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Comunale
15/03/1987
h.15.00
TORINO - ATALANTA 0-0
Torino
: Copparoni, Rossi E., Francini, Ferri, Junior, Beruatto, Zaccarelli (al 70' Lentini), Sabato, Kieft (all'82' Mariani), Cravero, Comi. A disposizione: Lorieri, Pileggi, Bresciani. All.: Radice.
Atalanta: Piotti, Rossi G., Barcella, Icardi, Progna, Prandelli, Francis (al 90' Incocciati), Bonacina, Strömberg, Magrin, Limido (al 70' Pasciullo). A disposizione: Malizia, Boldini, Perico. All.: Sonetti.
Arbitro: Longhi di Roma.
Reti: -
Spettatori: 19.111 di cui 9.893 abbonati per una quota partita di 164.339.000 lire e 9.218 paganti per un incasso di 78.677.500 lire.
Note: Ammoniti Barcella e Beruatto. Incidenti prima della partita tra supporter bergamaschi e ultras del Torino nelle zone adiacenti lo stadio. I 9.218 paganti rappresentano il minimo stagionale di paganti per questa stagione.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16 marzo 1987]
Un punticino per il Toro, dopo tre sconfitte di seguito in campionato, ma il lento e sudatlsslmo passo in avanti, alla vigilia tanto sospirato da Junior, è arrivato fra ampi sbadigli e fischi solenni. E anche fra bastonate e cazzotti, ma questo è successo prima e dopo e, onestamente, non riusciamo a capire perché. Niente gol, vecchia storia, e stavolta pure niente gioco, brutto segno, il che da la dimensione di quanto sia stata povera e noiosa la partita con l'Atalanta, a cui in ogni caso dobbiamo riconoscere il merito d'aver ottenuto con decoroso coraggio, se non con limpido stile, il pareggio che cercava. I guai, al contrario, sono tutti del Torino, compreso il record negativo dei paganti: stagione storta, e abbiamo purtroppo l'impressione che non sia ancora finita. I granata non segnano da 554 minuti, gol di Junior al 76' di Ascoli-Torino, 1-1, 8 febbraio scorso: 6 partite mettendoci insieme anche le 2 di Coppa, con il Cagliari e il Tirol. E non vincono da 43 giorni, 7 gare, dal 1 febbraio in casa con il Como, splendida semirovesciata di Dossena, scrivono le cronache. Le cifre definiscono la crisi, ma non la spiegano: ci sono cose, nel Torino, che sfuggono ad ogni tentativo di comprensione, prima fra tutte questa specie di sdoppiamento che finora ha segnato, fra squilli di tromba e cupi rintocchi di campana, la enigmatica stagione dei granata, grandi in Europa e deludenti in Italia. Ma il mistero non è buffo, non fa ridere, almeno questa è l'opinione nostra: e crediamo che preoccupati siano anche i tifosi, che vedono scivolare la loro squadra verso i melmosi terreni della retrocessione e non traggono consolazione piena da un vago sogno di Coppa, mercoledì ad Innsbruck, l'augurio è che in campo scenda un altro Toro. Che cosa sta succedendo alla loro squadra? Perché la strada del gol è diventata tanto erta e difficile? Qual è il mal sottile che frena i muscoli e soffoca il grande cuore granata? Ieri mancava Dossena, nel Torino, e l'assenza si è sentita anche se il numero dieci, di questi tempi, non si dimostra sempre al massimo della forma. Sono mancati i suoi cambi di ritmo, le sue accelerazioni, la sua fantasia, e così il Torino è stato prevedibile e impacciato, lento, incapace di inventare una sola azione davvero pericolosa nell'area gremitissima dell'Atalanta, là dove occorrevano rapidità e scaltrezza, A 20' dalla conclusione Radice ha tentato anche la carta Lentlni, il ragazzo della Primavera che ricorda in movenze e stile, cosi giurano, il grande Claudio Sala. Ma anche l'ingresso di Lentini non è servito. Il Toro arrancava, come ad Empoli, e l'Atalanta minacciava in contropiede dopo aver resistito, facendo barricate all'avvio in verità abbastanza vivace dei granata. Vivace per impegno e continuità, eppure mai pungente, Fiotti non ha sudato fra i pali: un sinistro di Kieft parato a terra, una deviazione su colpo di testa di Cravero, un altro tiro di Kieft, poco lavoro e tutto nel primo tempo. Ripresa di totale riposo se si esclude un'uscita sui piedi di Junior lanciato da Cravero. Cravero è stato il migliore del Torino, ha classe e visione di gioco, sa giocar palla anche nell'area altrui, dove solitamente non è di casa. Peccato soltanto che ieri, mancando Dossena, nessuno sapesse utilizzare con intelligenza e sapienza la fascia destra d'attacco. Risultato: tutte le manovre offensive nell'imbuto, tutti i palloni sul piedi di Progna, abile a chiudere e aiutato nelle sue glorie dalla cieca disposizione del Torino a dar testate contro il muro. L'Atalanta, in realtà, dopo aver subito l'urto per una decina di minuti, è uscita dal guscio e per poco non è andata in gol al 12'. Francis ha ricevuto da Progna, a sinistra, intanto che Copparoni andava a passeggio fino al limite dell'area: l'inglese non ha visto, tutto teso al controllo, e così ha mandato fra le braccia del portiere invece di tentare il pallonetto. Altro non è successo, il Torino aggrediva senza lucidità, sbagliava, l'Atalanta si difendeva con ordine e ribatteva in contropiede, copione scontato e per niente divertente. Il primo tempo è stato combattuto, almeno, il secondo una noia mortale, con il pubblico che si chiedeva cosa potrà accadere mercoledì in quel di Innsbruck. L'ultimo brivido è venuto da Francis, che ha spedito a lato di testa un centro di Magrin quando mancava un minuto alla fine e già i tifosi erano tutti in piedi, pronti a fischiare i loro poveri eroi stanchi.