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Nikos Goumas |
27/11/1991 |
h.18.30 |
AEK - TORINO 2-2 (1-2) AEK: Minu, Kutulas, Karajanni, Stamatis (al 73' Alexandris), Sabanadzovic, Papaiannu, Karagjozopulos, Saveski, Dimitriadis, Batista, Savidas. A disposizione: Ikonomopulos. All.: Bajevic. Torino: Marchegiani, Bruno, Policano, Fusi, Annoni, Cravero, Scifo (all'87' Cois), Casagrande (al 79' Sordo), Bresciani, Martin Vazquez, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Ferina, Vieri. All.: Mondonico. Arbitro: Schmindhuber (Germania). Reti: Batista 21' (A), Casagrande 33' (T), Bresciani 36' (T), Sabanadzovic 73' (A). Spettatori: 33.000 circa di cui 29.023 paganti per un incasso pari a 600 milioni di lire. Note: Ammoniti Fusi, Policano, Breciani e Karagjozopulos. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 novembre 1991] Va bene anche così. Un 2-2 ad Atene, su un campo che avrebbe dovuto trasformarsi nella tomba dei granata, come prevedeva uno striscione esposto dai tifosi dell'Aek, apre al Torino le porte dei quarti di finale in Coppa Uefa. Basterà gestirlo con intelligenza nel ritorno. Tuttavia è una colpa l'aver sciupato il vantaggio che fino a 18' dalla fine sembrava inattaccabile. E' mancato ancora una volta l'istinto del killer, qualità fondamentale nelle Coppe e Mondonico dovrà instillarlo a questi uomini che hanno quasi tutto per fondersi in una grande squadra. L'impresa di Atene contro l'Aek che guida la classifica del campionato greco rimane comunque da consegnare alla piccola antologia delle cose buone viste nei due anni con Mondonico. Anche questa volta, come a Oporto, Emulano non ha sbagliato nulla. Sul piano tattico il Toro è sembrato di tre categorie superiore agli ateniesi, su quello tecnico lo stesso, perché se i vivaci pedatori di Bajevic avessero tentato gli scambi riusciti a Vazquez, Bresciani o Casagrande avremmo visto volar palloni come sputnik. Gli unici rischi potevano venire dal ritmo e dall'ambiente, ma per fortuna il Toro ha spento con il gtoco i fuochi degli avversari e dei loro tifosi. Questi ultimi, facce feroci e fazzoletti gialloneri sistemati sulla fronte come pirati della Malesia, hanno provocato qualche paura prima del match, poi si sono seduti. La partita ha avuto un avvio soffice come le cialde sulle bancarelle della Plaka. Pochi falli, grande self-control sotto lo sguardo di Schmidhuber, che arbitra come vorremmo facessero gli italiani. Alla prima entrata spaccagambe di Policano, dopo 40'', lo ha guardato fisso negli occhi e il popolare Rambo si è rivisto solo dopo 75', quando si è preso l'ammonizione per una scivolata pericolosa su Karagiozopulos. Bruno invece sembrava giocasse in pantofole, preciso e lieve nel controllo del pericoloso Dimitriadis come un gentiluomo inglese di campagna. Ma il grande merito del Torino è stato di non sciogliersi dopo il gol di Batista, piovuto tra capo e collo con l'imprevedibilità di una disgrazia. Fino a quel momento non c'era stato un solo segnale che suonasse di allarme per la difesa granata: sì, è vero, si intuiva la pericolosità latente di questo Batista, portoghese delle Isole Capo Verde, un Gullit uscito dalla sauna, decisamente più asciutto del milanista ma a suo modo un rompiscatole per qualunque difensore. E' agile, veloce, ha un bel dribbling e piedi di velluto: poi si è visto che la sua autonomia è di mezz'ora, tuttavia l'avvio è stato di quelli improbi per Arnioni. Al 20' per fermare l'incursione del portoghese, Fusi lo ha atterrato a 25 metri dalla porta. Batista si è piazzato la palla e ha colpito forte di destro, infilando il pallone nel varco creato in barriera da Casagrande e Policano, con Marchegiani impotente a guardare. Un gol bellissimo. Il Toro non si è disunito, anzi ha trovato finalmente il gioco. I granata hanno saggiato la consistenza del centrocampo e della difesa ateniese e in pochi minuti l'hanno sgretolata con due azioni sulla destra, quasi una fotocopia l'una dell' altra. Al 33' Bresciani ha avviato l'azione rifinita da Martin Vazquez per la testa di Casagrande e al 36' ancora lo spagnolo ha crossato con prontezza e precisione, tanto che l'incerto Minou ha sbagliato il tempo dell'uscita e Bresciani ha potuto depositare la palla di testa nella porta vuota, siglando il riscatto della coppia granata del gol. Il 2-1 ottenuto in quella maniera, con quella autorevolezza, ha sgonfiato i greci, una banda dai piedi ruvidi che ha capito la propria inferiorità. Soltanto al 44', su apertura di Stamatis per il cipriota Savidis a destra, il Toro ha tremato: la palla ha colpito però il palo esterno. La supremazia del Toro a centrocampo, nonostante l'assenza di Lentini e le incertezze di Scifo, sembrava il viatico alla vittoria. Entusiasmavano Vazquez e il bravo Venturin sulla destra. Per la prima volta si vedeva il Casagrande dei tempi brasiliani, puntuale anche nei recuperi. E poi Bresciani, bravo in tutto, solo ingenuo nel cadere in fuorigioco. Invece al 72', dopo un pericoloso colpo di testa di Dimitriadis, si rivedeva Batista: il suo lancio coglieva Sabanadzovic solo davanti a Marchegiani. Un gol facile per lo jugoslavo campione d'Europa conia Stella Rossa. Poi più nulla. E speriamo che quell'unica disattenzione non pesi sul destino dei granata in Coppa. |
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