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Comunale |
08/05/1983 |
h.16.00 |
TORINO - PISA 0-2 (0-0) Torino: Terraneo, Corradini (al 79' Salvadori), Beruatto, Ferri, Danova, Galbiati, Torrisi (al 55' Corni), Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi. A disposizione: Copparoni, Rossi E., Bertoneri. All.: Bersellini. Pisa: Mannini, Secondini, Massimi, Vianello, Garuti, Gazzoli (al 61' Pozza), Berggreen (al 58' Birigozzi), Occhipinti, Sorbi, Casale, Todesco. A disposizione: Buso, Caraballo. All.: Vinicio. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Reti: Todesco 59', Sorbi 69'. Spettatori: 23.476 di cui 14.548 paganti e 8.928 abbonati per un incasso di 87.843.500 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 9 maggio 1983] Le promesse non mantenute producono sempre tanta delusione. Il Torino aveva lanciato il suo proclama sabato, all'ora di pranzo. Nell'ultimo abbraccio dell'anno in campionato i granata volevano offrire il piacevole ed inebriante sapore dei due punti ad un pubblico paziente, generoso, entusiasta, al quale in più di una circostanza avevano tolto spettacolo e successi. Le speranze sono andate invece deluse ed il Torino si è accomiatato dal suo campionato casalingo con una sconfitta che mortifica e che conferma quanto discontinuo ed altalenante sia stato il suo rendimento. Da quest'inspiegabile situazione, fatta di leggerezze e di distrazioni, di deconcentrazioni e svagatezze, traeva lodevole ed utile profitto il Pisa, che indossava nella circostanza gli umili panni del lavoratore onesto e giudizioso e trafiggeva due volte il Torino, con tipiche azioni di contropiede, orchestrate con saggezza tale da disorientare, sempre, la difesa granata. La partita di ieri, nella quale si potevano leggere due diverse necessità (quella del Torino di accedere alla zona Uefa, e quella del Pisa di sollevare il capo fuori dell'acqua della retrocessione), ha dimostrato ancora una volta che a sospingere le ambizioni di una squadra valgono più gli stimoli di chi lotta per sopravvivere. E cosi il Torino ha trascorso il pomeriggio fra una sonnolenza quasi collettiva, alla quale si sono sottratti i soli Terraneo, che ha evitato una più crudele umiliazione ai compagni di squadra, Danova, Dossena e Comi, l'unico attaccante che sia riuscito a procurare qualche fastidio al portiere pisano Mannini. Il resto della truppa granata giocava con troppo sussiego, con una sufficienza preoccupante, con una deconcentrazione che ha fatto sentire il proprio peso negativo sia in attacco (pochi tiri e poco convinti) sia in difesa dove Galbiati. Beruatto e Corradini spesso non si sono trovati in sintonia, aprendo ampi squarci al contropiede avversario. Il reparto più scombinato era comunque il centrocampo. Il Pisa ha cominciato come un motore diesel, tenendo velocità basse, adeguandosi ad una certa supremazia territoriale del Torino, che però non pungeva. Bersellini teneva Corradinl su Todesco, Beruatto nella zona di Occhipinti, Danova su Berggreen, lasciando che le marcature a centrocampo (zona mista) si fissassero in Torrisi-Gazzoli, Dossena-Casale, Hernandez-Massimi; Secondini andava su Selvaggi e Borghi era guardato a vista da Garuti. Il solo Sorbi agiva a tutto campo, un centravanti-civetta che richiamava su di sé l'attenzione di Ferri, per lasciare varchi a Todesco e Berggreen. Le punte granata pativano i rispettivi asfissianti avversari : Hernandez non riusciva a liberarsi dall'attenta e continua vicinanza di Massimi, ilquale seguiva l'argentino ovunque. Ferri, reduce da una serie di incidenti, era recuperato da poco alla causa e dunque non in grado di fornire un valido appoggio al centrocampo, che soffriva anche la giornata torpida di Torrisi, sempre emarginato dal gioco. In queste condizioni (ed è un'annotazione che spesso abbiamo fatto fuori casa) Dossena si veniva a trovare come un sacerdote che legge il breviario nel Sahara. In queste condizioni il Torino poteva sperare solo in una certa indulgenza dell'avversarlo. Il quale, invece, dopo aver subito la pressione ancorché sterile dei granata, ha capito che poteva succhiare qualcosa di dolce dal novanta minuti ed ha cominciato ad affondare i colpi. Il motore si era frattanto scaldato. In dieci minuti, il Pisa saliva con pieno merito in Paradiso, rivedendo ampi spiragli di salvezza. Al 59' Birigozzi, appena entrato, recuperava un pallone a centrocampo, lo indirizzava a Sorbi (fra i migliori in campo) il cui lancio profondo per Todesco era una manna. Il numero-undici pisano non si faceva pregare e batteva Terraneo in uscita. La musica non cambiava; tanto che Terraneo (67' e 68') si opponeva ancora ad un paio di contropiede del Pisa. Nulla da fare però al 69'. quando la squadra di Vinicio replicava con Sorbi, autore di un destraccio (assist di Casale) che finiva appena sotto la traversa,ed era il 2-0. Già nel primo tempo, però, nel bel mezzo di un grigiore desolante, il Pisa avrebbe potuto superare Terraneo se Massimi, per ben due volte (la più clamorosa al 27') non avesse ''mancato'' miseramente ottimi palloni propostigli da Gozzoli e Casale. Ed al 39' Berggreen, un po' claudicante, calciava la palla sull'usi orno della rete, alla destra di Terraneo. Fin dal primo tempo, dunque, il Pisa avrebbe meritato una vittoria ai punti. Il Torino? Per lo più si affannava in azioni frenetiche ma non ordinate, in tentativi poco convinti (Hernandez che ci dà di tacco per passare la palla ad un compagno, invece che tentare direttamente la via del successo), o stava a guardare, come è successo dal 60', quando dal torpore è passato al sonno totale. Siamo severi? Non crediamo. Certo i tifosi erano delusi: perdere infatti all'ultima giornata casalinga (e in che modo!) non piace a nessuno. Per fortuna in campo c'era il Pisa, che salvando matematicamente la pelle ci ha fatto divertire un po'. |
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