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Comunale |
09/01/1983 |
h.14.30 |
TORINO - ROMA 1-1 (0-1) Torino: Terraneo, Van De Korput, Salvadori, Corradini, Danova, Galbiati, Torrisi (al 60' Zaccarelli), Dossena, Selvaggi, Hernandez (al 79' Bertoneri), Borghi. A disposizione: Copparoni, Bonesso, Rossi E. All.: Bersellini. Roma: Tancredi, Nela, Vierchowood, Ancelotti, Falcão, Maldera, Conti, Prohaska, Pruzzo, Di Bartolomei, Iorio. A disposizione: Superchi, Nappi, Valigi, Faccini, Chierico. All.: Liedholm. Arbitro: Lo Bello di Siracusa. Reti: Pruzzo 32' (R), Dossena 46' (T). Spettatori: 39.483 di cui 30.555 paganti e 8.928 abbonati per un incasso di 225.861.000 lire. Note: Espulso il tecnico del Torino, Bersellini, al 71', per "eccesso di dinamismo" in panchina; ammoniti Galbiati, Ancelotti e Di Bartolomei per gioco falloso. Cronaca [Tratto da La Stampa del 10 gennaio 1983] Sfoda tattica per una mezz'ora, poi la rete di Pruzzo (tornato a segnare con una vera prodezza dopo 478 minuti di digiuno) ha sbloccato in tutti i sensi Torino-Roma, prima una partita fra due ragni - Bersellini e Liedholm - che avevano tessuto le loro tele alla vigilia, poi uno scontro a viso aperto, il pareggio granata, una botta e risposta di emozioni, occasioni sui due fronti, finale drammatico per l'infortunio a Galbiati, scontratosi con Borghi e rimasto inanimato sul terreno riportando alla mente rischi corsi da molti su un campo di calcio. Tutto è finito bene per fortuna, a cominciare dal risultato che premia un salto di qualità del Torino (non più sola fredda tecnica, ma anche molto cuore) e sottolinea la consistenza della Roma, che si è confermata in pieno ancora una volta (magari no compresa dal pubblico che la vede giocare per due volte l'anno, ma per referenze chiedere ai granata, sentire la loro soddisfazione per il pareggio). La prima mezz'ora del match è costata minor fatica ai giallorossi, sul piano dell'interpretazione della parte. La zona: Falcao, così bravo ed umile da defilarsi per far muovere i compagni a dare spazio al lavoro proficuo di Prohaska ed alle avanzate di Di Bartolomei, Maldera pronto a rinunciare agli affondo per contenere un Torrisi partito alla grande (e domato a volte di brutto), tutto faceva parte di una lezione che gli uomini di Liedholm conoscono a memoria. Più difficile per ilTorino trovare le contromisure in una ennesima formazione: Ferri ko (e stavolta non ci sarà fretta, prima la guarigione completa e poi il pallone), Zaccarelli ancora in panchina, conferma di Salvadori dopo la buona prova di Pisa, Danova tornato terzino per annullare Iorio. Van de Korput ancora con l'Influenza addosso a soffrire su un Pruzzo miracolato (non è la prima volta) dall'aria di Torino. Le squadre partivano giocando a ritmo ridotto, studiandosi, con reciproco rispetto. La Roma seguiva strade già percorse, il Torino cercava di sorprenderla con improvvisi cambi di gioco, passando dal fraseggio stretto al lancio profondo. Al 6' minuto Hernandez dava la prima misura della sua bellissima (e poi stoica) partita con un lancio di quaranta metri in verticale per Borghi messo giù da Maldera con un fallo professionale: l'avversario a terra senza fargli troppo male, unico mezzo per impedire al granata di puntare su Tancredi. Patricio Hernandez lavorava di fino con il suo sinistro prensile, al 13' riceveva l'attestato d'onore di una rabbiosa rincorsa di Falcao che aveva subito individuato dov'era la sorgente del gioco avversario. L'argentino giocava e soprattutto lottava con la massima dedizione, così come Torrisi, il deciso Selvaggi, mentre non sempre presenti risultavano Borghi e Dossena. La Roma aveva un Ancelotti non brillante ma redditizio, un Prohaska lucido ed al quale la difesa granata, pasticciando al limite dell'area, offriva al 14' l'occasione di puntare da destra su Terraneo: l'austriaco batteva bene in corsa. Terraneo era bravo a chiudere la porta, a deviare in