Ma si tratta di un dettaglio, ciò che conta è che il pubblico è stato turlupinato. Il Torino ha portato via un punto, tutto sommato meritatamente, anzi più che meritatamente. E' andato in vantaggio, ha dimostrato di poter controllare la partita senza eccessive difficoltà. E' stato raggiunto a seguito dell'ormai scontato svarione difensivo. Ma c'era una nebbia tale che non è certo il caso di cercare dei colpevoli. Piuttosto, non si può fare a meno di rimarcare che è stato Pulici a segnare il gol granata. Un fatto che va molto bene per il risultato ma che soprattutto risolve nel migliore dei modi il problema del morale per il giocatore in questione. Rabittl ha tolto Graziani (quando mancava mezz'ora alla fine) per dar spazio a Pupi: motivo ufficiale una contrattura muscolare di Graziani, ma è chiaro che questo non può essere sufficiente. Graziani ha stretto i denti fin che ha potuto, ma forse avrebbe avuto la possibilità di continuare. Il fatto importante, comunque, è che Pulici resta uno di quei calciatori che Impensieriscono le difese avversarie In qualsiasi condizione: il suo gol lo dimostra, visto che si è ''arrampicato'' di testa una spanna sopra tutti gli altri. Un giocatore pienamente ritrovato, un uomo di cui il Torino continua ad avere un gran bisogno, visto che tipi come lui non si inventano tutti i momenti. Tutto bene, allora? Andiamoci plano. I granata hanno giocato a Brescia un'onesta partita, ma non sono certo riusciti ad entusiasmare. Certo, teniamo pur conto del fatto che il Brescia era galvanizzato dalla vittoria di Bologna, ma non facciamolo più grande di quello che è realmente: una squadra volenterosa, senza grandi individualità, che gioca un calcio pulito ma che non può aspirare a grandi traguardi. Il Torino, in condizioni normali (e non alludiamo soltanto alla nebbia), dovrebbe poter sfoggiare una netta superiorità. Ma il calcio oggi è quello che è, portato a livellare i valori, e non accetta più prim'attori: ecco perché i granata (che hanno cominciato a giocare piuttosto coperti, col solo Graziani di punta e con D'Amico che gli dava abbastanza saltuariamente una mano) possono non recriminare per questo pareggio. Nessuno dei granata, probabilmente, in partenza chiedeva di più. Anche perché la situazione non era facile, con la trasferta di Zurigo alle porte. Ci voleva una prova di carattere ed i giocatori l'hanno fornita, pur senza assumere il piglio della grande squadra. Nebbia a parte, sul campo non si è visto molto, anche nei momenti di maggior schiarita. Probabilmente perché entrambe le squadre, temendo il peggio, non se la sentivano di affondare i colpi. In tutto il primo tempo non si registravano azioni di rilievo, anche se il Brescia conservava una certa supremazia territoriale. Ma erano i granata che andavano più vicini al gol, quasi sempre per le iniziative di Van de Korput. Sicuro, proprio l'olandese che giocava sull'uomo e non da libero per far posto a Masi, che si comportava benissimo. Al 16' dalla destra crossava Bergamaschi e Penzo colpiva di testa mandando il pallone ben alto. L'olandese rispondeva al 34': usciva dalla difesa, s'infilava sulla destra, scambiava di precisione con Salvador! Ed arrivava sul fondo in ottima posizione. Avrebbe potuto cercare di mandare la palla al centro dell'area, ma preferiva tirare direttamente, da posizione molto difficile, con il portiere che respingeva come poteva. Nella ripresa, mentre la nebbia calava paurosamente, i due gol. Prima quello del Torino, con Zaccarelli cinturato ai limiti estremi dell'area, sulla destra. Punizione battuta da D'Amico nel mucchio formatosi a centro area. Su tutti, con perfetta scelta di tempo, saltava Pulici, dimostrando di essere in grado di compiere una notevole prodezza atletica. Il pallone entrava in rete ben lontano dal portiere, che proprio non poteva opporsi. Pareggiava il Brescia al 78'. Punizione di Salvioni, che toccava lateralmente a Penzo, il quale tirava con precisione e potenza: bravissimo Terraneo ad allungarsi a respingere il tiro alla meglio, senza riuscire a trattenere il pallone. Biagini prontissimo, raccoglieva la respinta e metteva in rete. Un gol nel quale probabilmente il Brescia non sperava più. Da quel momento, praticamente, la partita era finita, nessuno (neppure i giocatori) ha avuto la possibilità di vedere qualcosa. Si è andato avanti con gli atleti che sembravano fantasmi, in un'atmosfera ovattata ed irreale. Sarebbe potuto succedere di tutto sul campo e nessuno se ne sarebbe accorto. Neppure l'arbitro, che ha sospeso per quattro minuti l'incontro all'83'. Il pubblico è stato bravo, non ha neppure fischiato troppo sonoramente. Contento lui, è logico che siano soddisfatti anche i protagonisti. Un pareggio che ha accontentato tutti, ma, per piacere, non parliamo di gioco del calcio, che è tutt'altra cosa. |
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