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Zaccheria
24/08/1988
h.20.30
FOGGIA - TORINO 1-2 (1-0)
Foggia
: Ciucci, Falcetta, Re, Marchetti, Ferrante (al 46' Conte), Costa, Fralena (al 52' Fabiano), Barone, Coppola, Ricchetti, Barbuti. A disposizione: Mancini, Limone, Muscella. All.: Caramanno.
Torino: Lorieri, Rossi, Ferri, Landonio, Brambati, Cravero, Fuser, Comi, Gritti (all'82' Bresciani), Edu, Skoro (al 90' Zago). All.: Zaninelli, Ferretti, Zaffaroni. All.: Radice.
Arbitro: Lanese di Messina.
Reti: Marchetti 5' (F), Skoro 64' (T), Brambati 74' (T).
Spettatori: 15.000 circa di cui 13.168 paganti per un incasso di 158.268.000 lire.
Note: Serata fresca, terreno in ottime condizioni; ammoniti Ciucci e Coppola. Calci d'angolo 5-1 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 25 agosto 1988]
Muller "riposa" in tribuna e il Toro soffre, frenato nelle sue cariche da un Foggia ben più insidioso del previsto e da quel transfert che non arriva, costringendo il brasiliano in tribuna. Neppure in Puglia, infatti, il coloured granata ha potuto scendere in campo, vittima della burocrazia o più probabilmente strumento di ritorsione da parte della Federazione del suo Paese che verosimilmente con questo sgarbo ha voluto far pagare al Torino il giorno di ritardo con cui Muller, lo scorso mese, ha risposto al richiamo della rappresentativa carioca di scena ad Oslo. Il Torino ha reso noto che il contestatissimo visto verrà concesso soltanto venerdì poichè, nonostante le assicurazioni di fonte paulista, secondo cui il documento sarebbe già stato inviato la notte scorsa, la Federazione sudamericana che aveva indetto sul caso un autentico processo, non ha ritenuto ancora di concedere il "via libera". L'ipotesi della rivalsa, insomma, o del dispetto che dir si voglia, resta sempre valida ad onta delle arrabbiature di Radice al quale l'inizio della partita non riserva certamente motivi di consolazione. Dopo qualche minuto di tranquilla accademia da parte del Torino, un improvviso lancio di Falcetta al 5' taglia il campo granata mettendo in azione Marchetti che avanza e da una ventina di metri scaglia una pallonata nell'angolino sinistro che trova Lorieri impreparato. Con il Toro in svantaggio si ripete il copione di Trieste, ma il Foggia, complici alcune incertezze della difesa avversaria, non sembra appagato. Anzi, i rossoneri insistono e con azioni veloci provocano ulteriori sbandamenti nella retroguardia del Torino. Comi propone trame intelligenti, Gritti si danna per concretizzarle ma Edu e soprattutto Skoro non sembrano davvero i giocatori che hanno fatto sognare i tifosi granata. Il Foggia non dorme mai sugli allori e buon per il Toro che Brambati attanaglia Barbuti in una morsa strettissima impedendo all'attivissimo ex ascolano di concretizzare gli appoggi che riceve dal velocissimi Fratena e Barone. Sul finire del tempo il Toro, incredulo, si scuote e parte all'assedio della porta avversaria: al suo attivo però non registra che un paio di punizioni di Edu, un'insidiosa conclusione di Cravero e soprattutto una dubbia occasione da penalty (cross di Rossi e atterramento di Gritti mentre sta per saltare). Troppo poco. Un altro episodio avvolto nel dubbio al 40': Gritti scatta su splendido lancio di Comi, ma appena arriva in area viene gettato a terra da Re. Lanese ancora una volta ignora. I granata premono e al 55' Comi di testa costringe l'attentissimo Ciucci a una difficile parata a terra. Segnali di vitalità, che non cancellano la confusione precedente. Al 64', tuttavia, il Toro raggiunge il pareggio con una bella triangolazione avviata da Edu e continuata da Gritti che con finta elegante smarca Skoro: tocco preciso nell'angolo e rete. Un minuto dopo Cravero, soltanto con un'acrobazia, riesce a togliere dai piedi di Ferrante una palla-gol. Ed ecco che al 74' dopo aver tanto sofferto il Toro va in vantaggio: c'è un corner teso battuto da sinistra da Edu, Brambati emerge dalle retrovie e devia con una botta al volo che si infila sotto la traversa. Il Torino dunque come a Trieste domenica scorsa ha saputo rimontare e vincere. Ma ieri sera il calcio ha ribadito che la sua bellezza è pari soltanto all'irrazionalità.