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San Siro |
25/09/1983 |
h.14.30 |
INTER - TORINO 0-0 Inter: Zenga, Ferri, Bergomi, Bagni, Collovati, Baresi, Coeck (al 64' Pasinato), Sabato, Altobelli, Müller, Serena. A disposizione: Recchi, Marini, Muraro, Bernazzani. All.: Radice. Torino: Terraneo, Corradini, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Schachner, Caso, Selvaggi, Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Francini, Benedetti S., Pileggi, Comi. All.: Bersellini. Arbitro: Ciulli di Roma. Reti: - Spettatori: 51.772 di cui 11.627 abbonati e 40.145 paganti per un incasso di 363.677.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 26 Settembre 1983] E' stata una brutta partita, bruttissima ad essere cinicamente obiettivi. Una partita senza gol e avara di emozioni, giocata più sugli errori altrui che non sul meriti propri. Tre sono state le ragioni principali di tanto sbadiglio, quattro se ci mettiamo anche l'arbitro Ciulli, che ha scelto all'inizio la strada del fischio continuo e l'ha percorsa fino alla fine, incuranti di tutto, leggerezze ed errori. La prima ragione ha riguardato la broccagglne dell'Inter attuale, la seconda il gran caldo che ha accentuato la broccaggine dell'Inter, la terza la tensione che si è aggiunta a broccaggine e caldo. Un disastro completo. Da parte sua, il Torino s'è adeguato per scelta al trantran degli avversari, e se una colpa deve essere addossata anche al granata, questa è costituita nel non aver osato di più. nell'essersi troppo presto accontentati di un pareggio sicuramente utile per la classifica, ma poco glorioso per le condizioni in cui è maturato. Da un punto di vista squisitamente tattico, il Torino ha giocato una buona partita. Ottima la zona difensiva, agile il centrocampo e rispettoso delle distanze, chiaro lo schema che prevedeva ripiegamenti e offensive ordinati davanti alla manovra lentissima e cieca dell'Inter, ammalata nella testa prima ancora che nelle gambe. Ma l'avere strappato un punto adeguandosi semplicemente al non gioco degli avversari, non permette di assolvere pienamente il Torino, dal quale forse era lecito attendersi qualcosa di più specie sul piano della tranquillità, visto che i granata non soffrivano e non soffrono dei mali dell'Inter, mali che sfiorano la disfatta in campo e il dramma negli spogliatoi. Il caldo terribile, l'afa estiva, sono stati nemici dell'Inter, che aveva il compito storico di condurre la danza e dunque dare maggior ritmo e continuità alla sua azione d'attacco. Ma sul terreno del Meazza era già difficile respirare, figuriamoci a correre senza sosta, soprattuttoquando l'ansia ruba ai muscoli forze preziose. Il solo Bagni, tra i nerazzurri, ha tenuto il campo secondo le attese, facendosi in quattro per difendere, costruire e attaccare, e con lui hanno meritato la sufficienza piena anche Ferri e Zenga: il primo ha cancellato Schachner, il secondo ha compiuto un miracolo al 76' deviando in angolo uno splendido destro al volo di Caso dal limite, un tiro che avrebbe potuto dare la vittoria al Torino. Per il resto, nulla, nulla assoluto. Sabato è stato diligente su Dossena, Mueller ha tentato qualcosina in attacco, Collovati ha strappato coi denti la sufficienza soltanto perché non ha commesso grossi errori. Del tutto inesistenti sono state invece le punte, specie Altobelli che si è macchiato di una gravissima colpa al 52', quando ha ignobilmente ciccato un servizio di testa di Serena su cross da destra di Ferri: è stata questa del resto l'unica occasione dell'Inter, troppo poco davvero per una squadra che doleva assolutamente vincere non dico per superare, ma almeno per porre freno alla profonda crisi che sta vivendo. Il Torino, una volta capito com'era l'andazzo, ha badato soprattutto a non prenderle. Per la verità non ha dovuto molto faticare, dal momento che i nerazzurri andavano ai 2 all'ora e dunque anche i vecchietti granata riuscivano senza affanni a tenere il passo. Anzi, il ritmo soporifero della gara ha finito col premiare proprio loro, i vecchietti come Caso e Zaccarelli, che hanno potuto usare cervello e posizione anche là dove non arrivavano le gambe. La difesa granata ha retto bene, se si esclude qualche incertezza di Corradini e Beruatto ha pure osato spesso sulla fascia d'attacco, soprattutto nel primo tempo quando l'Inter appariva tesissima e il gioco si svolgeva di conseguenza dalle parti del centrocampo. In avanti invece le cose sono andate così così. Dossena ed Hernandez hanno sbagliato parecchio, mentre Schachner non ha neppure avuto le occasioni per sbagliare dal momento che Ferri non gli ha fatto letteralmente toccar palla. Una prova, quella del centravanti austriaco, davvero deludente se si pensa che nella ripresa, quando l'Inter ha almeno tentato di aggredire i granata, si sono aperti grandi spazi al contropiede. La cronaca, date le circostanze, è povera e sbiadita, se si escludono i due episodi, uno per parte, descritti più sopra. Nel primo tempo ci sono state piccole scaramucce e un solo tiro in porta, autore Baresi al 35: un destro da fuori che Terraneo, molto sicuro, ha bloccato senza problemi. L'Inter inoltre ha reclamato per un fallo in area di Danova su Altobelli non fischiato dall'arbitro e s'è portata nei pressi di Terraneo al 39'con un tocco a lato di Bagni. Il Torino a sua volta è rimasto nel guscio beccandosi due ammonizioni (Galbiati ed Hemandez per falli su Mueller e Bagni). La ripresa è stata un poco più vivace (si fa per dire) e il Torino ha leggermente arretrato la squadra disponendosi al contropiede, peraltro senza precisione e successo. A dieci minuti dalla fine il pubblico ha preso a sfollare dopo gli insulti di rito al presidenteFraizzoli. In campo va luogo una colossale melina: voluta quella del Torino, dettata da assoluta cecità guelfa dell'Inter. Partita noiosa, lo 0-0 finale è la logica conseguenza. |
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