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Zini |
23/09/1984 |
h.16.00 |
CREMONESE - TORINO 2-1 (2-1) Cremonese: Borin, Montorfano, Galvani, Garzilli, Paolinelli, Mazzoni (al 60' Pancheri), Viganò, Bonomi, Nicoletti, Bencina, Chiorri. A disposizione: Rigamonti, Meluso, Finardi, Galbagnini. All.: Mondonico. Torino: Martina, Danova, Francini, Zaccarelli, Junior, Beruatto, Caso, Sclosa, Schachner (al 73' Comi), Dossena, Serena. A disposizione: Biasi, Corradini, Picci. All.: Radice. Arbitro: Mattei di Macerata. Reti: Bonomi 3' rig. (C), Nicoletti 24' (C), Caso 41' (T). Spettatori: 16.871 di cui 5.150 abbonati e 11.721 paganti. Note: Ammoniti Garzilli, Junior, Zaccarelli, Sclosa, Danova e Pancheri. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 settembre 1984] Era da oltre mezzo secolo che la Cremonese sognava di prendersi la rivincita sul Torino. C'è riuscita anche grazie a un calcio di rigore che Mattei ha decretato dopo appena 3 minuti e sul quale non mancheranno le discussioni. Lanciato da Paolinelli, Chiorri penetrava in area, stretto fra Danova e Francini. Danova, da tergo, allungava la gamba, toccando con i tacchetti prima il pallone e poi l'avversario. Mattei indicava subito il dischetto e Bonomi trafiggeva l'imbattuto Martina. A molti è parsa troppo fiscale la decisione dell'arbitro di Macerata. Il Torino, comunque, ha incassato il colpo senza neppure protestare troppo, quasi accettasse con filosofia la legge della compensazione dopo aver beneficiato, la domenica precedente, di un gol decisivo sul quale gravava un fuorigioco. Ma poi ha offerto l'altra guancia, subendo al 24' il raddoppio di Nicoletti, meritato frutto della superiorità esercitata, sino a quel momento, dalla Cremonese tutta italiana. A propiziarlo è stato un errore di Martina che si è lasciato sfuggire il pallone, calciato con effetto maligno da Chiorri su punizione, consentendo a Nicoletti, con un destro volante ravvicinato, di bruciare tutti. Sotto di due gol, una rimonta diventava impresa durissima per il Torino che potrà anche lamentarsi dell'arbitraggio ma deve recitare il mea culpa poiché non ha saputo cambiar ritmo, sviluppando temi di gioco prevedibili. L'unica azione degna di nota, oltre a una palla-gol mancata da Dossena al 12' dopo una sponda di tacco di Schachner, è stata quella che ha consentito ai granata (ieri in maglia bianca) di dimezzare le distanze al 41'. L'ha promossa Dossena per Junior. Poi Zaccarelli ha restituito a Dossena il cui cross dalla destra ha trovato Caso, sotto porta, pronto a girare di testa a rete, approfittando anche dell'immobilità di Borin un guardiano che sembra incollato alla linea e che esce con molta riluttanza. Il 2-1 riapriva la partita. La Cremonese gioca sulle ali dell'entusiasmo per la promozione e compensa la differenza di classe e di esperienza con il collettivo. E' composta da elementi che stanno insieme da tre anni, si conoscono a memoria e fanno blocco. Il loro plafond tecnico, però, è tutt'altro che di modesta levatura e le manovre che Bonomi, Nicoletti, Chiorri, Viganò e Bencina riescono a imbastire sono ispirate ai canoni del moderno calcio all'italiana che Mondonico, ex allievo di Radice nel Monza, ha saputo far assimilare alla squadra. Ma l'entusiasmo porta a esaurire preziose energie e la Cremonese deve imparare ad amministrare le forze. Questa formazione priva di stranieri che era indicata dalla maggior parte degli addetti ai lavori come una delle sicure condannate alla retrocessione, darà filo da torcere a molti squadroni allo Zini. Intanto ha conquistato i primi due punti a spese di un Torino che ha problemi in tutti i reparti. La difesa va registrata. Soffre gli attaccanti veloci come Nicoletti o palleggiatori raffinati come Chiorri. In contropiede poteva subire il terzo gol al 75'. Nicoletti faceva viaggiare Bonomi che apriva su Viganò il cui traversone metteva fuori causa Martina e, quando Chiorri stava per dare il colpo di grazia al pallone, Zaccarelli in extremis sventava in corner. Nonostante il lodevole impegno di Zaccarelli, riteniamo ci sia ancora bisogno di Galbiati, non appena il libero sarà in forma. Zaccarelli potrebbe avanzare in cabina di regia, consentendo a Junior di spaziare sulle fasce laterali, a destra o a sinistra. Junior è un combattente (Craxi l'ha definito "un brasiliano senza funambolismi"), tocca bene con ambo i piedi e offre un buon apporto nell'impostazione ma sono le rifiniture e i cross dagli out che mancano al Torino per rifornire adeguatamente le punte e che Beruatto, preferito all'influenzato Ferri, non è riuscito ad assicurare, così come Sclosa impegnato soprattutto a contenere il bravissimo Bonomi. Serena e Schachner sono stati neutralizzati da Montorfano e Garzilli. Il primo, lontano dalla miglior condizione anche per un ritardo di preparazione dovuto alle Olimpiadi, è mal entrato nel vivo del gioco, non ha mai concluso, mentre l'austriaco, che ha l'attenuante della caviglia sinistra in disordine, ha trovato una feroce opposizione. Il loro rendimento è stato insufficiente anche se entrambi (Schachner al 18' e Serena al 79') hanno reclamato il rigore per interventi in area di Paolinelli e Garzilli, trovando l'arbitro di diverso avviso. Anche Comi (77') aveva rivendicato un penalty per un fallo di Garzilli che era forse più netto degli altri. Il Torino, dunque, ha assaggiato il pane duro della provincia. Quel clima da battaglia, sostenuto dai tamburi della folla, che ha visto ben sei ammoniti: Garzilli, Junior, Zaccarelli, Sclosa, Danova e Pancheri nell'ordine. Tutto era cominciato con un pacifico volo di colombi, fra le note della marcia trionfale dell'Aida e fra gli applausi dedicati al presidente del Consiglio Bettino Craxi che, pur essendo notoriamente tifoso del Torino, aveva dichiarato la sua neutralità in questa circostanza. Craxi aveva anche annunciato di voler lasciare lo stadio un quarto d'ora prima della fine ma è rimasto inchiodato alla sedia fino all'85' con la speranza, vana, che i granata pareggiassero. Era scritto che 55 anni dopo la sconfitta per 1-0 (gol di Silano per i torinesi), la Cremonese si togliesse la soddisfazione di battere il Torino a Cremona. |
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