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San Paolo |
13/03/1983 |
h.15.30 |
NAPOLI - TORINO 1-0 (1-0) Napoli: Castellini, Marino, Citterio, Ferrario, Krol, Dal Fiume, Celestini, Vinazzani, Diaz (all'87' Amodio), Criscimanni, Pellegrini. A disposizione: Fiore, Iacobelli, Scarnecchia, Vagheggi. All.: Pesaola. Torino: Terraneo, Van, De Korput, Corradini, Bertoneri (al 62' Bonesso), Danova, Galbiati, Torrisi, Dossena, Selvaggi (al 46' Rossi), Hernandez, Borghi. A disposizione: Copparoni, Salvadori, Cravero. All.: Bersellini. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Ferrario 21'. Spettatori: 59.709 di cui 26.077 paganti e 33.632 abbonati per un incasso di 187.852.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 marzo 1983] Il Torino cade dopo sei giornate di risultati utili II Napoli si comporta come chi è affetto da una seria malattia ed ha tanta voglia di guarire e di vivere. E allora si attacca disperatamente a una bombola di ossigeno (la vittoria, appunto) e aspira profondamente. Dalla partita di ieri la squadra di Pesaola esce più colorita, anche se non totalmente in salute. Certi guai non si cancellano con la spugna, pur provvidenziale, di un solo successo. Sulla sconfitta del Tonno, che naturalmente profonde in novanta minuti meno impegno di quanto ne spenda il disperato Napoli, pesano alcuni episodi che meritano il privilegio di essere descritti con priorità. Innanzitutto, il gol. Nasce da un alleggerimento all'indietro, troppo disinvolto, di Van de Korput. La traiettoria è debole e l'agile Celestini piomba sulla palla nel precìso istante in cui Terraneo, con coraggiosa uscita, tenta di respingere con i piedi e di intervenire soltanto sulla palla stessa. Il napoletano calcia il pallone e dalla tribuna si ha la sensazione che a sua volta venga toccato dal portiere. Celestini va a terra. Terraneo, negli spogliatoi, giurerà di non aver neppure sfiorato Celestini, il quale sarà di opposto parere. Che dire? Bergamo, comunque, concede il rigore: è il 21', e Ferrario, incaricato di battere, dimostra precisione accoppiata a freddezza. Il suo destro vanifica l'intervento in tuffo di Terraneo. Niente è compromesso per il Torino. La partita può dare ancora tante emozioni agli spettatori. Che sono tanti e pieni di entusiasmo, oltre che di speranza. E veniamo al secondo episodio che pesa anch'esso sull'economia del Torino come un macigno. Sono trascorsi sedici minuti ed Hernandez, da circa venticinque metri dopo aver preso le misure, colpisce di potenza. La palla viaggia come un proiettile e Castellini andrebbe a raccoglierlo nel fondo della propria rete se non ci fosse quel punto, di legno, dove confluiscono i pali a respingere la palla. C'è assembramento in area, ma Selvaggi e Dossena si intralciano a vicenda nel tentativo di superare, successivamente , il ''giaguaro'' di Napoli. Con un po' di fortuna e senza quell'errore di grave leggerezza il Torino avrebbe certamente scovato fra i nervosi risvolti della gara l'interessante tesoro di un punto. Si tratta di un match piacevole, anche se non trascendentale, veloce anche se non vibrante. La tattica è dosata molto bene da entrambi gli allenatori. Bersellini sposta Torrisi (anonima la sua partita) a sinistra e lascia che siano Bertoneri (grigio anch'egli) e Van de Korput a trascinare la squadra sul lungo-linea destro, L'inizio è una fiammata napoletana (tre tiri di Diaz, primo minuto, 8' e 17' ed una pennellata di Criscimanni al 6', il quale supera Terraneo, ma non Van de Korput che libera), diventa poi un fuocherello che però scalda abbastanza. Al Torino va riconosciuto anche un destraccio di Selvaggi (5') che obbliga Castellini ad una stupenda deviazione. Il Torino è più accademico, ma poco incisivo, il Napoli è più disperato e pungente. I granata studiano l'azione, i partenopei la violentano quasi, con prolezioni vigorose e con tackles ai limiti del regolamento. Ma non c'è stata la battaglia che molti avevano promesso e che altri temevano. Il Torino cerca di impostare le proprie azioni di replica attraverso la scrupolosa attenzione di Corradini, il movimento perpetuo di Dossena che è in vena ma che non trova adeguata collaborazione in Hernandez, scomparso fra le righe più insignificanti del match dopo aver colpito il palo, e da Torrisi, il quale continua a distribuire al proprio campionato ed ai tifosi momenti di fulgore e di appannamento inspiegabili. Selvaggi si batte bene ed è il più positivo delle tre punte alternatesi (Bonesso compreso) durante i novanta minuti, ma nessuno incide più di tanto. Ed allora è facile per Krol, Marino. Ferrario e Citterio tenere relativamente lontane le azioni, pur sempre ariose però, del Torino. Nel secondo tempo i granata non impensieriscono più Castellini, perché la loro è una pressione sterile. Il Napoli si batte con cuore e col cuore difende quel gol segnato su rigore; ricchi di temperamento sono Vinazzani, Krol Ferrario, Dal Fiume e soprattutto il piccolo Celestini. Diaz è in giornata di grazia. Compie piroette che portano un po' di disagio perfino a quel vecchio marpione di Danova. Lo stopper granata comunque gioca una partita più che positiva. Il Napoli, vince con un rigore molto discusso, ma fallisce un'incredibile opportunità con Criscimanni (69'), il quale si presenta davanti a Terraneo, si addormenta e consente il provvidenziale recupero di Danova. La partita è sempre animosa, ma non cattiva e praticamente si conclude all 81' , quando Terraneo devia, con magnifica scelta di tempo, un improvviso tiro-lampo di Diaz. Vince la disperazione del Napoli, cede l'appagamento granata che a volte è figlio diretto di una troppa tranquillità. |
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