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Grezar |
28/08/1985 |
h.20.45 |
TRIESTINA - TORINO 1-1 (1-1) Triestina: Bistazzoni, Costantini, Bagnato, Salvadé, Cerone, Braghin, De Falco, Strappa, Di Giovanni (al 78' Chiarenza), Romano, Cinello. A disposizione: Orlando, Scaglia, Zanin. All. Ferrari. Torino: Martina, Danova, Francini, Zaccarelli, Sabato, Ferri (al 75' Corradini), Pileggi, Beruatto, Schachner, Dossena, Comi. A disposizione: Copparoni, Cravero, Mariani, Pusceddu. All. Radice. Arbitro: Longhi di Roma. Reti: De Falco 18' (Tr), Pileggi 27' (To). Spettatori: 11.862 paganti per un incasso di 121.463.000 lire. Note: All'87' De Falco fallisce un calcio di rigore calciandolo di poco fuori, a lato, della porta di Martina. Cronaca [Tratto da La Repubblica del 29 agosto 1985] Gigi Radice ritrova vecchi amici, a Valmaura affilò i tacchetti, lo aspettava Gipo Viani per lanciarlo nel Milan che più tardi avrebbe sbancato l'Europa. Da Treviso viene anche Mario David, una fetta di storia rossonera, direttamente collegata a Radice. Il tecnico del Torino ha seguito tre volte la Triestina nella passata stagione: sempre per lo stesso motivo, sincerarsi dei progressi di Romano. Se Dossena se ne andava, il giovane alabardato avrebbe pututo prenderne il posto. Ma l'affare non si fece. Romano è rimasto a Trieste, dove la gente aspetta da 26 anni di ritornare in serie A. Ma i triestini sono pazienti: attendono da più di trent'anni di risolvere i loro problemi nell'ambito centroeuropeo. Come si vede, sanno attendere. L'assalto alabardato dell'anno scorso verso la massima divisione, con Giacomini, è stato vano, si ritenta alla guida di Ferrari. Romano è stato nominato uomo-squadra ed è proprio lui che mette nei guai Radice, magari con un pizzico di cattiveria: non mi avete voluto, vi punisco io. E il Toro, che vorrebbe vincere per garantirsi il passaggio in Coppa Italia, soffre. Senza Junior è un'altra cosa, la Triestina ha impulsi garibaldini. Romano tiene nelle sue mani il centrocampo, De Falco non si imbriglia facilmente. Danova mostra di temerlo. De Falco è alla prima partita di Coppa, ha definito la somma che De Riu dovrà versargli, si è messo il cuore in pace e così si incunea felice nella retroguardia granata, piuttosto traballante. Il gol non tarda. Al 18' una correzione di testa di Cinello trova appostato in profondità De Falco verso l'angolo più basso, a sinistra, dell'area granata. De Falco è un'anguilla, Zaccarelli tenta di bloccarlo, ma il triestino non si fa fermare: un gran destro in diagonale e Martina è costretto a cedere. Proteste violente dei granata, ma Longhi non abbocca. Zaccarelli mostra la maglia, come a dire: mi ha strattonato impedendomi di intervenire. Nove minuti dopo, al 27', il Torino riaggiusta la situazione: Pileggi da venticinque metri indovina una autentica bomba, con il sinistro. Tutto da rifare. Dopo i due gol un po' di narcotico, con un vivace risveglio soltanto nei primi minuti della ripresa, guando lo stadio balza in piedi urlando, siamo al 55', ma l'incornata di Cinello si perde a qualche centimetro dal palo. La Triestina è sempre decisamente aggressiva, ma il Torino non si fa più sballottare come nella prima parte della gara. Dossena ha trovato la misura, il suo passo è quello giusto, spesso semina il panico fra gli avversari, ma occasioni vere e proprie da gol ce ne sono poche. L'atteso Comi si vede raramente, Sabato, che in pratica si è assunto l'incarico affidato generalmente a Junior, è bravo nel lavoro di filtro, ma un po' meno in quello di rilancio. I suoi suggerimenti lunghi non sono certo quelli del brasiliano. Il Torino non è che abbia mostrato gran che, ma è chiaro che a un certo punto avrà pure pensato che il pareggio gli stava bene. E per questo si è un po' attestato nella sua zona lasciando a Dossena il compito di impensierire l'avversario. Ma forse ha fatto male i suoi conti: all'87' Chiarenza entra in area dalla destra, sfuggendo a tutti i marcatori, ma non a Sabato che tranquillamente lo stende in mezzo all'area. Calcio di rigore, ultima possibilità per la Triestina di assicurarsi i due punti: ma De Falco, cui è stato affidato l'incarico di battere il penalty ha sbagliato nettamente il tiro di destro, rasoterra, buttando la palla sul fondo. Gesto di disperazione, inutile, ovviamente, e gran giubilo dei giocatori granata che così hanno salvato l'1-1. |
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