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Comunale |
25/11/1984 |
h.14.30 |
TORINO - HELLAS VERONA 1-2 (1-1)< Torino: Martina, Danova, Francini, Galbiati, Junior, Ferri (al 23' Beruatto), Zaccarelli, Sclosa, Schachner, Dossena, Serena. A disposizione: Copparoni, Pileggi, Corradini, Caso. All.: Radice. Hellas Verona: Garella, Volpati, Marangon L., Tricella, Fontolan, Brigel, Fanna, Bruni (all'89' Donà), Galderisi, Di Gennaro, Turchetta (al 62' Sacchetti). A disposizione: Spuri, Marangon F., Terraciano. All.: Bagnoli. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Briegel 20' (V), Dossena 24' (T), Marangon 60' (V). Spettatori: 49.725 di cui 38.176 paganti e 11.549 abbonati. Note: Ammoniti Garella, Galderisi e Di Gennaro. Cronaca [Tratto da La Stampa del 26 novembre 1984] Fra le due squadre più forti (al momento) del campionato la migliore è il Verona, se può reggere con la massima disinvoltura alle assenze del forte marcatore Ferroni e di una punta del peso di Elkjaer, e se consente alla riserva Bruni di svettare a centrocampo. Ma il Torino è (ieri) la più sfortunata, se si contano i due palloni rimbalzati contro i legni della porta di un Garella immobile in entrambe le occasioni, una favolosa punizione del solito Junior ed un affondo disperato di Sclosa. Al di là del risultato che penalizza chiaramente i granata, i gialloblù hanno ribadito - in una partita avviatasi sul piano dello spettacolo, prima di ridursi ad una battaglia per i due punti - la loro collaudatissima intelaiatura, frutto del lavoro di gruppo orchestrato da anni da Bagnoli, anche stavolta lucidissimo nelle scelte tattiche. Soprattutto la prima mezz'ora di gioco è stata ad altissimo livello, con il Verona a viso aperto ed il Torino avanti a percussione, e vicinissimo al gol già al 5° minuto. Schachner centrava rasoterra dalla destra. Tricella bucava, in spaccata, Fontolan agganciava Serena, l'arbitro Bergamo concedeva a Junior la regola del vantaggio ma il brasiliano calciava addosso a Garella in uscita disperata. La fortuna (si sa che aiuta i forti) del Verona sta soprattutto nell'essere andato in vantaggio al 20' con una fucilata di Briegel da fuori area - palla rubata da Danova a Martina, già in precedenza incerto nelle uscite, rinvio di Junior verso il tedesco - dopo il miglior periodo del Torino. Così, fra due squadre che hanno nel gioco di rimessa l'arma migliore, i granata hanno dovuto snaturare le loro caratteristiche. Perso Ferri per un infortunio, il Toro arrivava comunque subito al pareggio (24') con un colpo di testa di Dossena che metteva in rete un magnifico cross dal fondo di uno Schachner in continuo crescendo. Al posto di Ferri che controllava non senza fatica un Fanna il quale (come Galderisi) sentiva il clima di vecchi derby giocando alla grande, era entrato Beruatto, che Radice mandava su Turchetta, spostando Franclni su Fanna e lasciando Danova a sudare sul Nanu. Subito Bagnoli accentrava Turchetta portando fuori zona Beruatto, costretto a lasciare la fascia dove riesce a dare il meglio. A quel punto avrebbero giovato di più Fileggi o Caso, ma era tardi. Con una mossa di dama, Bagnoli aveva inguaiato il collega sull'altra panchina. La partita non è in questo particolare, certo, ma tutto serve a spiegare i disagi di un Torino che sul pareggio ha spinto con coraggio, per arrivare a vincere, esponendosi al sempre pronto contropiede avversario. Manovre condotte con estrema rapidità su ogni rinvio della difesa facevano perno sulla potenza di Briegel e sulla fantasia di Bruni, l'estro di Fanna, e di un Di Gennaro appena al rientro, ma già sufficientemente efficace. Così, al 16' della ripresa, il Torino finiva nella trappola. Un misto del suo entusiasmo e dell'abilità del rivali. Andava via Galderisi sulla sinistra lanciato da Marangon: trovava spazio e dal fondo centrava indietro rasoterra per l'accorrente terzino, bravissimo a seguire l'azione, che cucchiaiava in rete fra avversari in affannoso recupero. Il dopo era forcing granata, ma sempre con puntuali repliche gialloblù in spazi ancora più larghi. Del resto erano rischi valutati (fuori una botta di Briegel, bravo; stavolta Martina a chiudere su Galderisi) quelli che gli uomini di Radice si assumevano. Il Verona si chiudeva lucidamente, stringeva la morsa Fontolan-Briegel su Serena limitando molto la pericolosità dell'ariete granata. Junior si dannava nel ricucire azioni, coadiuvato da ottimi spunti di Dossena e Schachner, dalla straordinaria mobilità di uno Zaccarelli sempre più giovane, ma Garella univa forma e fortuna. Prima era bravissimo a chiudere su Schachner, quindi si trovava fra le mani, al centro della porta, il pallone che Sclosa - a chiusura, di una bella manovra di Dossena sulla destra - aveva calciato contro il palo interno, un rasoterra che valeva il pareggio. Alla distanza la potenza atletica di Serena aveva la meglio in due occasioni, ma i colpi di testa finivano di poco a lato. Su un terzo (sponda per Schachner su centro di Dossena) Volpati agganciava e atterrava l'austriaco prima ancora che gli arrivasse la sfera. Ci stava il rigore, ma Bergamo guardava il pallone.. Era destino che il Torino uscisse sconfitto da uno scontro al vertice che le due squadre hanno interpretato con manovre spettacolari, ad un ritmo altissimo per tutti i novanta minuti. Un bel football e una cornice degna del quadro, escludendo l'immediato dopo partita con qualche "proiettile" sul Verona che usciva vittorioso dal terreno. Per Radice ed i suoi una immeritata amarezza, ma anche qualche segnale di affiorante stanchezza in qualche elemento (oppure era solo affanno?) che non può non preoccupare. Per Bagnoli la piena conferma (ma sicuramente il tecnico non ne aveva bisogno) di avere una squadra che ormai gioca a memoria, sia in difesa che, soprattutto, nel cambio fluido fra il lavoro di copertura e gli attacchi improvvisi, chiave di una partita anche fortunata, ma prima ancora convincente. |
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