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Cibali |
11/09/1983 |
h.15.00 |
CATANIA - TORINO 0-0 Catania: Sorrentino, Ranieri C., Sabadini, Giovannelli M., Mosti, Mastropasqua, Torrisi, Mastalli, Cantarutti, Luvanor, Morra. A disposizione: Onorati M., Bilardi, Crialesi, Crusco, Ciampoli. All.: Di Marzio. Torino: Terraneo, Corradini, Beruatto, Pileggi, Danova, Galbiati, Schachner, Caso, Selvaggi, Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Benedetti, Francini, Pecci, Comi. All.: Bersellini. Arbitro: Pieri di Genova. Reti: - Spettatori: 24.100 di cui 6.779 abbonati e 17.321 paganti per un incasso di 182.303.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 settembre 1983] Dopo i fasti della Coppa Italia, il Torino ha aperto il suo campionato con uno zero a zero che rispecchia realisticamente la pochezza di una partita piuttosto noiosa, soltanto a sprazzi illuminata da qualche giocata di buona fattura, nella quale i pali, respingendo prima un tiro di Cantarutti, quindi una bordata di Pileggi. hanno fatto giustizia. Impedendo che i primi due punti fossero incamerati da una sola squadra. Poiché quando la partita è noiosa si cercano scusanti, per prima cosa (chissà se la pensano così anche gli spettatori di una delle due curve del Cibali, dove per entrare si pagavano 17 mila lire) bisogna ammettere che il compito del neo promosso Catania, che tornava a giocare in serie A dopo dodici stagioni, e quello del Torino e stato complicato dal caldo e dal terreno di gioco. La temperatura era infatti vicina al trenta gradi mentre il fondo del terreno assomiglia soprattutto ad un campo di patate, dove anche il controllo del pallone risulta a volte affidato al caso. Caldo e terreno spelacchiato sono sufficienti per spiegare lo zero a zero? In parte, ma certo non completamente. Se infatti il Catania si è mosso palesando spesso le paure di chi teme di iniziare il cammino compiendo un passo falso, il Torino ha risentito fin troppo della giornata scarsamente illuminata di Dossena, al quale non è riuscito mai di prendere in mano le redini del gioco sfruttando il gran correre che facevano intorno a lui soprattutto Pileggi e Caso. Così i granata, con il loro uomo-guida in giornata storta, si sono ritrovati a lattea re per impostare l'azione offensiva oltre il centrocampo, tanto più che il lancio lungo veniva spesso falsato dal bizzoso rimbalzare della palla sull'irregolare fondo del terreno. Il Catania, più esperto delle magagne del campo, una volto resosi conto che il Torino non era lo spauracchio temuto, ha cercato di affondare maggiormente la propria azione fruendo dell'ottima orchestrazione che riusciva a dare al gioco Luvanor. Non troppo alto, molto agile, il brasiliano ha mostrato un'eccellente padronanza di palla e vien da chiedersi quanto riuscirà a fare su campi meno infelici dove oltre all'avversario non debba preoccuparsi di evitare anche le gobbe del terreno. I siciliani sono così riusciti per la maggior parte del primo tempo ad obbligare il Torino nella sua metacampo, sfruttando poi bene anche le difficoltà granata nel ribattere efficacemente l'azione. E tuttavia vicini al gol i catanesi ci sono andati, se vogliamo, fortuitamente, per un rilancio neppure troppo convinto di Luvanor che è diventato magnifica preda dopo aver rimbalzato a terra di Cantarutti. pronto ad evitare Galbiati e a cercare l'angolino opposto della porta di Terraneo. Era il 41' e il Cibali viveva un attimo di quasi religioso silenzio nell'osservare lo sghembo tiro del centravanti che, superato il portiere granata, si avviava verso la porta. Ma l'urlo era, alla fine, di disperazione in quanto la palla picchiava sul palo e veniva quindi rilanciata via dalla difesa del Torino. Il pericolo corso sul finire del primo tempo stimolava i granata che iniziavano la ripresa mostrando più convinzione fino a pareggiare il conto del legni. Dapprima (63') c'era una punizione di Hernandez che Caso dal limite dell'area di porta correggeva di testa a rete. Sorrentino era bravissimo ad alzare sopra la traversa. Sugli sviluppi del calcio d'angolo ancora Hernanadez offriva a Beruatto la cui lunga apertura veniva raccolta al volo, dalla parte opposta da Pileggi. Palo pieno alla sinistra di Sorrentino con palla a mezza altezza preda della testa di Schachner che l'alzava una spanna sopra la traversa. L'aver sfiorato il gol si pensava avrebbe animato i granata ed invece, nonostante la buona volontà di Hernandez a cercare di far gioco, la partita andava facendosi sempre più soporifera e non riusciva più a riservare emozioni valide. Il Catania, che ha dovuto rinunciare a schierare Pedrinho, in attesa del transfert necessario della federazione brasiliana (per giocare in Coppa Italia aveva avuto una deroga), appare almeno per ora fragilino per la serie A. Il Torino, invece, al quale forse si può concedere in maniera superiore l'attenuante del caldo (finora aveva giocato di pomeriggio soltanto a Palermo), ha palesato i suoi limiti quando l'avversario, giocando contratto, non si sbilancia in avanti offrendo spazio al contropiede di Schachner. Bersellini dovrà dunque lavorare su questo, perché il Torino non può sperare di trovare sempre davanti a se squadre che si dispongano in maniera da favorire le sue caratteristiche di gioco. |
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