angolo. Ancelotti al 23' si infilava in area granata ma trovava l'ostruzione di Van de Korput. Non faceva a tempo ad accennare ad una prolesta che Lo Bello gli mostrava il cartellino giallo (altri toccheranno a Galòbiati e Di Bartolomei). Toccava a Selvaggi e Torrisi preoccupare la difesa romanista, ma sulla risposta Pruzzo andava in gol, al 33'. Falcao allargava sulla destra per Ancelotti sul cui cross il centravanti anticipava tutti: corsa contro al pallone, secca deviazione di testa, palla quasi nel ''sette'' alla sinistra di Terraneo che toccava ma non tratteneva. La reazione granata era secca, veemente. Hernandez scambiava con Dossena e si proiettava in area, era centralo duramente da Falcao e si produceva una seria distorsione alla caviglia destra. Iniziava il suo calvario, ma restava in campo mostrando coraggio e grinta, finiva a terra anche Torriai il meno ''rispettato'' dall'avversario. Ma era ancora la Roma a chiudere il tempo in attacco ed a sfiorare il raddoppio al 43'. Lancio smarcante in profondità, di Di Bartolomei per Conti, affondo e centro radente. Pruzzo che ''chiude'' in scivolata, Van de Korput che si oppone, pallone che carambola contro l'esterno del montante e va sul fondo. Il Torino ripagava i rivali con un avvio di ripresa bruciante. Pareggio raggiunto in 31 secondi. Tocco di Hernandez per Borghi, romanisti che sbagliano il sincronismo nel tentativo di fuori gioco, l'ala granata che apre benissimo a destra per Selvaggi: centro preciso quasi da fondo campo, perentorio inserimento di Dossena fra due difensori e colpo di testa fuori dalla portata di Tancredi. Sull'uno a uno cominciava un'altra partita, la parte più beila. Il Torino assaltava con folate spettacolari, la Roma rischiava di più attaccando a sua volta e sfilacciando la zona ma valeva la pena cercare Il colpo del ko (non tanto ai granata, quanto alla Juve,in svantaggio a Marassi). Al 13' con l'unico piede utilizzabile, per fortuna il sinistro, Hernandez lanciava Dossena verso Tancredi ma il portiere anticipava l'attaccante uscendo di piede fuori area. Bersellini sostituiva l'acciaccato (inguine) Torrisi con Zaccarelli, e la Roma approfittava delle diverse caratteristiche fra i due granata: Maldera poteva portarsi più avanti appoggiando l'attacco. Pruzzo si faceva ancora luce. Galbiati precedeva Terraneo rinviando una punizione di Conti, poi la girandola finale. Alla mezz'ora Selvaggi pescava in profondità Hernandez tutto solo verso Tancredi ma il pallonetto di destro andava alto sulla traversa. Una occasione clamorosa. Bersellini per un nuovo balzo dalla panchina era allontanato da Lo Bello (un record per il mister granata, appena rientrato da una squalifica), quindi l'esausto Hernandez lasciava il posto a Bertonero. La Roma premeva un avversarlo che aveva perso la fisionomia Iniziale, ed al 32' Terraneo deviava in angolo una staffilata di Pruzzo. La palla spioveva dalla bandlerina nella ribollente area granata, prima Vierchowod e poi Iorio battevano a rete e sempre trovavano il piede di Dossena sulla linea. A due minuti dalla fine il brivido per Galbiati: restava a terra dopo lo scontro con Borghi, entrambi protesi nel tentativo di frenare Conti. L'arbitro faceva proseguire il gioco con il libero granata inanimalo a terra: praticamente il solo errore (per quanto grave, poteva accadere il peggio) di Lo Bello, attento e imparziale. Van de Korput lanciava fuori la paila, accorrevano sia il dottor Campini che il medico romanista dottor Allcicco. Galbiati veniva adagiato in una barella. La Roma sfruttava il rilancio laterale fra il boato della folla. In questi casi fra professionisti il fair play imporrebbe la restituzione della ''rimessa'' all'avversario. Ultimo inutile attacco, invece, contro un Torino in nove (Galbiati fuori e Borghi acciaccato). Un piccolo neo alla fine di un match giocato con grinta, ma senza cattiveria. |
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