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Comunale |
21/04/1985 |
h.15.30 |
TORINO - AVELLINO 2-0 (1-0) Torino: Martina, Ferri, Francini, Zaccarelli, Junior (all'82' Danova), Beruatto, Pileggi, Sclosa, Schachner, Dossena, Serena (all'85' Comi). A disposizione: Copparoni, Mariani P., Galbiati. All.: Radice. Avellino: Paradisi, Garuti, Vullo, Colombo A., Amodio, Zandonà, Pecoraro Scanio, Tagliaferri (al 65' Faccini), Diaz, Colomba, Lucarelli (al 77' Murelli). A disposizione: Coccia, Iannuzzi, Alessio. All.: Angelillo. Arbitro: Ballerini di La Spezia. Reti: Serena 13', Schachner 88'. Spettatori: 29.051 di cui 11.549 abbonati e 17.502 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 aprile 1985] Ci vuole una premessa, altrimenti riesce difficile capire la partita del Torino e anche gli applausi che alla fine hanno accompagnato i granata negli spogliatoi, applausi sicuramente non di ringraziamento per il gioco mostrato in campo dalla squadra di Radice. In realtà il Torino ha giocato male, e crediamo in tutta onestà che il popolo granata non si sia per niente divertito nel seguire per 90 minuti questa specie di zuffa col pallone che è stata la partita con l'Avellino. Gli applausi erano per la vittoria, per la classifica, per i punti insomma che in questa fase del campionato, giustamente, sono l'unica cosa che conti davvero. A quattro partite dalla fine il Torino è secondo in classifica. E con 34 punti ha superato il tetto dello scorso anno, quando chiuse il torneo a quota 33. Indietro sono rimaste la Juventus e l'Inter e il traguardo Uefa è vicino, sicché non ci pare il caso di far troppo i sottili cercando magari nella povera prova contro l'Avellino i segni di crisi vere o presunte. Ogni incontro, da qui alla fine, è un episodio a sé, da affrontare e vivere con la mente sgombra da pensieri passati o futuri, come del resto e a ragione va dicendo Radice il secondo posto in classifica, naturalmente, non basta a cancellare le brutte impressioni ricavate dalla sconcertante prova del Torino, che ha segnato all'inizio con Serena e alla fine con Schachner soffrendo però nel mezzo la disperata reazione dell'Avellino e la propria incapacità di far gioco. Risultato: affanno e noia, e due lampi nel buio che hanno dato ai granata la vittoria che forse significa Europa. Serena e Schachner, come domenica scorsa a Veron: Serena è andato in gol al 14', splendida azione di Pileggi sulla destra, cross lungo e testa vincente nell'angolo opposto, leggero Serena nello stacco, pesante il pallone fiondato nel sette. Schachner invece ha fatto centro all'88', dopo che il Torino come andremo a vedere aveva sofferto e sbagliato il giusto. L'austriaco ha sfruttato un errore di un difensore, palla a Dossena, di nuovo a Schachner, destro basso dal limite e tutto è finito. I due gol del Torino sono stati molto belli, ma stavolta non si può davvero affermare che gli attaccanti granata, come sovente è successo in passato, hanno sciupato quel che altri hanno costruito. Le occasioni sono state rare, rarissime, possiamo contarle sulle dita di una mano. Una fuga di Schachner all'8 conclusa con un passaggio a Serena quando forse sarebbe stato meglio calciare a rete, una volala di Serena al 37' con tiro finale addosso a Paradisi, una punizione di Junior al 77' con Francini in ritardo sulla deviazione, un sinistro alto di Pileggi all'87' dopo scambio volante con Francini. Ed è tutto. L'Avellino a sua volta ha impegnato Martina due volte, al 44' con un sinistro in controbalzo da fuori di Lucarelli, bravissimo il portiere granata, e al 54' con un colpo di testa di Zandonà respinto d'istinto. Esaurito il taccuino, restano i giudizi e i perché. Il Torino, passato presto in vantaggio, non ha saputo sfruttare come solitamente sa fare il momento favorevole, vale a dire la necessità dell'Avellino di portarsi in avanti per risalire la china. Per la verità la squadra di Angelillo non si è mal troppo scoperta, e va riconosciuta a suo merito la grande attenzione nel marcamento a tutto campo, la qual cosa comporta notevole dispendio di energie. Ma il Torino, almeno ieri, non appariva in grande giornata a centrocampo, là deve nasce il gioco. Junior e Dossena, il primo più del secondo, hanno sbagliato oltre il lecito, e non scopriamo certo la luna se diciamo che gli errori nel momento del ribaltamento del gioco, quando la squadra passa dalla difesa all'offesa, possono risultare molto pericolosi perché lasciano via libera al contropiede avversario. La prova sotto tono di Junior e Dossena ha finito con l'influire negativamente anche su Sclosa, il quale per aiutare se stesso ha bisogno dell'aiuto degli altri, cioè dello scambio preciso coi compagni di linea. Benino hanno invece giocato Ferri, Beruatto e Pileggi, molto ispirato quest'ultimo in occasione del primo gol, bene si è comportato Francini nel controllo di Ramon Diaz, sempre pericoloso negli spazi stretti malgrado lo scarso appoggio dei suoi, e benissimo si è mosso Zaccarelli, vecchio capitano saggio e miglior uomo in campo. Zac ha fatto il libero e il centrocampista, sempre elegante nel tocco e tempista negli interventi. Ha sbagliato un solo passaggio, se ricordiamo bene, e ci pare che il dettaglio spieghi da solo la sua grande partita, se teniamo conto che i granata ieri hanno fatto quasi a gara nel regalare la palla agli avversari. |
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