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Comunale |
02/10/1983 |
h.14.30 |
TORINO - ROMA 2-1 (2-0) Torino: Terraneo, Corradini, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Schachner, Caso, Selvaggi (al 73' Pileggi), Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Francini, Benedetti, Comi. All.: Bersellini. Roma: Tancredi, Nela, Oddi E., Ancelotti, Falcao, Maldera, Conti, Cerezo, Pruzzo (al 73' Vincenzi), Di Bartolomei, Graziani (all'80' Chierico). A disposizione: Malgioglio, Nappi, Bonetti. All.: Liedholm. Arbitro: Redini di Pisa. Reti: Hernandez 7', 39' (T), Aut.Zaccarelli 89' (R) Spettatori: 42.430 di cui 9.691 abbonati e 32.739 paganti per un incasso di 269.650.000 lire. Cronaca [Tratto da Stampa Sera del 3 Ottobre 1983] ?Liedholm è proprio un indovino. Sentiva, come un presagio, che il Torino avrebbe giocato un brutto scherzo alla sua Roma. Dalla vigilia del campionato, del resto, ha sempre considerato i granata ed il loro tecnico fra i valori più sicuri del gruppo. Bersellini, Dossena e gli altri hanno voluto ripagare la sua fiducia. Alla disposizione tattica studiata dal tecnico, il Torino in blocco ha aggiunto l'interpretazione perfetta, ed Hernandez la maestria di due conclusioni non facili. Di quelle che la scorsa stagione falliva puntualmente (ricordate lo sciupio di Firenze?) e che ora gli sembrano naturali. Miracoli dell'ambientamento e dei nuovi compiti assegnati da Borsellini. In sintesi il miglior Torino dell'anno e la peggior Roma. Come sempre nello sport meriti e demeriti si fondono, ma si può dire con certezza che sono stati i primi, granata, a provocare i secondi, dei giallorossi, Bersellini non si è preoccupato molto che Cerezo e colleghi "giocassero" la palla sulla metacampo, perché dieci metri oltre sapeva che avrebbero trovato uno schieramento torinista stretto, attento, pronto al pressing, e capace di rovesciare la situazione con appoggi verticali in avanti. Dove Schachner, pur ricevendo pochi palloni giocabili, ha tenuto sempre sulla corda la difesa giallorossa aprendo spazi ai compagni. Il primo gol è l'esemplificazione perfetta, della tattica granata: respinta difensiva di Corradini, palla domata da Dossena e lanciata in verticale verso la coppia Schachner-Hernandez: difesa giallorossa incerta, l'austriaco che si allarga sulla sinistra, l'argentino che punta dritto, regge al disperato recupero di Oddi e sull'uscita di Tancredi beffa il portiere con un sinistro rasoterra, più preciso che forte. Questo il Torino di ieri, ben diverso dalla squadra lenta e orizzontale delle precedenti partite. Gli elogi, che accomunano i giocatori e Bersellini, impongono. Comunque una certa cautela. Riusciranno i granata a giocare (in trasferta specialmente) a questo livello, o la magnifica prestazione di ieri e frutto di una carica particolare, di un gioco avversarlo adatto ad essere colpito di rimessa? La risposta già domenica ad Avellino. Per la Roma sconfitta, adesso si andrà a battere il solito tasto della stanchezza di Coppa, ma le cause della partita in tono minore sono ben altre. Prima, il Torino ovviamente. I granata hanno messo in atto gli schemi che avrebbe voluto applicare la Samp a Marassi contro i campioni d'Italia, ma senza avere sufficiente brillantezza. Seconda, l'incapacità del giallorossi di cambiare ritmo: ieri anche sullo zero a due hanno continuato ad andare avanti senza la minima accelerazione (salvo due o tre strappi rabbiosi di Conti). Se il Torino non avesse scelto la via del congelamento della gara, Tancredi avrebbe corso rischi ben maggiori. Falcao, Ancelotti e Cerezo (quest'ultimo il più reattivo, sino alla cattiveria: una testata a Dossena per fortuna a vuoto) hanno ballato football a ritmo di tango più che di samba. Dossena era un folletto in mezzo a loro, ben spalleggiato da Zaccarelli e Caso, dagli efficaci rientri di Selvaggi e di Hernandez. Con Danova addosso a Pruzzo, Corradini nella zona di Graziani, Beruatto ad aspettare Conti ma senza perdersi a seguirlo, il Torino giocando in velocità e pressing ha dato alla zona una interpretazione più moderna, più italiana, ed ha vinto il match con pienissimo merito. Il 2 a 1 non indica assolutamente quanto è accaduto in campo, l'unica sconfitta di Terraneo (che aveva parato un rigore maldestramente, calciato da Pruzzo) è dovuta ad uno sfortunato autogol di Zaccarelli al novantesimo minuto. La rete dell'uno a zero, già descritta, scuoteva ma non cambiava la Roma che l'arbitro Redini, non richiesto, cominciava a fiancheggiare con una serie di decisioni di parte (il top nella ripresa: Conti cintura Beruatto ed è semplice punizione. Dossena cintura Falcao dopo due minuti ed è punizione più ammonizione del granata). Al 13' una botta di Maldera non era trattenuta da Terraneo, il pallone usciva da una mischia e Graziani lo calciava in rete dove Galbiati, in tuffo, deviava sostituendosi al portiere. Pruzzo batteva rasoterra il rigore, senza troppa angolazione. Terraneo fermava la palla con le ginocchia, poi la abbrancava. Tancredi era a sua volta impegnato da Schachner, Selvaggi e Dossena, quindi incassava la seconda rete al 40'. Lancio di Beruatto (sempre più autoritario) per Selvaggi, sponda volante per Hernandez, stop di petto e sinistro perfetto per coordinazione e veemenza dell'argentino: la palla, forte e trasversale, si infilava in rete - imparabile - alla sinistra di Tancredi. La Roma iniziava la ripresa con maggior slancio, ma era solo una fiammata. Il Torino riassestava il blocco centrocampo-difesa, lasciava agli avversari solo due bordate centrali di Falcao che Terraneo bloccava con sicurezza, ed una botta di Pruzzo di poco a lato. I granata al 21' avrebbero meritato il 3 a 0: scatto di Dossena, uno-due perfetto con Schachner, tiro basso che Tancredi smanacciava alla sua destra dove l'austriaco era già pronto al colpo di grazia: Nela, alla disperata, salvava in angolo. Poi usciva (ancora l'arbitro..) Bersellini, entravano Vincenzi e Pileggi, nonché il pallone di Zaccarelli alle spalle di Terraneo. Ma era finita, ormai. Con la gente granata in festa per aver rivisto la squadra che le piace, che vuole rivedere. |
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