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Comunale di Catanzaro |
02/04/1983 |
h.15.30 |
CATANZARO - TORINO 0-1 (0-0) Catanzaro: Zaninelli, Cavasin, Cuttone, Boscolo, Venturini, Salvadori, Borello (all'84' De Agostini), Braglia, Bivi (al 60' Mariani), Ermini, Trombetta. A disposizione: Bertolini, Cuttone, Peccenini. All.: Leotta. Torino: Terraneo, Van der Korput, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Torrisi, Dossena, Bonesso (al 40' Selvaggi), Hernandez (all'83' Corradini), Borghi. A disposizione: Longo, E.Rossi, Bertoneri. All.: Bersellini. Arbitro: Longhi di Roma. Reti: Borghi 80'. Spettatori: 4.000 circa di cui 3.813 paganti per un incasso di 25.161.000 lire. Note: Calci d'angolo 5-1 per il Torino. Nel Catanzaro scendono in campo tre ex granata, Cuttone, Ermini e Mariani. Cronaca [Tratto da La Stampa del 3 aprile 1983] Con il piglio della squadra ben conscia dei suoi mezzi, che sa amministrarsi e controllare la partita in attesa del momento migliore per cercare il colpo risolutivo, il Torino si è aggiudicato il round d'andata negli ottavi di Coppa Italia contro il Catanzaro. A decidere il match è stato un gol realizzato da Borghi a dieci minuti dalla fine, a conclusione di uno schema classico con Zaccarelli pronto ad andare sul fondo e rimettere al centro un pallone sul quale ha tentato di intervenire dapprima Selvaggi, spinto via colpevolmente da Cavasin ma non ha avuto problemi Borghi, molto applaudito prima e durante la gara dalle poche migliaia di spettatori, appostato sul secondo palo. Il successo del Torino è ineccepibile, legittimato da almeno sei palle-gol (contro una) che i granata hanno saputo creare. Abbastanza soporifera nel primo tempo, la partita è diventata senz'altro più valida nel secondo specie, in chiave torinista, quando Dossena ha preso in mano con maggiore decisione il gioco imponendo alla squadra, com'era avvenuto nel derby, un efficacissimo cambio di ritmo. Il Catanzaro, che già di suo non è granché (e lo dimostra la sua amara stagione), non ha più retto ed il Torino, in tredici minuti (tra li 69' e l'82') ha avuto a disposizione ben quattro occasioni, mettendo a frutto la terza. Bersellini, inizialmente, aveva rinunciato a Selvaggi (d'accordo con il giocatore) proponendo Bonesso al centro della prima linea. Ed il gioco granata si era dipanato, di conseguenza, con ricerca di palle alte per la testa del centravanti, specie sfruttando, per arrivare al cross, la fascia sinistra dove Beruatto godeva di buona.libertà. Borrello, infatti, peperino interessante seppure leggerino, riusciva a far qualcosa di buono in fase offensiva, ma si mostrava latitante quando le parti s'invertivano. Nonostante i blandi ritmi iniziali (sole e caldo, con un vento ora trasverso ora a favore del Catanzaro abbastanza fastidioso), il Torino al 19' creava il primo pericolo per la porta di Zaninelli. Beruatto andava via sulla sinistra e crossava: Cavasin, buttandosi sulla palla con Cuttone e Bonesso, liberava malamente mettendo sui piedi di Borghi che però, incredibilmente, riusciva a farsi ribattere il tiro. Trovato ma non capitalizzato l'affondo più deciso, i granata tornavano ad amministrare la gara soprattutto a centrocampo con Zaccarelli, Dossena e Galbiati sempre lesti nello stroncare sul nascere le iniziative avversarie, che si esaurivano in qualche velleitario tiro da lontano a lato di Cuttone (28') ed Emini (31'). Una mezza svolta alla partita veniva dall'infortunio al ginocchio (39') che Bonesso si procurava cercando di indirizzare a rete una palla dopo un bel triangolo che comunque l'aveva visto finire in fuorigioco. Bersellini era costretto allora a mettere in campo Selvaggi, al quale poco dopo (44'), su cross di Hernandez, toccava la seconda palla gol. Ma il centravanti, di testa, appoggiava a lato. Con il vento alle spalle e la ricerca di un gioco meno aereo e quindi più abituale, il Torino dava l'impressione di non accontentarsi del pari al ritorno in campo, impressione che diventava certezza proprio dopo l'unico serio pericolo corso da Terraneo (53'), quando Borrello si veniva a trovare solo In area, controllava ma calciava non irresistibilmente a rete permettendo al portiere di bloccare a terra. Lo show granata iniziava con Hernandez smarcato in area da Beruatto, che cercava l'inutile preziosismo del gol di tacco, continuava al 76' con triangolo Borghi-Beruatto-Borghi e parata di Zaninelll sul tiro dell'ex compagno, trovava sbocco nel gol all'80' e si concludeva all'82' ancora con Hernandez che, su azione analoga a quella che aveva fruttato la rete, cercava di controllare nonostante la distanza ravvicinata con il risultato di mandare il pallone oltre il fondo. Anima delle iniziative granata era, come già detto, Dossena. Un Dossena che trovava soprattutto in Beruatto una validissima spalla per l'assist al compagni in area. Il Catanzaro, intanto, pur togliendo l'irriconoscibile Bivi e sostituendolo con il più lucido Mariani, andava alla deriva, vittima evidente ed incolpevole di un divario di valori fin troppo chiaro. Il ritomo del 27 aprile a Torino, a questo punto, sembra rappresentare solo più una formalità: e per i granata, alla ricerca di un posto al sole ovvero di una partecipazione nelle coppe europee, questo passo avanti fa ben sperare. Soprattutto alla luce di un amalgama e di una maturità che la partita di ieri (dopo le molte e meritate lodi per il derby) ha confermato. |
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