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Comunale |
11/03/1984 |
h.15.30 |
TORINO - GENOA 1893 2-1 (1-0) Torino: Terraneo, Pileggi, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Comi (al 71' Corradini), Caso (al 66' Schachner), Selvaggi, Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Ferri, Francini. All.: Bersellini. Genoa 1893: Martina, Faccenda, Zannino, Canuti, Onofri, Policano, Bosetti, Viola (al 73' Eloi), Briaschi, Benedetti, Bergamaschi. A disposizione: Favaro, Mariano, Rotella, Eranio. All.: Simoni. Arbitro: Mattei di Macerata. Reti: Comi 14' (T), Briaschi 50' (G), Hernandez 69' (T). Spettatori: 22.849 di cui 9.708 abbonati e 13.141 paganti per un incasso di 93.710.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 marzo 1984] Una vittoria sudatisslma, tra 1 fischi. Ci sono voluti ben 70 minuti per consentire ad uno sbiadito, prodigo e deconcentrato Torino di battere un Genoa privo di mezza squadra titolare. Patricio Hernandez, che aveva sulla coscienza tre palle poi, ha piazzato il colpo vincente, il suo decimo centro in campionato, riscattandosi e tenendo i granata almeno in corsa per l'Uefa. Il ritardo dalla Juventus è ridotto a 5 punti, forse troppi. Su punizione di Dossena e intelligente "assist" di testa di Selvaggi, l'argentino ha rovesciato in porta, di sinistro, da due passi, liberando i 25 mila spettatori dall'incubo di un pareggio umiliante, mentre la Juventus stava ancora perdendo a Marassi (poi ha pareggiato) e la Roma era in vantaggio a Napoli. Schachner, debilitato dall'influenza, era entrato in campo da quattro minuti al posto del bravo Caso. La presenza dell'austriaco in un Torino a "tridente" bastava per creare problemi di ordine tattico al Genoa che, in precedenza, pur avendo subito la rete di Comi (14') ed essendo stato graziato otto volte dal granata, aveva pareggiato con Brlaschi (50') e già assaporava un punto d'oro per la sua anemica classifica, che la sconfitta di ieri rende dlspe rata. Ma a chi assisteva all'Incontro, pareva essere il Torino a lottare per la salvezza. Una squadra ferma, con poche idee, che solo raramente cambiava ritmo e non sfruttava adeguatamente le fasce laterali con Pileggi, Beruatto e Hernandez. Le ruggini del la sosta, il contraccolpo psicologico del derby che aveva bruscamente ridimensionato le ambizioni di primato, più che il clima tiepido, toglievano al Torino la velocità d'esecuzione che era stata a lungo una delle sue migliori qualità. L'unico che cercava di sveltire il gioco era Dossena ma non sempre trovava compagni disposti a collaborare, tranne Caso, impeccabile dal punto di vista strategico, e Zaccarelli. Galbiati si sganciava spesso ma si smarriva nell'imbuto difensivo rossoblu. Hernandez tuttavia avrebbe potuto andare a bersaglio al 4' ma il suo tiro, carambolato su Martina, veniva respinto sulla linea da Zannino. Sembrava tutto troppo facile e il Torino sottovalutava il rabberciato Genoa. Simoni aveva lasciato in tribuna anche Testoni, dolorante ad un ginocchio, rilanciando Viola, in rodaggio dopo l'operazione al menisco. L'ex juventino, opposto a Zaccarelli (sceso in campo malgrado una contusione al ginocchio destro non del tutto assorbita), fungeva da regista, con Briaschi lasciato solo in avanti per cercare di sfruttare il contropiede. Proprio Briaschi procurava un brivido a Terraneo al 13', con un colpo di testa alto sulla traversa. Il pericolo scuoteva il Torino che un minuto dopo sbloccava il risultato. Da Caso a Zaccarelll a Comi che, dentro la lunetta, sparava un bolide basso e angolato trafiggendo Martina. Un bel gol, il primo in Serie A. La gente, sugli spalti, pregustava la "goleada" ma Selvaggi (8') prima non agganciava un tiro svirgolato di Zaccarelli, poi, su servizio di Dossena, sballava la conclusione (20'). Ci provava anche Hernandez, ispirato da Dossena e Caso, ma di sinistro coglieva l'esterno-rete da felice posizione (24') e di destro (27'), su punizione di Pileggi, tirava su Martina e Servaggi ribatteva a lato. Toccava quindi a Caso partecipare al festival delle occasioni mancate (32"), centrando Martina uscitogli incontro. Lo imitava Dossena dopo una bellissima azione concertata con Hernandez e Comi. Beppe tentava il pallonetto, alzando troppo la mira (34'). Il Genoa ringraziava. Aveva niente da perdere, sulla carta, e tutto da guadagnare. Pur subendo, s'era difeso senza affanno, con Canuti su Comi, Faccenda su Selvaggi, Zannino su Hernandez e Onofri (l'unico ammonito in una gara tranquilla) a spazzare l'arca cercando di tenere i collegamenti con Viola, Pollcano e Benedetti. E al 50' colpiva il Toro.. Seduto. L'attivissimo Bergamaschi Impo stava per Onofri che serviva Bonetti: il suo tiro era respinto da Terraneo che non riusciva ad opporsi al tocco tempestivo ed opportunista di Briaschi. La folla ammutoliva, poi contestava, per esplodere In un boato alla notizia del rigore trasformato da Brady. Il Torino reagiva all'apatia, sfiorava il gol con Selvaggi (57') e, al 66', Bersellini giocava la carta Schachner: veniva premiato dal 2-1 di Hernandez. Ma quanta fatica. |
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