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Marassi |
26/01/1986 |
h.14.30 |
SAMPDORIA - TORINO 0-0 Sampdoria: Bordon, Mannini M., Pari, Scanziani, Vierchowood, Pellegrini I, Vialli, Souness, Lorenzo, Salsano, Mancini. A disposizione: Bocchino, Galia, Paganin I, Aselli, Ganz. All.: Bersellini. Torino: Copparoni, Corradini, Rossi E., Zaccarelli, Junior, Ferri I (al 65' Lerda), Beruatto, Sabato, Schachner, Dossena, Comi. A disposizione: Biasi, Cravero, Brambati, Osio. All.: Radice. Arbitro: Paparesta di Bari. Reti: - Spettatori: 31.281 di cui 21.165 paganti e 10.116 abbonati. Note: Ammoniti Scanziani, Vialli, Pari, Comi e Mannini. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 gennaio 1986] Cominciamo dalla fine, dal tifosi della Samp che hanno lasciato Marassi infuriati per i misfatti, a loro dire, dell'arbitro Paparesta, il quale per la verità fra i tanti errori commessi si è reso colpevole di quello più grave, agli occhi del pubblico doriano: di non aver preso le parti della squadra di casa. Ma le emozioni dei tifosi, a ben vedere, erano rese più calde e vibranti dalle vicende conclusive di una partita che il Torino ha controllato senza problemi nel primo tempo e che la Samp ha dominato nel finale concentrando nell'ultimo quarto d'ora episodi e occasioni. Dominato forse è un po' troppo, diciamo che è stato un buon momento di pressione e che la Samp, con un pizzico di fortuna, avrebbe anche potuto vincere, se Lorenzo non avesse colpito il palo di testa e se Zaccarelli con un intervento da kamikaze non avesse deviato d'istinto sulla linea, con la prontezza di riflessi e l'agilità di un ragazzo, il susseguente tiro da due passi di Souness, il quale ci è parso ormai cosi sicuro di segnare che non si è preso neppure il disturbo di prendere la mira. Tutto questo è accaduto al 75', Samp all'attacco e Torino in trincea, ma alla base c'è un episodio che spiega e giustifica il prudente atteggiamento dei granata nel finale, Al 65', in uno scontro con Vialli sulla fascia destra d'attacco della Samp, Ferri si procurato una sublussazione alla spalla destra ed è uscito dal terreno di gioco in barella. Radice, senza difensori di ruolo in panchina, ha dunque mandato In campo il giovane Lerda, un attaccante, ed ha arretrato Comi a far lo stopper su Lorenzo (soluzione non nuova), mentre Corradini si spostava su Vialli, una picconi rivoluzione di ruoli che ha un poco alterato il meccanismo tattico del Torino, fino a quel momento pressoché perfetto nel soffocare sul nascere le iniziative, peraltro piuttosto fiacche, degli avversari della Samp. E cosi Vialli al 69' ha impegnato Copparoni in una bella deviazione in angolo su tiro-cross da destra, al 75' Lorenzo ha avuto l'unico spunto di una grigia partita anticipando l'uscita del portiere del Toro con il colpo di testa che ha portato al palo e a tutto il resto e all'80' Vialliè caduto lungo in area a contatto con Corradini senza che l'arbitro fischiasse lì rigore, peccato mortale per i tifosi di fede doriana poco propensi al per dono dopo le troppe incertezze mostrate in precedenza dal direttore di gara. All'85' infine è stato Mancini a sciupare una bella occasione, destro al volo a lato su cross di Mannini e testa di Scanziani, e la descrizione del finale ci pare sufficiente a spiegare l'amarezza e la delusione del tifosi, al quali però rimproveriamo di avere la memoria corta, oltre che la facile invettiva. In realtàil Torino, fino all'incidente di Ferri, ha giocato meglio della Samp, che non è mai riuscita a tirare in porta ad eccezione di una specie di cross di Salsano parato senza problemi da Copparoni al 53'. Molto attento a centrocampo, aggressivo nel contrasto, pronto al raddoppio di marcatura, il Torino ha impedito agli avversari di ragionare, una volta in possesso di palla, sicché la pensata di Bersellini di confermare l'attacco a tre punte, con Lorenzo in campo e Galia in panchina, si è rivelata in fondo un bel fiasco. Radice ha messo Ferri su Vialli, Corredini su Lorenzo ed Ezio Rossi su Mancini, e la difesa granata, sostentata da un centrocampo mobilissimo, ha svolto semplice lavoro di routine, ci pensavano quelli in mezzo, Dossena e Sabato soprattutto, a rompere alla fonte l'azione avversaria. I tre attaccanti della Samp non hanno in pratica toccato palla; un bravo, oltre alle vicende del campo, va in particolare ad Ezio Rossi, il quale ha avuto la forza d'animo di giocare all'indomani della morte del padre. Il Torino aveva il lutto al braccio, prima dell'inizio è stato rispettato un minuto di raccoglimento. Non possiamo onestamente sostenere che sia stata una bella partita, per quanto riguarda occasioni e spettacolo. Nel primo tempo non è successo nulla, se si escludono un centro di Beruatto deviato in angolo da Bordon (10'), una punizione centrale di Junior da posizione angolata (17'), un destro sghimbescio di Mancini su centro di Vialli (32') ed un tiro alto da fuori di Sabato su rinvio della difesadoriana (38'). Ma il gioco vero, quello fatto di contrasti e talora di rudezze, avveniva in realtà lontano dalle due aree di rigore. Un gioco teso a rompere più che a costruire, il che spiega anche le cinque ammonizioni (Scanziani, Vialli, Pari, Comi e Mannini). Nella ripresa le cose non sono cambiate, almeno all'inizio, e non si vedeva come la Samp, malgrado la bella prova di alcuni suoi uomini,: Mannini, Scanziani e Vierchowood su tutti, potesse riuscire a dar pensieri alla difesa granata. Anche il Torino in verità osava poco, Schachner solo in attacco e contropiede raramente affondato, ma evidentemente a Radice andava bene un pareggio. |
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