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Partenio |
13/09/1987 |
h.16.00 |
AVELLINO - TORINO 2-1 (1-0) Avellino: Di Leo, Ferroni (al 46' Gazzaneo), Colantuono, Boccafresca, Amodio, Romano, Bertoni, Benedetti, Anastopulos, Colomba, Schachner. A disposizione: Coccia, Grasso, Murelli, Di Mauro. All.: Vinicio. Torino: Lorieri, Corradini, Ferri, Crippa, E.Rossi, Cravero, Berggreen, Sabato, Polster (all'80' Fuser), Comi, Gritti. A disposizione: Zaninelli, Bresciani, Di Bin. All.: Radice. Arbitro: Luci di Firenze. Reti: Schachner 34' (A), Polster 47' (T), Bertoni 77' (A). Spettatori: 20.754 di cui 12.668 abbonati e 8.086 paganti per un incasso di 188.109.000 lire. Note: Giornata di sole, terreno in buone condizioni. Ammoniti Cravero e Corradini, al 91' il portiere dell'Avellino Di Leo ha parato un calcio di rigore a Gritti. Calci d'angolo 4-3 per l'Avellino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 settembre 1987] In un'atmosfera infernale per il caldo torrido (31 gradi all'ombra) è Bertoni a decidere il match dopo che due austriaci (Schachner e Polster) avevano siglato il pareggio. La vittoria dell'Avellino punisce oltre misura il Torino e ne mortifica i pregi. La squadra granata non appare mai trascendentale, è vero, però è a volte troppo umile e sembra che si assenti dal gioco nei momenti cruciali, tanto da distrarsi, forse sotto l'inconscia spinta dell'inesperienza, fino a vedere la propria esuberanza ritorcersi, come un boomerang. Ed è almeno singolare che i ragazzi di Radice paghino il massimo della pena nel momento in cui reggono bene il filo del gioco. Un gioco, comunque, condizionato dalla calura, perciò gli schemi quasi mai si esprimono su ritmi elevati. Il Torino del primo tempo è lucido e sereno, meglio disposto ad accettare questa sfida nella fornace, ed è tenuto per mano da un Comi esemplare per senso tattico, per impostare l'azione e puntiglioso nell'opporsi a Benedetti. Il Torino aggrava i limiti attuali di un Avellino privo di personalità, sfocato a centrocampo, dove il solo Colomba dimostra di avere una testa con cui ragionare. Davanti Schachner è ispirato, ma il vitalissimo Anastopoulos &ergave; più smanioso di fare bella figura che di capire e farsi capire dal collega. Il Torino prende in mano il gioco con Comi, che sta prudente, visto che Crippa deve fare il marcatore su Bertoni (nella ripresa lo farà su Gazzaneo) e visto che Berggreen non trova spiragli nell'attenta guardia di Boccafresca. Per fortuna Sabato è utilissimo elemento, pieno di verve e generosità. La partita sta su un asse di equilibrio perfetto, a tratti sbilanciato da tentativi più velleitari che sostanziosi, e al Torino non resta che accettare la situazione. Senonché sospinto dall'esuberanza, si scopre, commette un errore di copertura, Cravero quasi a metà campo non pensa di mettere Schachner in fuorigioco. Boccafresca esibisce un assist che mette a nudo la prima ingenuità granata. Il passaggio è un invito per Schachner (34'), inarrestabile in progressione per Ferri, e il tocco dell'austriaco rende vano l'intervento di Lorieri. Il Torino del rinnovamento ha la forza d'animo di non scomporsi, suscita simpatia, ricuce il gioco, e l'Avellino sempre a guardare. Colomba non gli basta più. Il Torino, dicevamo, si avvale nella ripresa di Crippa a destra, per opporsi a Gazzaneo, mentre a Corradini viene affidato Schachner . Il quale al 47' perde un pallone subito recuperato da Gritti, lesto a smistarlo a Polster. Il re delle cose semplici questa volta si diverte a rendere tutto difficile e regala al pubblico un gol da antologia. Dribbling a rientrare su Amodio, uno sguardo verso la porta, e tocco vincente, di destro! Bellissimo, peccato che non si ripeterà quando prima di essere sostituito, sfiorerà un buon pallone destinato almeno nello specchio della porta. L'Avellino non sa organizzare uno schema, è confuso, e la calma dei giovanotti granata lo irrita quasi, inducendolo all'approssimazione, Ma è destino che la sorte volti le spalle al Torino, o meglio che l'isiprazione prediletta del Torino sia quella di fare regali. Al 77' una discutibile punizione assegnata all'Avellino (Crippa interviene su Benedetti) permette a Bertoni di spedire un proiettile da 25 metri dentro il sacco di Lorieri. Ovunque passi la palla, la barriera, è fuori misura, non ci sono attenuanti. Altro errore, e anche questo fatale. Il profumo del successo, alfine, carica gli irpini, ma i granata non ci stanno a perdere anche se Comi cala. Berggreen è sempre un'ombra, Polster non è più lucido e Gritti si batte invano. Ma Rossi regge, Sabato e soprattutto Crippa portano palloni su palloni avanti. Berggreen (86') conferma la sua giornata evanescente ritardando, e dunque sbagliando, la conclusione. Nell'area dell'Avellino Gritti è coinvolto in una sospetta ammucchiata, con l'insufficiente Lucci a guardare . L'arbitro tenta un compenso quasi a partita conclusa, concedendo un penalty per un intervento, anche questo messo in discussione da molti, di Gazzaneo su Comi. Ma il Torino (ecco l'ultimo fatale sbaglio!) non approfitta dell'opportunità. Gritti (troppo rilassato o sicuro?) calcia male e centrale dagli undici metri. Di Leo devia e viene portato in trionfo. L'Avellino non merita di vincere, ma che colpe gli si possono attribuire se il Torino visto al Partenio è in vena di offerte speciali? |
w w w . a r c h i v i o t o r o . i t | ||
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