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Partenio |
16/01/1983 |
h.14.30 |
AVELLINO - TORINO 2-0 (1-0) Avellino: Tacconi, Osti (al 33' Vailati), Ferrari, Schiavi, Favero, Di Somma, Barbadillo, Centi, Bergossi, Vignola, Limido. A disposizione: Cervone, Cascione, Albiero, Skov. All.: Veneranda. Torino: Terraneo, Van De Korput, Beruatto, Corradini, Danova, Salvadori (al 48' Bertoneri), Torrisi, Dossena, Selvaggi, Zaccarelli, Borghi (al 65' Bonesso). A disposizione: Copparoni, Rastelli, Rossi E. All.: Bersellini. Arbitro: Lanese di Messina. Reti: Barbadillo 1', Vignola 46'. Spettatori: 17.649 di cui 8.051 abbonati e 9.598 paganti per un incasso di 63.081.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 17 gennaio 1983] Torino a mani vuote. Ha prevalso la disperazione dell'Avellino. Ma non possiamo definire disperata la partita della squadra di Veneranda, poiché ha realizzato dopo solo trenta secondi il primo gol, che ha letteralmente trasformato situazioni e stati d'animo. L'arrotondamento della sicurezza viene nel secondo tempo ed ancora nelle fasi iniziali di gioco. Il Torino si è dunque trovato subilo di fronte ad un muro di sesto grado, che non ha saputo scalare poiché gli uomini di cordata, pur dimostrando notevole impegno, poche volte hanno esibito necessaria personalità e penetratività, a volte smarrendosi nella ''bufera'' di una partita dura, sfuggita mollo volte di mano ad un arbitro del tutto insufficiente. Troppo gravi per la squadra di Bersellini (ieri in tribuna per via della squalifica) le assenze di Galbiati e di Hernandez, che per diversi motivi avrebbero potuto conferire al Torino quell'ordine e quel carattere che gli è mancato Non si ha neppure il tempo di aprire il taccuino e l'Avellino passa in vantaggio: sono trascorsi appena trenta secondi. Salvadori, forse tradito dal terreno scivoloso, tenta di recuperare su Limido che ha la palla fra i piedi. L'attaccante viene atterrato. Batte Vignola per Ferrari, il cui traversone crea panico nell'area del Torino; sulla palla si avventurano Bergossi e Van de Korput (quante distrazioni si concederà l'olandese..); ma é Zaccarelli a respingere per ultimo. In agguato c'è Barbadillo, che tocca di testa e porta gli irpini in vantaggio. Il Torino non si scompone e gioca per venti minuti un buon calcio, nonostante qualche incertezza di Zaccarelli e un certo disagio di posizione da parte di Salvadori, forse frastornato dal ricordo del primo intervento dal quale è scaturita la rete di Barbadillo. Van de Korput da vita, insieme con Bergossi, ad una sfida tecnica e ruvida; Danova è molto attento, ma è spesso tratto fuori zona dal movimenti eleganti e felpati del suo dirimpettaio peruviano. Il giovane Corradini, con un punto di riferimento in mano, naviga nella zona di Vignola con la sicurezza del veterano. Davanti e in mezzo a rifinire, c'è Dossena, che pare in pomeriggio di grazia. E' disposto a fare il garzone servizievole e nel contempo il boss autoritario. Ma tutto dura mezz'ora, poi il centrocampista svanisce nel clima a lui poco congeniale della battaglia. Beppe ha comunque l'attenuante di non avere al suo fianco Hernandez, che parla analogo linguaggio; un aiuto che non potevano certo dargli Salvadori, troppo impegnato su Limido e Corradini, troppo concentrato sui Vignola, né poteva sostenerlo Bertoneri, il quale è più vivace che geometrico. In avanscoperta, Selvaggi, miglior granata in campo, ha creato disagi innumerevoli nell'area irpina e non è bastato a placarlo neppure il trattamento, davvero ''particolare'', dell'arcigno Favero. Lo stesso ex cagliaritano, nel finale (74') impegna a terra il bravo Tacconi. Borghi, forse demoralizzalo da un atterramento subito in area (27') non visto dall'arbitro e dal gioco asfissiante di Osti (che fra l'altro successivamente si infortuna alla tempia sinistra, tanto da essere trasportato fuori dal campo in barella) e di Schiavi, darà poco aiuto a Selvaggi. Farà bene Bersellini a sostituirlo (65') con Bonesso, che si renderà protagonista di due splendidi colpi di testa, uno del quali supera Tacconi ma non Vallati che respinge. L'Avellino ha meritato di vincere, è bene precisarlo subito: dopo il gol di Barbadillo se ne sta guardinga con il gladiatore Di Somma a orchestrare una difesa molto dura in Osti e Favero, fisicamente vitale in Ferrari; il centrocampo è sospinto dal raziocinio di Vignola, abbastanza anonimo comunque, dalla esuberante forza di Limido e di Centi, pronti al gioco di rimessa per fornire a Bergossi (elemento interessante e mobile) e a Barbadillo palloni utili. Il secondo episodio chiave della gara arriva al 46': palla Innocua fra i piedi di Bergossi, appena dentro l'area di rigore, Van de Korput entra sulla palla e colpisce la gamba dell'avversarlo, che cade. Laneseconcede il rigore, nonostante l'assoluta involontarietà dell'Intervento. E' uno del tanti punti negativi di un arbitro che ha saputo raramente intervenire con l'autorità necessaria, quando i giocatori facevano ricorso più alle scorrettezze che al gioco. Comunque, dagli undici metri Vignola fulmina Terraneo con un sinistro fortissimo e la partila si chiude, nonostante restino 44 minuti da giocare. Il Torino dà la sensazione di aver ammainato le vele, anche se tiene bene il campo, senza però pungere. Ci vorrà l'Ingresso di Bonesso a creare difficoltà alla porta di Tacconi. Ma la partita è ormai compromessa e non bastano un po' di ardore (Zaccarelli è più autoritario) e qualche pallido tentativo (Bertoneri, entrato nella ripresa, è frizzante) a rimettere In piedi la situazione. Non c'è altro da dire. I! gol subito dopo trenta secondi, un discusso rigore e l'assenza di Hernandez e di Galbiati hanno appesantito al Torino un compito già di per aè arduo. Tutto ciò senzatogliere nulla però all'Avellino che merita i due punti. |
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