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San Vito |
23/08/1987 |
h.20.30 |
COSENZA - TORINO 0-1 (0-0) Cosenza: Simoni, Marino, Giansanti, Castagnini, Presicci, Giovannelli, Del Nero (al 46' Bergamini), Urban, Maniero (al 70' Lombardo), Galeazzi, Padovano (al 56' Montrone). A disposizione: Fantini, Ruvolo. All.: Di Marzio. Torino: Lorieri, Corradini, Ferri, Crippa, Benedetti, Cravero, Berggreen (al 66' Fuser), Sabato, Polster (al 70' Lentini), Comi, Gritti. A disposizione: Zaninelli, Di Bin, Pileggi. All.: Radice. Arbitro: Luci di Firenze. Reti: Gritti 62'. Spettatori: 14.218 paganti per un incasso di 213.731.000 lire. Note: Con oltre 200 milioni, il Cosenza batte il proprio record di incasso nella sua storia. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 agosto 1987] Per tradurre in certezze le proprie speranze, per collaudare le proprie risorse e soprattutto i giovani davanti alla prospettiva concreta dei due punti, il Torino si è visto spedire sull'estremo lembo della penisola. Banco di prova, il Cosenza di Di Marzio, un ex (relativamente alla serie A) decaduto e smanioso di rimbalzare nuovamente, almeno per una volta, sui grandi titoli dei giornali. Premessa doverosa, questa, per inquadrare le difficoltá tecniche e ambientali nelle quali la squadra di Radice si è trovata a operare, riuscendo, alla fine, a cogliere il successo con gol di Gritti su assist di Crippa. Festa e grande attesa sugli spalti. Gli sportivi calabresi hanno avuto una delle rare opportunità loro consentite di vedere all'opera una squadra d'elite e lo stadio, a un'ora dall'inizio, era giá affollatissimo. Da parte dei 20 mila presenti c'è ammirazione e attesa per gli ospiti, ma anche la segreta (e neppur tanto) speranza che ad opera dei beniamini si realizzi l'impresa clamorosa. Nei primissimi minuti, anche questo è un classico, è la squadra di casa a togliere il respiro agli illustri ospiti, ma al 4' un traversone tagliante di Crippa offre a Gritti l'occasione per una bella deviazione di testa che il portiere blocca. I granata si sforzano di ragionare, ma gli avversari, tutti di stazza notevole, non concedono pause di riflessione è Corradlni, in un paio di occasioni, deve stroncare con energia i tentativi compiuti dall'avversario diretto per involarsi verso l'area di rigore. Contemporaneamente anche Polster fa le spese della rigida guardia attuata nei suoi confronti da Presicci. Sperimentare quale tipo di marcatura sarà costretto a subire a casa nostra non gli fa neppur male. Al 15' l'austriaco si trova nel bel mezzo di un rimpallo, fra i difensori c'è un attimo di sconcerto e lui ne approfitta per voltarsi e tirare secco in porta. Simoni ribatte come può l'improvviso proietto che gli arriva addosso. Berggreen e Crippa (il ragazzo, oltre ad avere stoffa, possiede carattere perchè non dimostra davvero di soffrire patemi da titolarità) sospingono la manovra e Sabato li segue con grande attenzione mentre Comi appare soprattutto impegnato a studiare il ruolo e a valutare spazi che gli sono ancora poco abituali. Qualche azzardata controapertura realizzata in coppia da Ferri e Benedetti comporta sbandamenti difensivi che sono cause a loro volta di brividi che corrono lungo la schiena del loro compagni. I due, quando è il momento, si sgancino pure ma possibilmente in armonia con il reparto. Al 32' il Cosenza si rende pericoloso con un'azione tra Urban e Padovano che manda la sfera a fil di palo. La tensione cresce con il trascorrere dei minuti e gli scontri, inconcepibilmente, si susseguono. L'arbitro ammonisce Giansanti, ma forse pecca per difetto perchè nell'elenco del cattivi qualcun altro, di entrambe le parti, meriterebbe di tener compagnia al difensore cosentino. Gli spettatori, è naturale, partecipano come possono e ogni volta che il Torino tocca la palla sono fischi da lacerare i timpani. L'arbitro, forse stupito anche lui per la strana atmosfera che si è instaurata sul terreno di gioco, al 39' ammonisce anche Glovannelli, della cui irruenza ha fatto le spese Crippa. Un peccato questo clima perchè rincontro potrebbe riservare qualcosa di meglio: come dimostra ad esempio Polster il quale al 40', nonostante la lentezza dei movimenti, fugge in dribbling, resiste ad un paio di cariche e spedisce un fendente basso che fila appena fuori. Le due squadre hanno lasciato negli spogliatoi tutte le animosità che le avevano incattivite nel primo tempo, buon segno, almeno per quanto riguarda la serenità dello spettacolo. Certe titubanze difensive del Toro convincono la squadra di Di Marzio che il miracolo è possibile e all'inizio della ripresa Urban crea grattacapi ai granata: buon per loro che nel centrocampista cosentino, all'estro e alla potenza, non faccia riscontro la precisione e due sue sventagliate risultino quindi abbondantemente imprecise. Azione combinata dalla difesa granata al 54': scende Ferri sulla sinistra e manda un traversone in mezzo all'area, Corradlni corregge di testa la traiettoria del pallone, ma il portiere calabrese blocca con sicurezza. Crippa dimostra tutto il suo talento al 62' quando carpisce la palla a Urban in difficoltà a centrocampo, avanza e la offre a Gritti il quale, fatto qualche passo, spara una fucilata a mezz'altezza che Simoni non vede neppure. Le qualità dell'attaccante erano conosciute, non così quelle del giovane mediano che a ogni impegno si dimostra ormai un uomo prezioso. Veloce, tenace nel contrasto, capace d'intuire con prontezza gli sviluppi del gioco e perfino pericoloso nel tiro. Una lieta sorpresa. La rete segnata dal Toro ha spento le velleità del Cosenza le cui iniziative diventano meno insistenti: i granata possono muoversi con assillo minore e le loro trame risultano più efficaci. Al 74' Simoni deve precipitarsi a togliere la palla dal piedi di Polster, sempre puntuale a ricevere i suggerimenti subito dopo. Radice manda l'austriaco a riposare sostituendolo con Lentlni e la decisione sembra giusta perchè Polster, ancora alle prese con le difficoltà dell'ambientamento, ha già fatto il suo dovere. Un brivido ali'84 quando Lorieri, sempre tempestivo, è chiamato a bloccare a terra un tiraccio basso di Castagnini e a ribattere una tremenda fucilata di Giansanti, il Cosenza butta in campo gli ultimi spiccioli di speranza. La sua pressione ridiventa tenace, ma è destinata a restare vana. |
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