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Comunale |
16/03/1986 |
h.15.00 |
TORINO - AVELLINO 1-0 (0-0) Torino: Copparoni, Corradini, Francini, Zaccarelli, Junior, Cravero (al 79' Pusceddu), Beruatto, Sabato, Schachner (al 66' Mariani P.), Dossena, Comi. A disposizione: Biasi, Rossi E., Osio. All.: Radice. Avellino: Coccia, Murelli, Romano II, De Napoli, Garuti, Amodio (al 90' Galvani), Bertoni A., Benedetti P., Diaz (all'82' Agostinelli), Batista, Colomba. A disposizione: Zaninelli, Lucarelli, Pecoraro Scanio. All.: Robotti. Arbitro: Coppetelli di Tivoli. Reti: Pusceddu 87'. Spettatori: 21.935 di cui 10.913 paganti e 11.022 abbonati. Note: Ammoniti Murelli, Batista e Romano. Cronaca [Tratto da La Stampa del 17 marzo 1986] Vittorio Pusceddu, l'uomo della svolta. A tre minuti dal termine, con la collaborazione di un'astuta finta di Junior, ha scaricato un sinistro rovente, su punizione da oltre venti metri, nell'angolo basso sulla sinistra dell'impietrito Coccia, regalando il successo scacciacrisi al Torino su un Avellino che si era battuto bene e già accarezzava il punto importantissimo per la salvezza. Un gol rabbioso, decisivo come quello che aveva segnato a San Siro con l'Inter, per questo ventiduenne sardo che Radice ha mandato in campo al 78' al posto del bravo Cravero, vittima di crampi dopo il massacrante lavoro svolto per contenere Colomba e appoggiare le offensive. Nel bene o nel male, Pusceddu era destinato a diventare protagonista del risultato. Per fermare Alessandro Bertoni, lanciato da Batista in uno dei rari contropiede della ripresa, Pusceddu commetteva un fallo ai danni dell'avversano all'84'. L'arbitro Coppetelli, però, ammoniva Bertoni per simulazione. Se avesse concesso il rigore, probabilmente per il Torino sarebbe stato impossibile evitare la sconfitta-beffa e il malcapitato Pusceddu avrebbe subito le inevitabili ortiche. Viceversa. Coppetelli non ha visto bene o, forse, ha applicato la legge della compensazione nei riguardi del Torino che aveva reclamato per tre sospetti interventi nell'area degli irpini (al 1' di Garuti su Schachner. Al 51' di De Napoli su Corradini e al 54' di Romano su Cravero) e Pusceddu, poco dopo, s'è coperto di gloria. Un gol importantissimo: non solo ha consentito al Torino di riavvicinarsi alla zona Uefa ma ha evitato il pericolo di una nuova contestazione Dopo due sconfitte, un altro passo falso avrebbe determinato un brutto contraccolpo psicologico sulla squadra e sui tifosi. Diciamo subito che il Torino ha meritato il successo anche se ha tremato, specie nel primo tempo, sugli spunti di Ramon Diaz, validamente sostenuto da una squadra organizzata e in salute. Francini, mancino come l'argentino, è riuscito a prendergli le misure soltanto nel : la ripresa. Diaz, con i gradi di capita| no. Ci teneva a ben figurare | ma soprattutto voleva contri| buire ad un risultato utile. Al ! 24', su un maldestro rinvio di j Zaccarelli (l'unico neo di una ! Bella prestazione) e lancio di Bertoni, Diaz sparava di poco a lato; alla mezz'ora impegnava severamente Copparoni e al 37' colpiva l'esterno della rete. Insomma una spina nel fianco della difesa granata, un campanello d'allarme costante. Ma è stato il Torino, pur non brillando, a costruire il maggior numero di occasioni sia nel primo che nel secondo tempo. Affanno, mancanza di lucidità, sfortuna, imprecisione, hanno consentito all'Avellino di evitare danni. Junior, che ha ampiamente riscattato Bari con la sua sapiente regia vincendo il derby brasiliano con Batista, aveva scosso la traversa su punizione al 10'. Un tiro di Cravero deviato da Schachner, era stato intercettato in extremis da Coccia (15'), ma la palla-gol più clamorosa la sciupava Sabato (34'). Il migliore in campo. Su bell'assist di Comi, Sabato non riusciva ad aggiustarsi il pallone di testa, sballando poi la conclusione. Al 40' su errore di Romano, Comi si presentava solo davanti a Coccia, lo aggirava ma poi. Anziché servire Junior, Schachner o Dossena, voleva strafare e la retroguardia recuperava. Nel primo tempo il pubblico aveva fischiato certi svarioni, beccando in particolare le punte Schachner e Comi in difficoltà con Garuti e Amodio. La ripresa vedeva il Torino quasi costantemente all'attacco. Cresceva Dossena e la manovra diventava più efficace anche se non c'erano sbocchi. Sabato, che ha vinto nettamente il duello con De Napoli, colpiva un'altra traversa (60') e cinque minuti dopo Mariani subentrava a Schachner. Romano veniva ammonito (in precedenza cartellino giallo per Murelli e Batista), poi Coccia negava il gol ad una bomba ravvicinata di Sabato (80'). Pochi secondi dopo, Diaz infortunatosi in un tackle con Francini, cedeva il posto ad Agostinelli. Quando i giochi sembravano fatti, la rasoiata di Pusceddu premiava gli sforzi del Torino, vanificando quelli dell'Avellino. |
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