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Comunale
21/01/1990
h.14.30
TORINO - REGGIANA 4-0 (4-0)
Torino
: Marchegiani, Mussi, Bianchi, Rossi, Benedetti, Cravero, Sordo (al 61' Ferrarese), Venturin (al 75' Gallaccio), Muller, Policano, Pacione. A disposizione: Martina, Carbone, Baggio. All.: Fascetti.
Reggiana: Facciolo, Nava, Zanutta, Catena (al 70' Guerra), Dominissini, Tacconi, D'Adderio, Galassi, Silenzi, Gabriele (al 46' Mandelli), Bergamaschi. A disposizione: Fantini, Paganin, Rabitti. All.: Marchioro.
Arbitro: Boggi di Salerno.
Reti: Benedetti 4', 33', Pacione 9', 40'.
Spettatori: 26.666 di cui 18.083 abbonati per una quota partita di 247.932.105 lire e 8.583 paganti per un incasso di 135.928.000 lire.
Note: Ammonito Zanutta. Giornata di sole, terreno in buone condizioni, calci d'angolo 5-4 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 22 gennaio 1990]
?Un pugno di insetti davanti ad un rullo compressore. Non s'intende essere severi o dissacranti con l'ospite, ma la Reggiana vista al cospetto del Torino non suggerisce un'immagine più concreta. Del resto, non ci vuole uno scienziato per capire che tra le due squadre esiste una categoria di differenza. E poiché, come scrive un celebre sudamericano, chi pranza con la superbia cena con la vergogna, à capitato che la squadra di Marchioro abbia pagato l'evidente eccesso di presunzione sfoggiata ieri pomeriggio con un 4 a 0 che parla da solo, e con una notte piena di incubi. E pensare che l'avversario più blasonato (il Toro), grazie al senso pratico del suo allenatore (Fascetti), si è schierato con molta umiltà, rinunciando perfino ad un uomo di inclinazione offensiva e tecnico come Skoro per assumere un atteggiamento più prudente. Certi risultati nascono anche così. E quando al 40' Pacione ha messo in rete, con l'aiuto della dea fortuna, il quarto pallone alle spalle dell'incolpevole Facciolo, il pubblico ha avuto l'immediata sensazione che la partita fosse finita e che l'occupazione maggiore fosse quella di trascorrere il tempo. Un pensiero che ha tenuto impegnati anche i granata, ai quali non restava che aspettare il 90' o tentare almeno un arricchimento del punteggio per far felice la sempre festosa curva Maratona. Arricchimento che sarebbe arrivato se all'83 l'arbitro Boggi, fino ad allora mobile ed attento, non avesse sorvolato su un intervento scorretto e in area ai danni di Pacione. Ma la gente è uscita dal Comunale felice lo stesso. I firmatari del poker sono Benedetti e Pacione, con una doppietta a testa. E' rimasto all'asciutto Muller, il quale ha disputato una gara generosa ed altruistica, al completo servizio del collettivo. Un diagonale (70') del brasiliano avrebbe meritato miglior sorte che non quella di finire sull'esterno della rete. In evidenza Cravero per come ha saputo alimentare il gioco e tamponare le rare offensive emiliane aiutando l'ottimo Benedetti, Venturin (sostituito forse perché stanco) per come ha ordinato gli schemi e per come ha saputo sostituirsi a Cravero in caso di fluidificazioni del libero, e i difensori per l'aggressività e l'attenzione. Incoraggiamento per il lineare Sordo, che sta alle consegne giocando largo e liberandosi presto del pallone. Ma tutto il Toro ha messo in pratica i disegni del tecnico, giocando di prima se possibile, non arruffandosi in improduttivi personalismi e cercando il contropiede con rapide intuizioni. Il Toro ha evitato così congestioni, ha potuto respirare e mandare in gol chi sapeva mettersi in condizione di ricevere il pallone in area. La Reggiana, presuntuosa, à bella a vedersi per la zona e per il movimento che pratica, ma non à concreta e, ad eccezione di Silenzi, appare leggerina assai. E' venuta avanti con coraggio e piglio gradevole ed è stata castigata dal Torino. Ed è stato così che al 4' Benedetti è andato in volo angelico a colpire di testa il pallone dell' 1 a 0 e che Pacione, al 9', ha risposto con un bellissimo diagonale ad un invito stupendo di Muller. Giochi fatti. Fino ad un certo punto, poiché al 33' e al 40' sono ancora Benedetti (in mischia) e Pacione (rimpallo fortunoso) a infilare Facciolo. Dopodiché, c'è soltanto ovvia e sicura ricerca di arrotondamento da una parte e velleitario e sterile desiderio del gol della bandiera dall'altra. Silenzi e sembrato un'anima isolata in mezzo ai mastini granata. Perciò merita trattamento indulgente. Ultima annotazione: forse gli emiliani non hanno capito che marcare a zona non significa non marcare. Ed ecco anche perché oggi Marchioro piange mentre Fascetti ride.