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Comunale di Bergamo |
05/03/1989 |
h.15.00 |
ATALANTA - TORINO 1-0 (0-0) Atalanta: Ferron, Contratto, Pasciullo, Esposito, Barcella, Progna, Madonna, Prytz, Evair (al 90' Serioli), Nicolini (all'87' Prandelli), Bonacina. A disposizione: Piotti, Di Cintio, De Patre. All.: Mondonico. Torino: Marchegiani, Gasparini, Catena, Ferri, Rossi, Cravero (al 15' Landonio), Fuser (al 64' Bresciani), Sabato, Muller, Comi, Skoro. A disposizione: Lorieri, Benedetti, Edu. All.: Sala. Arbitro: Amendolia di Messina. Reti: Bonacina 47'. Spettatori: 21.592 di cui 12.806 paganti per un incasso di 186.266.000 lire e 8.786 abbonati per una quota partita di 173.650.000 lire. Note: Ammoniti Catena, Barcella, Prytz e Comi. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 marzo 1989] Il giovane presidente ha constatato quanto sia giovane (e colpevole) la sua squadra. Il Torino con una ingenuità collettiva da principianti è riuscito a dare la vittoria ad un'Atalanta che - malgrado il recupero di cinque titolari rispetto alla domenica precedente, ma priva del cervello Stromberg - era stata sino al 47' superiore ai granata in fatto di aggressività ma non di gioco. Secondo minuto della ripresa, quindi. Fallo (contestato) di Sabato su Esposito, un ex granata risultato il migliore in campo, palla ferma a terra, gli uomini di Sala a guardare, Comi a protestare, Nicolini che tocca in profondità per Bonacina il quale è solo, fa due passi e di esterno destro batte Marchegiani infilando il pallone nell'angolo lungo alla destra del portiere. Bastava un uomo davanti alla palla, e l'Atalanta non sarebbe andata in gol. Così è, invece, e tutto si paga. Anche la sfortuna, certo. Il Torino ne ha avuta tanta, ma francamente sono maggiori le colpe. L'ingenuità sul gol atalantino pesa molto di più - perché ha deciso la sconfitta - della contrattura che ha messo fuori causa Cravero (sostituito da Landonio) dopo soli 15' e della lussazione alla spalla che (incidente al 66', l'uscita al 68') ha mandato fuori campo Bresciani. Era il momento del forcing granata: da appena 2' Bresciani aveva sostituito Fuser, ed il Torino ha giocato cosi gli ultimi 22' in 10 uomini. Qualche attacco rabbioso ma senza tiri in porta, molta sofferenza sul contropiede di un'Atalanta in superiorità numerica. Gian Mauro Borsano ha capito che la fortuna non basta. Ci vogliono qualità dei giocatori e il coraggio del tecnico, soprattutto quando l'acqua comincia ad arrivare alla gola. Sala è stato molto deciso nell'escludere Lorieri mandando in campo Marchegiani, ma non ha ancora trovato la chiave giusta per almeno un embrione di gioco d'attacco. Skoro si è battuto sulla fascia, ha tenuto e inseguito palloni, ma senza nessun risultato pratico (gli applausi non servono): fra lui e Muller sempre 30 metri di campo e trai due granata difensori decisi come Progna e Barcolla a bloccare ogni abbozzo di manovra avversaria. Muller, dominato dallo stesso Barcella, ha sofferto ancora una volta la mancanza di una spalla a distanza logica. Isolato, timido, pauroso, il brasiliano è stato come una palla al piede, un uomo in meno. Dire che il Toro ha giocato gli ultimi 22' in nove non è una cattiveria. Purtroppo è una realtà della quale Muller ha colpe relative: è dall'inizio della stagione che invoca una spalla (prima Gritti, poi Bresciani) con la quale tentare un dialogo. In altre occasioni con Bresciani il dialogo era riuscito. La partita è così diventata subito ardua per i granata, ancora prima dell'infortunio a Cravero, dell'ingenuità che ha regalato il gol all'Atalanta, del ko di Bresciani il quale non ha praticamente iniziato l'avventura delle tre punte. L'Atalanta, ancora convalescente da una crisi di uomini che Mondonico sta appena superando, ha tenuto più a lungo il controllo del pallone ma la sicurezza di Marchegiani nelle uscite ha sventato, nel primo tempo, ogni possibile pericolo. L'avvio del match (botta di Nicolini su punizione al 3', colpo di testa di Sabato al 5', due palloni per i portieri) ha dato una breve illusione. Subito la partita si è messa sulla battaglia, dura ma senza squilli. Uscito Cravero, il libero granata è stato Comi, ma mancava sempre la spinta sulle fasce laterali, se non per alcuni affondi individuali e inutili (salvo il cross di Skoro al 27', bello e forte, ma fuori misura per Muller). I bergamaschi andavano sotto in massa ma venivano contrari: un po' di affanno per Ferri e Catena, più sereno Rossi a bloccare Evair. Un colpo di testa di Bonacina (30') alto di poco è stato l'unico vero pericolo corso da Marchegiani nei primi 45'. La ripresa si apriva con la scena madre del gol atalantino. Già detto, granata a chiedere il fallo a favore e nessuno a chiudere Madonna che stava per calciare. Il calcio premia anche l'astuzia, il football è come la vita. Dopo, in 10 per l'uscita di Bresciani, da parte del Toro soltanto coraggio. |
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