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Marassi |
13/09/1981 |
h.16.00 |
GENOA 1893 - TORINO 0-1 (0-0) Genoa 1893: Martina, Gentile, Testoni, Corti, Onofri, Romano, Sala C. (al 78' Faccenda), Manfrin, Russo (al 43' Grop), Iachini, Boito. A disposizione: Favaro, Gorin, Caneo. All.: Simoni. Torino: Terraneo, Cuttone, Danova, Van De Korput, Zaccarelli, Beruatto, Bertoneri, Salvadori, Sclosa (al 70' Ferri), Dossena, Pulici (all'89' Mariani). A disposizione: Copparoni, Bonesso, Francini. All.: Giacomini. Arbitro: Ciulli di Roma. Reti: Pulici 78'. Spettatori: 37.586 di cui 8.475 abbonati e 29.111 paganti. Note: Cielo coperto con grossi nuvoloni gravidi di pioggia, terreno in perfette condizioni, ammoniti Claudio Sala, Iachini, Beruatto e Pulici. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 settembre 1981] Giocata soprattutto dai veterani fra i quali solo Dossena è riuscito a farsi largo (tra gli scampoli da illusionista di Claudio Sala, gli interventi alla Beckenbauer di Renato Zaccarelli, la grinta di Danova, l'istinto del gol di Pulici), Genoa-Torino ha preso alla gola gli spettatori sin dall'avvio, ha dato la misura della fatica, della sofferenza pura, della enorme concentrazione che il campionato chiede, e chiederà in particolare alle squadre di Simoni e Giacomini. Ha vinto il Torino dopo 78 minuti di gioco maschio, anche duro, ma mai cattivo. Solo l'arbitro Ciulli ha visto nefandezze e simulazioni al di là della realtà, fischiando e ammonendo, rompendo il gioco con troppa e inutile frequenza. Zero a zero, uno a uno, due a due, anche negli spogliatoi a fine gara, granata (con cavalleria) e rossoblu (con amarezza) hanno sostenuto che il pareggio sarebbe stato il risultato giusto. Invece il Genoa è stato sicuramente punito per non aver saputo concretizzare il periodo in cui ha esercitato una maggior pressione, e il Torino ha centrato in pieno l'obiettivo rafforzando il cliché di una squadra capace di lottare, di faticare, ma mai morta, mai doma, sempre capace della risposta ragionata anche nei momenti di maggior affanno. Un esempio il gol vincente, non casuale, non frutto di un semplice lancio lungo, liberatore dalla pressione avversaria. Appena passata la mezz'ora della ripresa, Dossena sembrava prendere fiato anche se andava ancora (sia pure in fuori gioco) a cercare il pallonetto su Martina in uscita, Terraneo doveva poi allungarsi per neutralizzare un centro basso di Iachini. Il Torino sembrava pressato, ma usciva dalla stretta con grande lucidità.Dossena appena fuori dalla sua area rompeva con l'anticipo una trama Manfrin-lachini e al volo allargava per Bertoneri. Questi gli restituiva la sfera. Dossena cambiava settore, dalla sinistra si inseriva il fresco Ferri. Il resto è cronaca (la botta, la, respinta di Martina, il tocco di Cuttone, la sberla di Pulici) ma restava questa impressione di un Torino che ha sempre la replica pronta, anche se deve cedere all'avversario qualche fetta di campo. Giacomini ha lanciato ieri la seconda formazione del derby, con Pulici sola punta, Sclosa con il numero nove. Un centrocampista in piùè certamente servito a smorzare le velleità di un Genoa spinto in avanti dagli affondo di Claudio Sala e dall'urlo di un pubblico magnifico, anche se Sclosa pur lavorando con energia è parso poco brillante. Ha qualità, deve ancora trovare un rendimento equilibrato e maggiore duttilità. Sulla sinistra Sclosa tamponava comunque le avanzate di Corti, mentre Beruatto sudava e soffriva su Sala. Claudio dovrebbe ringraziare, perché spesso lo hanno lasciato partire già lanciato dalle retrovie. Sulla destra Cuttone frenava Boito ma Van de Korput pativa le volate di Iachini. Davvero pericoloso, anche se l'olandese si faceva vedere con intelligenza una volta che la palla era del Torino. Erano Danova (prima su Russo e poi su Grop) e Zaccarelli a fare con Terraneo il miglior baluardo mentre Danova copriva e lanciava rischiando l'asfissia per il lavoro senza respiro. A lungo il Genoa, per quanto privo del regista Vandereycken (il belga e Simoni non hanno rischiato, l'esordio in campionato è rinviato di una settimana), assumeva il controllo del gioco, premeva, era respinto, ripartiva all'assalto con bella volontà, ma senza trovare molti spazi utili al tiro. Il Torino soffriva ma reggeva, anche se il centrocampo dovendo far soprattutto da filtro (Dossena compreso) dava uno scarso appoggio in avanti. Quando i lanci su Paolino e su Bertoneri, venivano respinti, mancava al Torino la continuità. L'azione granata finiva, la palla tornava al Genoa che impostava una nuova manovra. Ancora una volta, però, le capacità di macinare gioco del Torino venivano fuori alla distanza. Nella ripresa Dossena aumentava la gittata dei lanci, tutta la squadra seguiva meglio le azioni d'attacco, il Genoa pativa l'uscita di Russo (per altro bloccato da Danova, sino allo stiramento muscolare) e non riusciva a sfondare malgrado il sempre forte appoggio del pubblico. Il Torino del rinnovamento, ha così rovinato la festa del ritorno in A al Genoa. Aveva già rovinato la Coppa Italia della Juventus. La squadra di Giacomini comincia ad assumere una fisionomia precisa. Soffrirà, farà anche soffrire tanta gente. |
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