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Del Duca |
27/09/1987 |
h.15.00 |
ASCOLI - TORINO 3-0 (1-0) Ascoli: Pazzagli, Destro, Carannante, Celestini, Benetti, Agabitini, Dell'Oglio (all'82' Carillo), Giovannelli, Casagrande, Agostini (al 66' Hugo Maradona), Scarafoni. A disposizione: Corti, Miceli, Greco. All.: Castagner. Torino: Lorieri, Corradini, Ferri, Crippa, E.Rossi, Cravero, Berggreen (al 60' Lentini), Sabato, Polster, Comi, Gritti (al 72' Bresciani). A disposizione: Zaninelli, Fuser,Di Bin. All.: Radice. Arbitro: Magni di Bergamo. Reti: Scarafoni 15', Giovannelli 47' rig., Carannante 89'. Spettatori: 9.355 di cui 2.896 paganti e 6.459 abbonati per un incasso complessivo di 178.136.333 lire. Note: Ammoniti Dell'Oglio, Sabato, Carillo e Agostini, calci d'angolo 9-5 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 settembre 1987] Squadra pazza ed imprevedibile questo Torino, capace di grandi imprese come di cadute clamorose. Battuta in extremis ad Avellino giocando una partita tutto sommato dignitosa, la squadra di Radice ha dato poi spettacolo contro la Sampdoria, ma è franata in maniera ingloriosa ad Ascoli, dove in undici partite non è mai riuscita a vincere collezionando quattro sconfitte e sette pareggi. Ed è soprattutto fuori casa che il Torino si macchia delle colpe peggiori. E' come se questa squadra avesse due anime: quella battagliera per le partite casalinghe e quella più ingenua e pasticciona per le gare in trasferta. Troppi errori, troppo affanni, pochissima lucidità di idee. La partita si è messa subito male. Dopo sedici minuti il primo gol ascolano, complice una sfortunata deviazione di testa di Cravero che ha messo Scarafoni nelle condizioni di segnare un gol tanto spettacolare (il terzo in tre partite), quanto fortunato. Era il momento di ragionare con calma, di rimettere in sesto una partita che l'Ascoli teneva in pugno, ma che certo non dominava alla grande. Invece ecco franare minuto dopo minuto il castello di illusioni, di buoni propositi espressi alla vigilia di questo esame trasferta. L'Ascoli ha cercato subito il colpo del definitivo k.o., ma con risultati deludenti. Era la grande occasione del Torino che avrebbe potuto, con le dovute cautele, aprirsi in una manovra ordinata e ragionata, invece i granata hanno continuato a macinare gioco senza fantasia, con grandi ammucchiate al centro, senza che Polster e Gritti (peraltro non immuni da colpe) fossero mai smarcati in maniera pericolosa. Il primo tiro degno di tal nome, il Torino l'ha scoccato alla mezz'ora. Una gran botta di Gritti che Pazzagli ha deviato in angolo con un'autentica prodezza. Poca roba davvero. Ma del resto la squadra di Radice non è riuscita neppure a creare le premesse per mettere le sue punte in grado di colpire. Gravin in questo senso le colpe del centrocampo. Solo Sabato, il migliore in campo in senso assoluto, ha cercato di aprire il gioco con inserimenti sulla destra, ma i suoi suggerimenti sono stati sprecati con ostinazione. I compagni di reparto invece hanno dimostrato disagi preoccupanti. Su tutti Berggreen, che è apparso svuotato di energie come spesso gli capita dopo un turno infrasettimanale. E Crippa (anche lui reduce dalla partita con l'Under 21), è sembrato meno continuo del solito e meno disposto ad aiutare i compagni in difficoltà. Ma è solo un ragazzo che arriva dalla C2 e merita comprensione. Quanto a Comi, sembra sempre alla ricerca della posizione sul campo e per ora si fatica a capire con esattezza quale potrà essere il suo migliore impiego. Il crollo del Torino ha preso corpo nella ripresa. Dopo due minuti di gioco i granata hanno subito la mazzata decisiva. L'episodio ha fatto discutere nel dopo partita e scatenerà altre polemiche. L'intervento di Corradlnl su Dell'Oglio è sembrato da rigore e lo stesso arbitro Magni, in posizione felicissima (anche se non in giornata strepitosa), non ha avuto dubbi nel punire l'intervento del terzino granata, che negli spogliatoi ha giurato di non aver neppure sfiorato l'avversario. Ma tant'è. L'Ascoli ha preso il volo e Giovannelli ha trasformato il penalty, il primo che l'Ascoli ha battuto dopo quarantuno partite di campionato. A quel punto la frittata era servita. Raddrizzare la partita è diventato impresa titanica. Radice ha cercato di vivacizzare il gioco togliendo Berggreen e Gritti e spedendo in campo le forze giovani Lentini e Bresciani, ma è stata una manovra senza effetti concreti. Infatti l'Ascoli ha arretrato di qualche metro le sue linee e si è limitato a contenere un assalto che il Torino portava più con il cuore che con il cervello. Sabato ha continuato a buttare in mezzo decine di palloni, ma piovevano in area e ricadevano a terra come foglie autunnali spazzate via, da quel vento fortissimo che ha flagellato il campo per tutta la partita. Castagner ha risposto al "nemico" con la mossa Maradona. "Facci divertire, Huguito" urlava la folla. Ed il piccoletto ha cercato di non deludere nessuna Ha impegnato Lorieri con un bolide di destro, quindi ha inventato qualche altra giocata da piccolo funambolo del pallone. Poi a giochi fatti ecco la terza "banderilla" nella testa del Toro ormai esausto. Ad un minuto dalla fine, errore di Lentini a centrocampo, Carannante fugge tutto solo, aggira anche Lorieri e segna nella porta vuota. Insomma, il Torino ha rilanciato l'Ascoli, ha proiettato Scarafoni nell'elite del cannonieri italiani, ha fatto felice il presidente Rozzi. Tutte azioni da libro Cuore, ma nel calcio ci vuole maggior cinismo e più cattiveria. Non bastano un tiro di Gritti, un paio di conclusioni di Sabato e Bresciani, nonché un salvataggio sulla linea del brasiliano Casagrande (95°!) su tiro di Crippa per tornare a casa con l'animo sereno. |
w w w . a r c h i v i o t o r o . i t | ||
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