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Comunale
18/12/1988
h.14.30
TORINO - MILAN 2-2 (1-1)
Torino
: Lorieri, Brambati, Catena, Ferri, Benedetti, Comi, Fuser (al 76' Rossi), Sabato, Muller, Zago, Skoro (all'88' Bresciani). A disposizione: Marchegiani, Landonio, Menghini. All.: Sala.
Milan: Galli, Tassotti, Maldini, Mussi (al 43' Colombo), Rijkaard, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Van Basten, Evani, Mannari (al 68' Virdis). A disposizione: Pinato, Costacurta, Viviani. All.: Sacchi.
Arbitro: Longhi di Roma.
Reti: Van Basten 6', 89' (M), Muller 39', 84' (T).
Spettatori: 31.895 di cui 20.287 paganti per un incasso di 402.010.000 lire e 11.608 abbonati per una quota partita di 213.148.824 lire.
Note: Giornata di sole ma fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti Comi, Tassotti e Lorieri, calci d'angolo 9-4 per il Milan.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 dicembre 1988]
Il nuovo Torino di Claudio Sala brinda con un bicchiere mezzo vuoto. La vittoria inattesa, imprevista, forse nemmeno meritata, è stata buttata al vento a un minuto dalla fine e diventa amaro un pareggio che alla vigilia qualunque granata, di stipendio o di fede, avrebbe sottoscritto. Il Milan non ha nemmeno il dubbio d'aver salvato il risultato con l'incornata di Van Basten all'89', ma dovrà interrogarsi a lungo su come era riuscito ad andar sotto di un gol, dopo aver dominato il primo tempo e faticato con totale inconcludenza nel secondo. Sacchi aveva provato la via delle novità mettendo fuori Virdis e Colombo, per puntare sulla freschezza di Mussi e Mannari. Aveva azzeccato la mossa con Mussi, ma glielo ha eliminato Comi (39') con un'entrata violenta ma ncn cercata. E' entrato Colombo che ha dimostrato per contrario la validità del teorema. Del tutto negativo Mannari. Dal Milan in sostanza malanni vecchi con note positive almeno nel primo tempo per l'aggressività ritrovata di Ancelotti e il buon appoggio di Mussi: suo il centro in profondità, ben calibrato per Van Basten (6') che l'olandese ha chiuso con una inzuccata perentoria, sbucando fuori da dietro a Benedetti. Certo che per completare quella linea di centrocampo che ha sempre ispirato l'azione rossonera sarebbero stati necessari Evani e Donadoni vivi e vibranti quali non sono più da tempo e per ragioni diverse. Dietro le solite noti dolenti da Maldini e ancor più da Tassotti, con Baresi e Rijkaard messi in difficoltà dall'esplosione di Muller. Già, la chiave di volta di questa squadra granata che non può essere cambiata più di tanto in pochi giorni, viene proprio dal brasiliano di colore. Certo l'utilizzazione che ne faceva Radice non era proprio questa, o meglio erano diversamente disposti i compagni per cui era più difficile trovare l'appoggio o lo scambio. Resta il fatto però che mai Muller ha lottato tanto su ogni palla, s'è inventato finezze, e azioni fulminanti, mai ha corso tanto e soprattutto soltanto ieri lo abbiamo scoperto più veloce di tutti. Il dubbio che qualcuno giochi per la squadra e molti per o contro l'allenatore rimane. Sala come ha accettato il contratto così ha accettato la parte, mettendo dentro quelli che Radice teneva fuori e togliendone altri. Vittime Ezio Rossi, Landonio e Bresciani, nuovi eroi Brambati, il giovane Catena e poi proprio Muller, rivelatosi poi unico eroe vero. Brambati è fuori condizione ed è appena discreto il ragazzino Catena. Sala ha cercato di bloccare le punte milaniste con quelli che sono teoricamente i due migliori marcatori nei ruoli granata. Benedetti è stato asfissiante su Van Basten, ma non abbastanza per Impedirne il gioco aereo. Sul primo gol ha perso nettamente il confronto, non potendo ricorrere al fallo come ha fatto costantemente fuori area. Sul secondo era semplicemente da un'altra parte e il lungo corner battuto da Evani ha scavalcato di qualche metro tutto il mucchio a centro area, e lui fra gli altri. Lasciar solo a tre metri dalla porta un uomo come Van Basten è colpa più che grave. E la colpa non è del solo Benedetti, poverino, ma anche di Lorieri, genio e sregolatezza che, dopo aver salvato miracolosamente con un guizzo laterale sempre su testata di Van Basten (70'), è andato a spasso per l'area su quell'ultimo calcio d'angolo. Ha reclamato poi per qualche angheria ricevuta, ma cosa pretendeva dopo aver sbagliato posizione e tempo? Dai marcatori fissi per le punte a una mista zona-uomo per l'area di centrocampo, con Sabato più dedicato a Donadoni e Ferri più attento su Evani, ma entrambi in affanno. Meglio sicuramente Zago, unico capace di rubar palloni. La variante più vistosa l'ha offerta Skoro che ha accettato il ruolo di tornante che è suo da sempre, e che solo può riportarlo a giocare nella nazionale jugoslava. Avanti e indietro, a interdire e alleggerire, tenace, duro anche scorretto a innervosire avversari in difficoltà come sempre quando gli spazi si fanno troppo larghi. E con Skoro in appoggio ecco il vero Muller. Rijkaard lo ha patito fin dall'inizio, quando s'è reso conto che il brasiliano riusciva a rubargli un metro non tanto sullo scatto, quanto sull'intenzione. Il Torino era sotto choc prima dell'avvio, ed è stato infilato per di più dopo sei minuti. C'erano la premesse per un crollo e invece passata la mezz'ora milanista i granata hanno ripreso a respirare. Poco più che casuale il lungo rilancio di Comi (39') ma eccellente l'aggancio di Muller pur contrastato da Baresi Una mano ha aiutato il granata, ma resta il fatto che Baresi s'è visto sgusciare l'ombra nera al fianco e che Galli non è riuscito a deviare oltre il secondo palo. Il batti e ribatti rossonero era costante e ossessivo, ma anche evanescente nelle conclusioni, mentre il contropiede granata scattava spesso e Galli doveva intervenire su una gran botta di Fuser e su un intervento di Benedetti di testa. Ma ecco all'84' Muller sfuggire ai suoi guardiani, tergiversare per far arrivare Skoro; palla smistata e mentre lo jugoslavo aggirava Baresi ecco di nuovo Muller sulla sinistra: assist perfetto e gran botta a far secchi Tassotti e Galli. Poteva essere l'ultimo atto, ma poi c'è stata la follia finale a vuotare mezzo bicchiere.