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Comunale |
20/04/1988 |
h.20.30 |
JUVENTUS - TORINO 2-1 (0-1) Juventus: Tacconi, Favero, Cabrini, Bruno, Brio, Tricella, Mauro (al 76' Vignola), Laudrup, Rush, De Agostini, Alessio (al 69' Buso). A disposizione: Bodini, Scirea, Bonini. All.: Marchesi. Torino: Lorieri, Corradini, Ferri, Crippa, Benedetti, Cravero, Berggreen, Sabato, Polster (all'83' Bresciani), Comi, Gritti. A disposizione: Zaninelli, Fuser, Lentini, Di Bin. All.: Radice. Arbitro: D'Elia di Salerno. Reti: Aut.De Agostini 19' (T), Brio 55' (J), De Agostini 63' rig (J). Spettatori: 41.831 paganti per un incasso di 736.012.000 lire. Note: Calci d'angolo 7-2 per la Juventus, serata fresca, terreno in discrete condizioni, presente in tribuna d'onore il ct della Nazionale Vicini e della Nazionale Olimpica Zoff. Ammoniti Bruno e Sabato per gioco scorretto, Lorieri per comportamento nonr regolamentare. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 aprile 1988] ??Così va il calcio. Il Torino subisce per quasi centottanta minuti la pressione della Juventus, ma segna tre gol e finisce diritto in finale di Coppa Italia. I bianconeri pagano a caro prezzo un'ingenuità di Tricella (che ha fatto arrabbiare anche Boniperti) e la successiva sfortunata deviazione di De Agostini, che dopo diciannove minuti hanno reso quasi impossibile un compito che già alla vigilia sembrava molto arduo. Anche per una Juventus determinata e rabbiosa, sembrava impresa titanica segnare quattro gol ad un Torino che con il passare dei minuti si è fatto sempre più prudente, fino a rinunciare a giocare come ha fatto per buona parte del secondo tempo. La Juventus ha attaccato con il furore dell'animale ferito. Trascinata da un Mauro irresistibile, sospinta da un Cabrini sempre più a suo agio nel ruolo di mediano, la squadra di Marchesi ha fatto sue fette sempre più larghe di campo, obbligando minuto dopo minuto i granata ad arretrare, ad elevare davanti a Lorieri (ancora una volta perfetto) un muro. La Juve le ha provate tutte: attacchi frontali, aggiramenti laterali, tiri e tiracci da ogni distanza. Il gol del pareggio è arrivato su una conclusione di Cabrini agganciata e trasformata in gol da Brio. Poi altro assalto alla baionetta e rigore concesso per atterramento del solito Cabrini, con perfetta esecuzione di De Agostini, nonostante i trucchetti di Lorieri. A quel punto la Juventus aveva la partita in pugno, ma non la qualificazione. Ci volevano altri due gol per compiere il miracolo, ma di questi tempi la Juve non è neppure assistita dalla fortuna, così una splendida girata di testa di Rush si spegneva sul palo ed al resto pensava Lorieri, che sta dimostrando (giochetti a parte) di essere ormai un portiere maturo. Ecco il derby. Ancora una volta si sono invertite le parti. Il Torino ha messo da parte il suo tradizionale furore agonistico a favore di una manovra più ragionata, forse un po' rischiosa ed a volte affannosa, ma produttiva. La squadra si è stretta attorno a Cravero ed ha ricacciato indietro gli avversari, tentando poi sporadiche sortite in contropiede, grazie alla vitalità di Crippa e Berggreen, senza che gli evanescenti Gritti e Polster riuscissero a concretare i suggerimenti dei compagni. La Juve ha vestito invece i panni della provinciale disperata ed è andata all'attacco del "nemico". Ma per lunghi tratti la sua pressione è stata dettata più dai nervi che da una manovra ragionata. Tante palle gettate in mezzo a casaccio, passaggi sbagliati per troppa frenesia. Tutto questo non era successo domenica contro il Napoli, ma ieri sera la situazione psicologica era ben diversa. Anche il Torino ha ripetuto in maniera quasi identica la partita di quindici giorni fa, all'insegna del prima ti faccio divertire, poi ti meno. All'andata subì la Juventus per un'ora e poi trovò due gol spettacolari e si costruì la qualificazione. Ieri sera ha sbagliato nel concedere troppo agli avversari dopo essere andato in vantaggio in maniera fortunosa. Ma i brividi che i granata hanno fatto correre ai propri tifosi sono stati poi compensati dalla gioia della qualificazione, che ora porterà Cravero e compagni di fronte alla Sampdoria in una doppia sfida che i granata possono far loro, centrando in maniera clamorosa un traguardo che li fa diventare primatisti assoluti in fatto di finali: nove, contro le otto della Juventus. A Marchesi resta la soddisfazione (ma conta qualcosa dopo questa batosta?) di aver rivisto una Juve in salute. E forse non è tardi, anche se la stagione è agli sgoccioli. La zona Uefa è a questo punto l'unico obiettivo che i bianconeri possono ancora inseguire, dopo che via via se ne sono andati tutti gli altri, ed anche se in campionato sono attesi da impegni terribili (domenica la Sampdoria, poi ancora il derby e subito dopo il Milan), la loro condizione attuale li autorizza a sperare. La buona forma di Mauro e di Cabrini, la grinta di Rush e la verve (anche se non proprio la concretezza) di Laudrup, sono una garanzia assoluta. Ed anche De Agostini, riportato al ruolo che predilige, potrà imprimere alla squadra quelle brusche accelerazioni che spesso mettono Rush in condizione di ritrovare il suo guizzo vincente. |
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