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Comunale |
19/11/1989 |
h.14.30 |
TORINO - FOGGIA 1-0 (1-0) Torino: Marchegiani, Mussi, Rossi, Enzo, Benedetti, Sordo (al 45' Ferrarese), Skoro (al 54' Lentini), Venturin, Muller, Policano, Pacione. A disposizione: Martina, Romano, Bianchi. All.: Fascetti. Foggia: Mancini, List, Codispoti, Manicone, Miranda, Padalino, Rambaudi, Nunziata (al 56' Fonte), Signori, Barone, Casale. A disposizione: Zangara, Guierini, Ferrante, Caruso. All.: Zeman. Arbitro: Boemo di Cervignano. Reti: Skoro 36'. Spettatori: 31.538 di cui 18.083 abbonati e 13.455 paganti. Note: Giornata fredda, terreno leggermente allentato. Ammoniti Nunziata, Policano, Padalino, Rossi e Miranda tutti per gioco falloso, calci d'angolo 4-3 per il Foggia. Cronaca [Tratto da La Stampa del 20 novembre 1989] Dopo un mese il Torino torna a essere solitario capolista della serie B, staccando il Pisa e incrementando i punti (ora sono quattro) di vantaggio sulla quinta, naturale riferimento di chi guarda alla promozione, dopo un match casalingo contro il Foggia sofferto ben più del previsto e risolto di misura, grazie a un irresistibile affondo di Policano sulla sinistra, con palla messa al centro, intelligente velo di Muller e tocco vincente di Skoro, liberissimo alle spalle del brasiliano. L'azione del gol, al 35', emblematizza la partita di un Torino senz'altro meno ben disposto di quello che otto giorni prima aveva sfiorato il successo a Pisa: contro un Foggia schierato a zona e spesso in evidente affanno difensivo (come spiegare altrimenti certi rinvìi sbilenchi del pacchetto arretrato dei pugliesi?), i granata hanno cercato soprattutto lo spunto individuale. E visto che il tasso di classe dei singoli era superiore (almeno in gran parte) a quello avversario, ecco come pur creando i presupposti anche per altre segnature, la squadra di Fascetti abbia corso eccessivi rischi difensivi, al punto che Marchegiani - abituato a domeniche di tutto riposo - questa volta è stato chiamato ripetutamente a esibirsi, Davanti al portiere granata, d'altronde, il solo Rossi ha palesato sempre piena sicurezza nei suoi interventi, mentre anche Benedetti ha sofferto ben più che in altre partite. Il problema dell'assenza dello squalificato Cravero, Fascetti lo ha risolto mettendo Mussi libero e provando Sordo sulla fascia. Dopo 20', visto che il Foggia agiva in pratica con tre punte, prima inversione di ruoli appunto tra Mussi e Sordo. Poi nell'intervallo la sostituzione dell'ex trentino con Ferrarese, con Mussi definitivamente nel ruolo di libero. E questa soluzione, pur non cancellando i rischi, almeno ha avuto il merito di far scoprire ai tifosi granata un ragazzo, Ferrarese, che ha subito interpretato la sua parte con disinvoltura. L'altro problema per i granata è venuto dal centrocampo dove, all'acciaccato Romano, Fascetti ha preferito Venturin, finora sempre ampiamente sufficiente quando gli era stata offerta l'occasione di giocare. Ma ieri, pur giostrando finalmente nella posizione di regista che più gli aggrada - e grazie alla quale lo scorso anno quando militava nel Cosenza si era fatto apprezzare come uno dei migliori elementi della serie B -, Venturin ha faticato parecchio a trovare la posizione giusta e solo nel finale di partita lo si è visto, finalmente, prendere in mano le redini del centrocampo, proponendo le giocate ai compagni. Per fortuna del Torino, a questo punto, quello che si temeva potesse essere il problema maggiore non si è rivelato tale: parliamo di Muller. Il brasiliano, tornato appena sabato dal Brasile, ha giocato con determinazione lodevole, risultando un folletto imprendibile per i difensori avversari. Ha cercato anche la via della rete senza però grande fortuna: una partita, comunque la sua, ben più che sufficiente. Con Muller e uno Skoro guizzante (fino a che in apertura di ripresa non è stato costretto ad uscire per un intervento che ha fruttato a Padalino l'ammonizione), a sostenere l'iniziativa granata è stato soprattutto Policano, capace di farsi perdonare qualche errore di battuta a rete e qualche tentativo assurdo di conclusione con la generosità profusa in ogni momento, tradotta in efficace spinta offensiva. Semmai all'ex romanista si può imputare di lasciarsi prendere troppo spesso dal temperamento: ieri è stato nuovamente ammonito e al prossimo cartellino giallo per lui scatterà nuovamente la squalifica. Nel risultato di misura, a prescindere dal fatto che la macchina-gol granata non funziona più come un tempo visto che nelle ultime cinque partite le reti realizzate sono state soltanto due, vanno considerati anche i meriti del Foggia. Zeman non dispone di fuoriclasse ma la ricerca di ''far giocare'' la squadra è evidente: nessun lancio avventuroso, ma piuttosto appoggi precisi sul compagno non troppo lontano con ricerca del triangolo per arrivare alla conclusione: il tutto con risultati più che apprezzabili, una serie di conclusioni neppure troppo lontane dalla porta avversaria e un paio di palle-gol (di Rambaudi e Casale) che Marchegiani è stata bravo a neutralizzare. Per sostenere efficacemente il proprio gioco offensivo, i pugliesi non filtrano sempre come si conviene a centrocampo. E questo finisce per creare problemi ai quattro difensori schierati in linea, senza un libero effettivo. Lo spettacolo indubbiamente ne guadagna, però evidentemente anche i rischi aumentano. E le palle-gol sprecate dal Torino, di Policano e Pacione (almeno un paio) le occasioni più clamorose, lo testimoniano. Zeman, comunque, prosegue sulla strada in cui crede: è un atto di coraggio, anche perché gli attuali 9 punti (che significano da ieri anche ultimo posto in classifica) sembrano poca cosa per i meriti del Foggia. Almeno per quanto si è visto contro il Torino. |
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