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Puttilli |
25/02/1990 |
h.15.00 |
BARLETTA - TORINO 1-0 (1-0) Barletta: Di Bitonto, Lancini, Gabrieli, Laureri, Saltarelli, Marcato, Pedone, Angelini (al 69' E.Signorelli), Vincenzi (al 73' Panero), Nardini, Pirozzi. A disposizione: Borgia, Centifanti, Signorelli. All.: Corso. Torino: Marchegiani, Mussi, Rossi, Enzo (al 65' Sordo), Benedetti, Cravero, Venturin (al 51' Skoro), Romano, Muller, Policano, Pacione. A disposizione: Martina, Ferraresi, Bianchi. All.: Fascetti. Arbitro: Stafoggia di Pesaro. Reti: Lancini 21'. Spettatori: 8.456 di cui 2.798 abbonati per una quota partita di 41.316.993 lire e 5.658 paganti per un incasso di 77.481.000 lire. Note: Ammoniti Vincenzi per proteste, Sordo, Marcato e Pedone per gioco scorretto. Calci d'angolo 5-2 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 26 febbraio 1990] Quasi paradossalmente la vittoria di Ancona, un mese fa, ha inceppato quella macchina da pareggi esterni che si chiamava Torino: i granata, così, per la seconda volta consecutiva tornano da una trasferta a mani vuote. C'è qualche recriminazione legittima per un clamoroso rigore che l'arbitro ha negato loro nel primo tempo (stavano già perdendo per 1-0) ma anche - almeno è auspicabile - la consapevolezza che qualcosa non funziona più come prima. Perché se quindici giorni fa la sconfitta a Pescara, per il rango dell'avversaria, poteva starci, quella di ieri a Barletta contro una formazione che al momento la classifica condanna alla retrocssione, ha indubbiamente meno scusanti. D'accordo, la squadra dello squalificato allenatore Mariolino Corso ha messo in campo tutte le sue risorse, si è battuta su ogni pallone con caparbietà, specie quando nella ripresa la pressione dei granata si è fatta quasi asfissiante, continuando però a risultare sterile, senza produrre, cioè veri pericoli per la porta pugliese. Ma dal Torino il cui organico non è certo da comprimaria di serie B (e la classifica lo testimonia) è lecito attendersi qualcosa di più e di meglio. Meno sufficienza e più fatti, meno personalismi e più gioco d'insieme. E questo anche in priezione futura, se la dirigenza granata non vuole vedersi costretta a ripartire da zero nella costruzione della formazione per il prossimo anno. Trafitto dopo soli 21' di gioco da un preciso colpo di testa di Lancini, indisturbato in mezzo all'area, su corner di Angelini (dopo che già, due minuti prima Marchegiani era dovuto uscire precipitosamente su Nardini, smarcato da Vincenzi), il Torino ha reagito abbastanza blandamente. E tuttavia al 29' avrebbe anche potuto pareggiare dopo che Pacione, rubata palla nella trequarti avversaria, aveva aperto prontamente per Policano scattato sul centro sinistra. Il romano, entrato in area, ha effetuato un tiro sbilenco, perfetto asist però per l'accorrente Muller, che veniva spinto via da Saltarelli e Marcato. Era fallo da rigore, ma non per l'arbitro Stafoggia, la cui direzione risulta insufficiente unicamente per questo episodio, senz'altro decisivo. Visto che il Torino non riusciva a graffiare, Fascetti ha provato davvero tutti i correttivi possibili, anche se senza successo. Dopo aver constatato che la squadra (la stessa del 5-0 otto giorni prima al Como) non ingranava a centrocampo Romano e Venturin faticavano a trovare la giusta posizione, dapprima ha spedito Cravero a sostegno del settore, bloccando abilmente Enzo alle spalle della difesa. Quindi, nella ripresa, ha provato con le tre punte, sostituendo lo spaesato Venturin con Skoro, quindi ha inserito Sordo nel tentativo di favorire l'aggiramento della sempre più munita retroguardia avversaria. Ma ogni mossa è risultata vana, tutti a cercare lo spunto personale o il fallo dal limite, più che a giocar la palla. Ma, altra delusione di giornata, ieri Policano non aveva la solita dinamite nel piede e manco una volta ha battuto di potenza a rete. Così, nonostante un crescente dominio territoriale, i granata non sono mai riusciti a rendersi veramente pericolosi. Anzi, chi ha finito per passare una delle giornate meno tranquille della stagione è stato Marchegiani, costretto a un paio di interventi risolutori sugli insidiosi contropiedi degli avversari. Al Barletta, che non vinceva da cinque giornate (l'ultima vittima era stata il Pescara), va il merito di non essere mai entrato particolarmente in affanno, di aver cercato di giocare sempre il pallone e non soltanto di allontanarlo dalla propria metà campo: così facendo ha compensato qualche errore di misura, costringendo gli avversari a frequenti affannosi recuperi, specie sulla fascia sinistra dove Mussi si è davvero guadagnato la pagnotta cercando di frenare le incursioni del pericoloso Nardini. Il vantaggi del Torino sulla quinta classificata è adesso sceso da sei a quattro punti, che sono ancora margine di assoluta sicurezza. Ma questo non cancella certo l'amarezza del presidente Borsano, deluso nella sua dichiarata attesa di veder la squadra in testa per tutto il girone di ritorno. |
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