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Comunale |
27/03/1983 |
h.15.30 |
TORINO - JUVENTUS 3-2 (0-1) Torino: Terraneo, Van De Korput, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Torrisi (al 78' Corradini), Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi (al 59' Bonesso). A disposizione: Longo, Rossi E., Bertoneri. All.: Bersellini. Juventus: Zoff, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Bettega, Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. A disposizione: Bodini, Storgato, Furino, Marocchino. All.: Trapattoni. Arbitro: Lo Bello di Siracusa. Reti: Rossi 15' (J), Platini 65' (J), Dossena 71' (T), Bonesso 72' (T), Torrisi 74' (T). Spettatori: 59.049 di cui 50.121 paganti per un incasso di 440.022.500 lire, e 8.928 abbonati. Note: Ammoniti Bonini ed Hernandez per comportamento non regolamentare, Zaccarelli e Scirea per gioco scorretto. Calci d'angolo 6-4 per il Torino. Platini ha fallito un calcio di rigore al 65', parato da Terraneo, poi ribaduto in rete per il momentaneo 0-2. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 marzo 1983] Il Torino ha restituito lo sgarbo alla Juve, che un anno fa - domenica 7 marzo - aveva rimontato le due reti granata per batterli 4 a 2 e rimettere in discussione la loro "salvezza" a nove giornate dalla fine del torneo. Allora la squadra di Giacomini era balzata in vantaggio con Bonesso e Dossena, ieri gli stessi due giocatori hanno portato il Toro di Bersellini al pareggio, ponendo le basi per il 3a2 di Torrisi. I granata, ora, hanno tolto al bianconeri le ultime speranze di scudetto. La loro vendetta è stata dura e concretizzata in quattro minuti di fuoco, dal 71' al 74' di gioco, Proprio dal 7 marzo '82 un derby non offriva tante emozioni. La Juventus sapeva che il Torino non era più quello remissivo, in soggezione, battuto uno a zero nel girone di andata. Boniek e Platini, che più di altri seguono la tv per aggiornarsi sul nostro football, avevano indicato in Dossena il pericolo numero uno. Tutto previsto, tutto rispettato, anche se i bianconeri sul due a zero hanno commesso un errore collettivo. Convinti di aver chiuso la gara (con un gol di rapina di Rossi al 15' e un rigore - parato e ribattuto in rete - di Platini al 65') gli uomini di Trapattoni non avevano tenuto nel giusto conto le capacità di gioco del Torino, che già erano parse evidenti pur se frenate al momento della conclusione dal controllo di Gentile su Selvaggi e dalla giornata non brillante di Borghi. Tutti i varchi che prima non avevano trovato, si sono aperti davanti ai granata dal, settantesimo minuto. Ma non solo per un rallentamento degli avversari, soprattuto perché la squadra di Bersellini aveva chiaramente una marcia in più, e a centrocampo Dossena trovava negli avanzanti Zaccarelli e Galbiati, nell'argentino prima svagato ed ora finalmente concreto, tutti gli appoggi che gli servivano per gli scambi, gli affondo. Pur andato in pesante svantaggio, il Torino aveva avuto solo un momento di evidente inferiorità, di stordimento, dopo il gol di Rossi arrivato come una punizione che consideravano immeritata, visto il buon avvio. In quel periodo, dal 15' a poco dopo la mezz'ora, la Juventus ha avuto tre possibilità di anticipare il raddoppio poi concretizzato da Platini. Al 20' una staffilata (da gol) di Boniek era ribattuta da Zaccarelli, al 21' Rossi graziava una difesa avversaria tesa a chiedere il fuorigioco inesistente calciando debolmente (deviazione di Terraneo) ed al 34' era Lo Bello a "vedere" fuori area un intervento da rigore di Gaibiati su Bonini, scattato bene verso il gol. Le proteste della Juve erano blande, corrette. Chissà perché, i bianconeri non consideravano come meritava questo Torino che palleggiava bene, che si mostrava organizzato, e che alla fin fine solo per un troppo disinvolto tocco indietro di Van de Korput verso Terraneo (15') aveva concesso a Rossi l'opportunità di rubare il tempo a tutti con un magnifico tocco in porta. L'olandese si riscattava ampiamente con il gioco, ma intanto aveva inguaiato la squadra come a Napoli, quando aveva indotto Terraneo all'uscita - punita con il rigore decisivo - su Celestini. Il secondo tempo partiva con la Juve sull'uno a zero, ma con un Torino per nulla rassegnato. Venivano fuori le qualità nate dalla collaborazione fra il tecnico e i giocatori, compresa la pazienza, che ha le radici nella convinzione delle proprie qualità, nella certezza che il lavoro deve "pagare". I granata si rovesciavano in avanti, avevano momenti di buona pressione ma ovviamente concedevano larghi spazi agli avversari. Bersellini cercava di dare più peso all'attacco sostituendo al 14' Borghi con Bonesso, Scirea era costretto al fallo per frenare Dossena ma sulla risposta (16') Boniek "ciccava" il tiro chiudendo un triangolo con Tardelli. Il polacco trovava corridoi per due affondo violenti, pericolosi, e sul secondo (20') l'ultimo baluardo granata davanti a Terraneo era Zaccarelli, che in scivolata agganciava i piedi di Zbignew pronto alla conclusione. Lo Bello indicava il dischetto. Terraneo porgeva la palla a Platini. Ribatteva il tiro non molto angolato, ma non era pronto nel tornare sulla sfera, il francese lo anticipava e segnava con un tocco leggero. Sembrava fatta, ma Platini doveva patire una delusione molto simile a quella provata nella semifinale del Mundlal contro la Germania. Michel non avvertiva la pericolosità del Torino, che non si rassegnava e prendeva gli avversari alla gola, soprattutto a centrocampo. La clamorosa rimonta-vendetta si concretizzava in cinque minuti. Al 71' si portava sotto Gaibiati, nella sua ennesima ricognizione offensiva, scambiava con Bonesso, e dalla destra lanciava lungo per Dossena, scambiava con Bonesso, e dalla destra lanciava lungo per Dossena partito di scatto in affondo. Solo Bettega si avvedeva del pericolo ma in ritardo. Dossena era puntuale all'appuntamento col pallone e lo schiacciava in rete alla sinistra di Zoff. Due minuti ed arrivava il pareggio. Partiva ancora Dossena palla al piede e sul chiudersi davanti a lui della difesa bianconera apriva a sinistra per Beruatto, ancora una volta pronto ad accompagnare una manovra offensiva. Sul centro del difensore Bonesso ribadiva le sue qualità nel gioco di testa: abbassandosi deviava la palla in rete, bassa, fuori della portata di Zoff. Tre minuti, e la ribellione granata si concretizzava in pieno. Centro di Hernandez dalla sinistra, respinta di Bettega, palla allargata da Zaccarelli per Van de Korput, centro dell'olandese, gran destro al volo di Torrisi, Zoff che volava splendidamente ma non poteva fermare la botta che si impennava gonfiando la rete. Per il Torino era il momento del tripudio. Oli "olè" della folla granata accompagnavano un lungo palleggio che scuoteva la Juve, la risvegliava dallo sbigottimento. I bianconeri attaccavano, ma senza pericolosità. Il Torino li aveva fiaccati già prima dei tre gol con un ottimo lavoro ai fianchi, seguito poi dai tre terribili colpi da k.o. |
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