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Del Duca |
08/02/1987 |
h.15.00 |
ASCOLI - TORINO 1-1 (1-0) Ascoli: Pazzagli, Destro, Benedetti, Iachini, Trifunovic, Pusceddu, Bonomi, Giovannelli, Vincenzi (al 79' Agostini), Marchetti, Barbuti. A disposizione: Corti, Perrone, Carillo, Agabitini. All.: Castagner. Torino: Lorieri, Corradini (al 31' Rossi E.), Francini, Cravero, Junior, Ferri I, Pileggi (al 61' Beruatto), Sabato, Kieft, Dossena, Comi. A disposizione: Copparoni, Zaccarelli, Lerda. All.: Radice. Arbitro: Paparesta di Bari. Reti: Barbuti 6' (A), Junior 76' (T). Spettatori: 12.532 di cui 3.840 abbonati e 8.692 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 9 febbraio 1987] Non è più soltanto una sindrome da trasferta, ma un vero e proprio malessere. Per fortuna, il Torino raccoglie almeno il punto per consolarsi, e per addolcire un pomeriggio tanto strano quanto inspiegabile. La partita di ieri con l'Ascoli presenta molte analogie con quella pareggiata a Udine, ma almeno in Friuli l'avversario era forte, molto più di quanto fosse il collettivo di Castagner. Eppure i rischi si sono moltiplicati rispetto a quel lontano ricorso storico, tanto che lo stesso Radice ha ammesso che "se avessimo subito un paio di reti nel primi dieci minuti, nessuno avrebbe potuto sollevare obiezioni". Quell'onest'uomo di Radice non poteva nascondersi dietro l'ombra sottile di un dito, tanto macroscopico era apparso lo stordimento della difesa sotto il pressing iniziale dell'Ascoli. Baldi, anche se poco lucidi, i marchigiani hanno trovato soltanto la fiamma di una rete, quella di Barbuti. Poi han proseguito la marcia senza trovare opposizioni se non In Junior e Ferri (primo tempo) e Junior, Ferri e Dossena (nella ripresa). Ma visto che nel calcio si gioca in undici, l'idea di una rimonta si faceva via via più improbabile. Ma l'Ascoli, forse credendo di aver già ma tato il Toro, ne vendeva stoltamente la pelle. E, dopo aver dissipato altri tesori di opportunità (Vincenzi due volte, Pusceddu e Bonomi fallivano puntualmente il bersaglio della porta), subiva il risveglio granata, che era pur sempre un torpore pigro. L'Ascoli, nei suoi calcoli, non aveva incluso il nome di Junior, lasciato un po' libero per occuparsi di più e meglio di un risorto Dossena. Junior non gradiva l'idea di un'ennesima sconfitta in trasferta e moltiplicava l'impegno per riequilibrare il termine del punteggio. Allargava sulla destra per Ferri un pallone che il compagno gli restituiva sollecito: pronto l'aggancio ed un tiro con una giocata da fuoriclasse: Leo ha trovato modo di coordinarsi e si è cimentato in una giocata che poteva finire tra i fischi. E' finita in fondo alla porta dell'Ascoli perché il portiere, Pazzagli non ha avuto modo di riflettere: ci metto il pugno o ci metto la mano, ci arrivo con due passi o mi butto in tuffo..? Adesso ad Ascoli recriminano sul punto gettato al vento. Però quando Junior non si perde in invettive e si concentra al massimo, poco rimane da fare per gli avversari. Anche a 33 anni, anche nel freddo dell'inverno: il tiro parte secco, la gioia prorompe schietta. E sulla panchina nessuno più mugugna, il pari discendeva dal cielo come manna provvidenziale. E Radice, a quel punto, poteva finalmente sorridere. Se non altro per aver dribblato, ad un quarto d'ora dalla fine, una totale figuraccia. Ora c'è di nuovo una sosta, e forse Gigi farà distendere i suoi ragazzacci sul lettino dell'infermeria, per psicanalizzarli: chissà che non venga fuori una teoria affascinante. Perché il Torino formato Coppa Uefa fuori casa non si à mai comportato male. Dunque, i conti non tornano e su di essi va fatta luce completa. |
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