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Partenio |
10/11/1985 |
h.14.30 |
AVELLINO - TORINO 0-0 Avellino: Di Leo, Ferroni II, Amodio, De Napoli, Galvani (all'80' Vullo), Zandonà, Agostinelli, Lucarelli, Bertoni A., Colombo, Alessio (al 78' Batista). A disposizione: Coccia, Romano II, Murelli. All.: Robotti e Ivic. Torino: Copparoni, Corradini, Rossi E., Cravero, Junior, Ferri I, Beruatto, Sabato, Schachner (all'80' Osio), Dossena, Comi. A disposizione: Biasi, Pusceddu, Lerda, Brambati. All.: Radice. Arbitro: Lanese di Messina. Reti: - Spettatori: 26.176 di cui 10.225 paganti e 15.951 abbonati. Cronaca [Tratto da La Stampa dell'11 novembre 1985] Brutto Avellino, pessimo Torino, fanno zero a zero sul campo e uno a uno in classifica. Se questo è il più bel campionato del mondo, è vero che gli asini volano! Novanta minuti di nulla, un no-contest che nel calcio non esiste e finisce per premiare chi non merita nulla. Viva il calcio inglese che, con i suoi tre punti al vincente, evita almeno questa programmata mancanza di combattività. La colpa maggiore e del Torino, visto che aspira a un ruolo importante nel campionato, se non s'è vinto stavolta in trasferta non si vincerà mai più. E' vero, il Torino era in formazione, riveduta e corretta, ma di fronte aveva una squadra strutturalmente debole e priva per di più del solo uomo di classe, dell'unico capace di segnare, Ramon Diaz. Poteva impostare la partita come meglio credeva e non l'ha fatto per carenza propria, per mancanza di determinazione c volontà. Il voto peggiore va a Dossena, ma stavolta non se ne avrà a male visto che di mezzo punto lo sopravanza Junior, entrambi ampiamente lontani dalla sufficienza Schachner ha fatto scuola, non è migliorato lui, ma sul suo livello si sono adagiati In tanti. Dossena riesce a cogliere la maglia nera per il clamoroso numero di palle perse, ventidue, due per ogni avversario portiere compreso, ma la sua serie di errori non è meno grave della mancanza di idee di Junior. Il brasiliano non ha mai impostato un'azione in profondità, né ha mai tentato un affondo per conto proprio; ha battuto quattro punizioni, ne ha messa una sola nel rettangolo di porta (20') centrale, facile facile per Di Leo. La palla ha girato e girato a semicerchio, impiegando anche due minuti prima di finire sul piedi di un difensore avversario. Schachner ha fatto tre agganci utili, perdendosi al passaggio successivo, Comi è rimasto più o meno sul medesimo livello. Un po' di vivacità soltanto da Beruatto, che non avrà classe poverino, però perlomeno si impegna, si muove, e da Ferri un altro con piedi un po' ruvidi ma vivo e volenteroso. E dire che dietro rischi proprio non se ne correvano. L'Avellino non ha punte all'infuori di Diaz, dopo che ha convertito Alessandro Bertoni al ruolo di marcatore. Ivic ha preferito non tornare indietro ed ha messo Bertoni su Junior, col risultato di non avere mai nessuno in arca avversarla. S'è - giustificato spiegando che l'assenza di Benedetti, altro uomo trasformato da centrocampista à difensore, gli aveva reso di cristallo la difesa e c'era bisogno di una linea di interdizione a centrocampo. Capite quindi cos'è successo? L'Avellino non passava mai la metà campo per convinzione, e il Toro vi si avventurava raramente e con manovre diversive, dopo che in difesa la palla era stata in qualche modo controllata. Se vogliamo trovare una nota positiva, c'è l'ottimo esordio di Roberto Cravero, ventun anni, e un futuro designato da libero in granata, quando Zaccarelli deciderà di non faticare più. Buon colpitore di testa e di piede, calmo e riflessivo, soprattutto dotato di un ottimo senso della posizione. Dietro di lui, quasi un esordio dopo quattro anni di assenza dal campionato per responsabilità piene, il veterano Copparoni, sicuro e tranquillo pur nella relativa pace concessagli dagli avversari. L'unico rischio Copparoni lo ha corso al 6' quando Colomba ha lanciato Alessandro Bertoni in area. Il portierone granata è uscito a valanga e, lungo per terra, ha respinto di piede pallone e pericolo. Dall'altra parte Di Leo ha sicuramente tremato quando Beruatto (76') ha messo un bel pallone al centro che Schachner è riuscito ad allungare di testa por Comi: il ''nuovo Serena'' libero e solo ha toccato di testa, dolcemente nelle braccia del portiere, laddove il vecchio e vero si sarebbe proiettato con ben diversa forza e grinta. Qualche falciata di troppo su Junior, bersagliato da Bertoni, ma anche dal patetico Lucarelli, il solito educato (ma antipatico) ostruzionismo di Colomba troppo tollerato da Lanese, grigio nell'arbitraggio come ispirava la partita: Forse ci voleva Wurtz per sbloccare il risultato quando al 76' Zandonà sfiorava con la mano un centro basso di ferri per Schachner. Lanese, considerato il destinatario, lasciava correre e Ferri protestava giusto per dovere. Tutto qui e per fortuna arriva la pausa internazionale. Potranno rientrare gli infortunati, svanirà per i granata il brutto ricordo di Spalato. |
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