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Comunale |
11/12/1983 |
h.14.30 |
TORINO - HELLAS VERONA 1-1 (1-1) Torino: Terraneo, Corradini, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Schachner, Caso (al 57' Picci), Selvaggi, Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Benedetti, Ferri, Comi. All.: Bersellini. Hellas Verona: Garella, Ferroni, Marangon (al 64' Guidetti), Volpati (al 59' Storgato), Fontolan, Tricella, Fanna, Sacchetti, Jordan, Di Gennaro, Galderisi. A disposizione: Spuri, Zmuda, Bruni. All.: Bagnoli. Arbitro: Redini di Pisa. Reti: Hernandez 39' (T), Di Gennaro 41' (V). Spettatori: 32.622 di cui 9.708 abbonati e 22.914 paganti per un incasso di 197.747.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 dicembre 1983] Le premesse non erano niente male, scontro diretto fra due squadre seconde in classifica e capaci entrambe di regalare spettacolo, due squadre fresche e belle. Anche le prospettive non erano male: una delle due, vincendo, poteva raggiungere Juventus e Roma in testa, c'erano insomma tutti i motivi per assistere ad un incontro avvincente di emozioni e di gioco. Invece la partita è stata modesta, bruttini i due gol e giusto il pareggio: alla fine nessuno pareva contento, neppure quelli del Verona che pure avevano conquistato un punto prezioso su un campo finora vietato alle grandi. Bersellini, allenatore del Torino, ha detto nello spogliatolo che la sua squadra ha giocato due partite in una. Un primo tempo d'attesa, fin troppo, ed una ripresa arrembante e sfortunata. Non si può dargli torto, visto come sono andate le cose. Però lo stesso può sostenere Bagnoli sull'altro fronte, a tempi naturalmente invertiti. Ed avrebbe ragione anche il tecnico del Verona perché nel calcio, quasi sempre, se una squadra attacca l'altra si difende, ed è difficile distinguere la scelta dalla necessità. E' nostra impressione che il Torino, ieri, abbia incontrato con il Verona serie difficoltà, specie nel primo tempo, che Berselllni definisce di studiata attesa. Era molto faticoso, per i granata, aprirsi la strada dell'offesa. Il Verona era ben piazzato a centrocampo, agile nel rientri, protetto sulle fasce e attento al centro, sicché i ragazzi di Bersellini, una volta impostata la manovra, quasi mai riuscivano a concluderla col tiro in porta. Mostravano, insomma, scarsa capacita di penetrazione, come si dice in gergo, ed una certa mancanza di fantasia nella zona centrale del campo, dove il Verona al contrario lasciava intendere maggior padronanza del gioco. Una partita molto tattica, a tratti vuota di emozioni proprio per via di un sostanziale equilibrio fra due squadre che si rispettavano, temevano e dunque si annullavano a vicenda. Al Torino, ieri pomeriggio, è venuta a mancare una pedina molto importante nella sua manovra collettiva: Domenico Caso aveva una caviglia dolorante, il suo rendimento è stato dunque inferiore al solito e ne ha risentito l'intera squadra. C'è però da dire, caviglia a parte, che le difficoltà di Caso sono state accentuate dall'ottima disposizione tattica del Verona, che ha limitato, se non annullato, l'intelligenza del granata a farsi trovare sempre smarcato. Caso ha lasciato il suo posto nella ripresa al giovanissimo Picci, e la prova del ragazzo è stata buona: anche grazie alla sua freschezza e rapidità il Torino ha saputo essere più aggressivo nel finale mentre il Verona si chiudeva in difesa di un pareggio che avrebbe volentieri sottoscritto alla viglila, reduce com'era da una sconfitta esterna con la Sampdoria molto pesante sul piano psicologico. In fondo, tirando le somme, è proprio il Torino a doversi rammaricare per il punto perduto. Il Torino è andato in vantaggio al 40' grazie ad una specie di regalo dell'arbitro Redini, che ha fischiato il rigore per un intervento in area di Di Gennaro su Hernandez: per la verità è stato l'argentino a buttarsi sull'avversario dopo aver toccato in avanti il pallone, e l'arbitro c'è cascato, fra le ire di Bagnoli, che di questi tempi non sembra condividere molto le decisioni del direttori di gara. Hernandez comunque ha battuto dal dischetto, addosso a Garella, poi di sinistro ha ripreso la respinta mettendo nel sacco. Un doppio aiuto dal cielo che il Torino, però, non ha saputo ben sfruttare. Due minuti più tardi, Infatti, il Verona ha raggiunto il pareggio con Di Gennaro, svelto a toccare in gol di sinistro dopo un pasticcio difensivo in area granata. Negli spogliatoi quelli del Torino hanno parlato di autorete di Caso, un modo ingenuo e non troppo corretto per togliere merito al rivale: o forse erano tanto frastornati, in quel momento, da non distinguere di chi fosse il piede vincente? Le emozioni, come si vede, sono state molto concentrate nel tempo, anche se in precedenza al 37' i tifosi granata erano balzati in piedi ad applaudire un gol di Schachner, gol però annullato dall'arbitro per fuorigioco. Nel secondo tempo i granata hanno avanzato l'azione cercando di aggirare il Verona sulle fasce. All'inizio della partita non c'erano riusciti, un po' meglio hanno fatto nel finale con Picci e Beruatto, i migliori insieme a Dossena. Ma la supremazia territoriale, favorita anche dall'atteggiamento più prudente del Verona, che ha dovuto sostituire Volpati e Marangon non è bastata al Torino, veramente pericoloso in una sola occasione, all'85' quando Hernandez, riprendendo una respinta di Garella, ha calciato di sinistro dal limite: Guidetti ha respinto di testa sulla linea. A sua volta il Verona si è affacciato in area granata al 71' con Storgato servito da Di Gennaro, il migliore fra i veneti: il destro del difensore è stato deviato in angolo da Terraneo. Per finire, cinque ammoniti: Zaccarelli nel Torino, Jordan, Fontolan, Guidetti e Garella nel Verona. Soprattutto per questo, dicono, Bagnoli ha perso la pazienza nello spogliatolo, fatto strano assai. |
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