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Partenio
10/12/1989
h.14.30
AVELLINO - TORINO 1-1 (1-1)
Avellino
: Taglialatela, Parpiglia, Filardi, Celestini, Ferrario, Amodio, Sorbello, Manzo, Baiano, Pileggi, Moz (al 76' Compagno). A disposizione: Brini, Scognamiglio, Torio, Sormani. All.: Sonetti.
Torino: Marchegiani, Ferrarese, Rossi, Enzo, Benedetti, Cravero, Skoro, Romano, Pacione (al 22' Lentini), Policano (al 38' Bianchi), Venturin. A disposizione: Martina, Muller, Gaspenni. All.: Fascetti.
Arbitro: Luci di Firenze.
Reti: Aut.Policano 32' (T), Cravero 36'(T).
Spettatori: 14.561 di cui 8.189 abbonati per una quota partita di 97.105.000 lire e 6.372 paganti per un incasso di 107.265.000 lire.
Note: Giornata fredda con vento di tramontana, terreno in buone condizioni, calci d'angolo 4-2 per il Torino. Ammoniti Policano e Filardi per gioco scorretto.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 dicembre 1989]
Fascetti si arrabbierà. Eppure riesce difficile immaginare che il calcio possa anche solo lontanamente assomigliare a quella strana e noiosissima attività fisica praticata ieri da Torino ed Avellino in uno stadio giustamente semivuoto. Una partita in grigio, con due gol che sembrano un paio di bretelle agganciate per caso a un abito cascante, Anzi, no: Fascetti non si arrabbierà affatto. L'allenatore granata conosce il calcio come pochi. E quindi sa benissimo che quello di ieri era tutta un'altra cosa. Una cosa buffa e complicata: Rossi che passa la palla a Cravero. Cravero che si ferma e la appoggia a Romano. Romano che fa un passo e la ripassa a Cravero. Cravero che abbozza una corsa e lancia Skoro. Skoro che perde la palla, poi la riconquista, ma solo per un errore dell'avversario, e la ripassa indietro a Romano. Un'autentica goduria. No, Fascetti non si arrabbierà. Anche perché gli stiamo per fare un complimento. Di più, lo proponiamo per la beatificazione. Sì, perché Fascetti è un martire, che si sacrifica per la santa causa della promozione, Se desse retta al grande tecnico che è dentro di lui, mai si sognerebbe di venire ad Avellino preoccupandosi di marcare a uomo talenti irripetibili quali Moz e Baiano. Al contrario, ci verrebbe con l'intenzione di imporre il suo gioco, sciogliere le briglie ai suoi cursori, ubriacare gli avversari in velocità. Sarebbe bello. E' impossibile. Perché Fascetti si sta accorgendo (o lo ha sempre saputo?) che questo super-Toro non è poi così super. Le impressioni estive su una squadra da zona-Uefa si sono rivelate ingannevoli e sproporzionate. Il Torino è soltanto una buona formazione di serie B, che Fascetti cerca, a colpi di arrabbiature e sudore, di trasformare in un'ottima formazione, sempre di serie B, ovviamente. Nel frattempo, bisogna pensare a sopravvivere. Da antico conoscitore della B, il tecnico sa che la serie cadetta è un campionato di formiche pazienti che mettono insieme i pareggi, uno sull'altro, come tante briciole destinate un giorno a comporre la pagnotta della promozione. Primo non prenderle, allora. E se proprio bisogna perdere qualcosa, meglio che sia la faccia piuttosto che la partita. Entrati in questa filosofia, anche un Muller non in forma diventa un lusso insostenibile ed è condannato a poltrire in panchina, mentre in campo vanno quattro terzini, tre mediani arretrati, una punta fissa (nel senso di immobile, quasi statuaria) e un anarchico da scatenare in contropiede. E quando la statua Pacione si screpola, al suo posto entra un altro anarchico, quel Lentini che, insieme al gemello Skoro, ha dovuto sostenere l'intero sforzo offensivo del Torino. L'Avellino congiura ad esaltare la piatta prosa dei granata, esibendosi a sua volta in fraseggi inguardabili. L'unico a steccare sul coro è il frizzante Sorbello, che fa impazzire Benedetti con la sua agilità. Sorbello si presenta con due guizzi nei primi quattro minuti: i suoi colpi di testa sovrastano Benedetti, obbligando Marchegiani a parate non semplici. Dopo l'invitante premessa, la partita comincia a languire, e non muterà registro fino alla fine. L'unica parentesi è quella dei gol, duecento secondi di follie difensive. Prima, al 32', Policano anticipa Baiano con un bel tiro che ha il solo torto di essere scagliato verso la porta sbagliata. L'Avellino ringrazia e, devoto, contraccambia: al 36' Lentini pesca un Cravero liberissimo in mezzo all'area. Gli irpini lo osservano estasiati sollevarsi da terra e scheggiare con la tempia il pallone dell'1-1. Dopo.. Il dopo non esiste, inghiottito da un unico, generale sbadiglio. Per i granata è l'ottavo pareggio esterno. Il Toro continua a giocare male e a non vincere fuori casa. Ma continua anche a non perdere. E' un po' poco. Ma forse è anche tutto, almeno per ora.