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San Siro |
08/12/1991 |
h.14.30 |
MILAN - TORINO 2-0 (1-0) Milan: Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Evani (al 46' Donadoni), Ancelotti, Van Basten, Gullit, Massaro (al 58' Cornacchini). A disposizione: Antonioli, Gambaro, Fuser. All.: Capello. Torino: Marchegiani (al 46' Di Fusco), Annoni, Cois, Fusi, Benedetti, Cravero, scifo, Lentini, Bresciani, Martin Vazquez, Venturin. A disposizione: Sottil, Casagrande, Ferina. All.: Mondonico. Arbitro: D'Elia di Salerno. Reti: Gullit 18', Massaro 47'. Spettatori: 70.452 di cui 60.068 abbonati e 10.384 paganti per un incasso cmoplessivo di 1.943.970.000 lire. Note: Pomeriggio polare, terreno in buone condizioni, ammonito Fusi per gioco scorretto, calci d'angolo 6-4 per il Milan. Cronaca [Tratto da La Stampa del 9 dicembre 1991] E' augurabile che il Torino avesse il pensiero già rivolto alla Coppa Uefa, all'impegno di mercoledì con i greci, altrimenti sarebbe difficile da giustificare questa sconfitta col Milan. D'accordo, con la capolista può perdere chiunque, però c'è modo e modo. Anche perché, contrariamente alle attese, non si è visto il Milan "mostruoso" di sette giorni fa, quello del primo tempo con l'Inter tanto per intenderci: diciamo un Milan buono, con sprazzi di calcio ottimo ma senza furore. Tanto è vero che pur notando le incerte condizioni psicofisiche del Torino, accentuate dalle assenze di quattro elementi che contano, qualcuno ipotizzava la possibilità che perdurando l'1 a 0, nella ripresa potesse verificarsi anche il miracolo da parte granata, cioè il riequilibrio della situazione. Macché, quando viene a mancare il centrocampo, quando gli stranieri fanno le belle statuine, c'è poco da sperare: il Torino ha incassato la seconda rete, quasi simile alla prima visto che Massaro (come Gullit) era praticamente indisturbato. Sempre su traversone da una sponda, prima da sinistra, poi da destra. L'unica differenza stava nei portieri: dapprima Marchegiani, poi Di Fusco subentrato al compagno infortunato. Entrambi però senza responsabilità. Anzi, il primo ha avuto il merito di deviare su un palo una bella conclusione di Van Basten; il secondo di respingere un quasi-gol di Gullit. Semmai si dovrebbe discutere a lungo su questo Torino che non segna da ben 607' anche se la risposta l'ha data in modo lampante proprio questa partita: Bresciani continua a manovrare praticamente da solo, c'è uno scollamento fra lui e il centrocampo anche se Lentini ha cercato vanamente un collegamento. Senza l'appoggio di Scifo e Martin Vazquez, senza le invenzioni dei due stranieri, il peso della partita ricade inevitabilmente sui difensori già chiamati a compiti gravosi contro il tandem Gullit-Van Basten, contro gli inserimenti di Tassotti e Massaro. L'ipotetico attacco granata, a sua volta, vive in perfetto isolamento tanto è vero che per vedere Rossi in azione sono stati necessari ben 73' quando cioè Scifo l'ha chiamato al lavoro su calcio di punizione. E' stato quello uno dei rari spunti offensivi del Torino assieme ad una palla filtrante di Lentini, pochi minuti prima dello scadere del 45', che Tassotti è riuscito a deviare nelle braccia del proprio portiere, anticipando così Martin Vazquez. Non sembra poco per una squadra ben che ha ambizioni come il Torino? Privo di avversario, il Milan ha finito per gestire la partita senza neppure faticare, limitandosi a rispondere ogni qualvolta il Torino accennava ad alzare la testa. Con un calcio concreto, ogni tanto effervescente, la capolista ha ripreso a vincere, mantenendo così le distanze su Juventus e Napoli. Affidandosi, non è una novità, al momento magico di Gullit, autore di un gol acrobatico dopo appena 18', e ai soliti preziosismi di Van Basten. Non c'era la solita lucidità attorno ai due olandesi mancando Rijkaard: tanto è vero che Ancelotti, ottimo in fase di contenimento, mancava però negli appoggi mentre Albertini mancava completamente. Evani, a sua volta, lasciava intendere più che altro le sue buone intenzioni al pari di Donadoni che l'ha sostituito nella ripresa. Cosicché il lavoro migliore finivano per organizzarlo Tassotti e Maledirli, per non dire di Baresi e Massaro. E non è un caso che il raddoppio, ad inizio di ripresa, quando i granata tentavano di organizzarsi, sia partito proprio dal piede di Tassotti. Ma contro questo Torino non servivano undici rossoneri, potevano bastarne alI cuni di meno. Anche se Annoni, contro Gullit, ha dato l'anima mentre Cois si è difeso bene contro l'attivissimo Massaro. Per non dire di Benedetti, ritornato in campo dopo una lunga assenza e costretto a controllare quel diavolo di Van Basten. Da sottolineare il lavoro a tuttocampo di Venturin e il solito impegno, puntualmente messo in luce, di Fusi e Cravero ma, ripetiamo, al Torino per tenere testa al Milan occorreva un centrocampo d'acciaio, non d'argilla. |
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