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Olimpico di Roma
25/03/1984
h.15.30
LAZIO - TORINO 1-0 (1-0)
Lazio
: Orsi, Miele, Filisetti, Spinozzi, Batista, Podavini, Vinazzani (al 38' Piraccini), Manfredonia, D'Amico (al 68' Marini), Laudrup, Cupini. A disposizione: Cacciatori, Della Martira, Meluso. All.: Carosi.
Torino: Terraneo, Pileggi, Beruatto, Zaccarelli (al 70' Marco Rossi), Danova, Francini, Schachner, Caso, Comi, Dossena, Hernandez. A disposizione: Copparoni, Corradini, Ferri, Selvaggi. All.: Bersellini.
Arbitro: Magni di Bergamo.
Reti: D'Amico 5'.
Spettatori: 39.281 di cui 17.357 abbonati e 21.924 paganti per un incasso di 212.841.000 lire.
Note: Ammoniti Hernandez, D'Amico, Dossena e Danova.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 26 marzo 1984]
Quinta sconfitta esterna del Torino a beneficio di una Lazio che, a detta di chi la segue spesso, ha disputato forse la miglior partita della stagione, sotto il profilo strategico e della volontà, e ha compiuto un grosso passo avanti verso la salvezza, difendendo strenuamente il gol vincente realizzato da D'Amico, un ex senza nostalgie, dopo appena 4'52". Un gol strano, propiziato da uno sbandamento collettivo della difesa granata e da un rimpallo fortunoso. L'azione partiva da un disimpegno a centrocampo di Batista (una regia impeccabile quella del discusso brasiliano) per Laudrup che invitava allo scambio Cuplni. Sulla risposta, interveniva Danova allargando il pallone sul centro-destra, terra di nessuno; l'accorrente D'Amico centrava di destro, quasi a colpo sicuro, la porta sguarnita. Lo svantaggio capovolgeva il tema tattico della gara, obbligando il Torino ad attaccare e rivoluzionare i suol piani e consentendo alla Lazio di chiudersi e di colpire di rimessa. Pur avendo a disposizione 85 minuti, la squadra di Borsellini non ce l'ha fatta a rimontare, collezionando tredici corner a uno, in una serie di sterili offensive. Avrebbe meritato, ai punti, il pareggio anche se le pallegol più limpide le ha avute la Lazio in contropiede o su errori difensivi, come al 12' quando una respinta difettosa (di destro) del mancino Franclni permetteva a Podavini di rilanciare per Cupini il cui cross scavalcava Terraneo e raggiungeva Laudrup che, appostato sotto porta, di controbalzo sinistro, falliva clamorosamente il bersaglio facendo impennare il pallone. Ancora più incredibile quella sprecata da Cupini al 56'. Su passaggio di D'Amico, Cupini scattava sul filo del fuori gioco (Arbitro e guardalinee giudicavano regolare la sua posizione) e, a tu per tu con Terraneo, tentava un pallonetto che il portiere bloccava. Magni, che era stato contestato dalla Lazio al momento della designazione (c'era perfino uno striscione di una trentina di metri, in curva Nord con su scritto: "Menicucci accusa - Lo Bello esegue Lega e dc ci vogliono in B") ha diretto molto bene, non convalidando giustamente un gol di Laudrup al 79' in netto fuori gioco (dalla tribuna à volata un'arancia verso la panchina granata che ha sfondato la protezione In plastica senza danni per Ferri) e ammonendo Hernandez, D'Amico, Dossena e Danova. Insomma, non ha certo influito sul risultato che dà ossigeno alla Lazio e allontana un po' il Torino dalla "Zona Uefa" che à alla sua portata se uscirà dall'impasse che ha caratterizzato le sue prestazioni dopo il derby. Un Torino che caricava a testa bassa, all'inglese, dalla manovra avvolgente ma non travolgente, che mancava sia di fantasia sia di potenza per scardinare il bunker laziale. Ora Pileggi da destra, ora Beruatto da sinistra, cercavano con i cross di rifornire Schachner e Comi, ma c'era affanno e le teste di Filisetti, Spinozzi o le braccia di Orsi li intercettavano. Un assalto monocorde, prevedibile polche Manfredonia (mossa indovinata di Carosi) con una generosissima ed attenta prestazione, e ricorrendo anche aqualche fallo di troppo, bloccava Dossena, inaridendo la fonte principale del gioco. Avrebbero dovuto pensarci Caso, Zaccarelli e Hernandez. A sussidiare le punte ma difettavano di creatività. Solo Caso, di tanto in tanto, aveva giocale felici anche perché D'Amico, dopo ogni spunto, rifiatava e al 70', provatissimo, cedeva il posto a Marini. Zaccarelli, che incrociava sul suo cammino un Batista in giornata aveva problemi sino a quando Bersellini (72') decideva di sostituire il capitano con Marco Rossi, un primavera che già con l'Ascoli aveva esordito in serie A nel finale e che, senza complessi, rivitalizzava il centrocampo del Torino. Rossi faceva anche lievitare il rendimento di Hernandez il cui apporto, in precedenza, era stato inferiore alle aspettative malgrado fosse pungolato dalla presenza in tribuna del ct dell'Argentina, Bilardo. Al 36' usciva Vinazzanl per un'infortunio alla mano destra fratturata, sostituito da Piraccini. Il Torino aveva avuto qualche fiammata, senza però "scottare" Orsi che al 7' aveva neutralizzato in angolo un violento ma centrale destro di Caso. Allo scadere del primo tempo, il guardiano della Lazio aveva compiuto l'intervento più difficile su un gran tiro di Schachner, servito da Caso, Sul calcio d'angolo, Orsi, aveva poi bloccato un'incornata di Comi. Se il Torino avesse pareggiato, l'incontro si sarebbe incanalato su binari diversi: viceversa anche la ripresa vedeva gli ospiti rovesciarsi nella metà campo avversaria, e offrire spazi per i pericolosi contrattacchi dei biancazzurri. Si sentiva la mancanza di Selvaggi ma soprattutto di uno sfondatore. Schachner era soffocato fra Filisetti e Spinozzi, mentre Comi non riusciva a liberarsi dell'appiccicoso e tutt'altro che dolce.. Miele. Solo al 52', approfittando di un malinteso, su lancio di Dossena, Schachner scattava a rete, si allargava troppo, e consentiva a Orsi di rimediare in angolo. Per il resto del secondo tempo, a parte qualche furibonda mischia e tiri ribattuti di Danova e Hernandez, il Torino collezionava corner. Era scritto che, senza Selvaggi e Galbiati (Comi e Franclni hanno fatto rimpiangere i titolari assenti) il Torino perdesse sul campo dove, con la Roma, aveva gettato al vento le speranze di scudetto. Adesso non deve perdere l'autobus per l'Europa ma solo superando indenne la difficile trasferta di Pisa, che à quasi disperato, potrà puntare all'Uefa.