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Zaccheria
01/03/1992
h.15.00
FOGGIA - TORINO 1-1 (0-1)
Foggia
: Rosin, Petrescu, Codispoti, Padalino, Matrecano, Consagra, Rambaudi (al 62' Signori), Shalimov, Baiano, Barone, Kolyvanov. A disposizione: Biolghini, Napoli, Porro, Musumeci. All.: Zeman.
Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fusi, Annoni, Cravero, Scifo, Lentini, Bresciani (al 62' Casagrande), Martin Vazquez, Policano (al 62' Venturin). A disposizione: Di Fusco, Sordo. All.: Mondonico.
Arbitro: Mughetti di Cesena.
Reti: Scifo 43' rig. (T), Kolyvanov 78' (F).
Spettatori: 20.450 di cui 11.870 abbonati per una quota di 336.363.125 lire, e 8.580 paganti per una incasso di 299.824.000 lire, più 550 biglietti omaggio distribuiti dal Foggia, per un totale di 21.000 presenze.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 2 marzo 1992]
E' una grossa bugia che il Natale cada sempre in dicembre. Qualche volta segue calendari insoliti e si propone nelle date più impensate, ad esempio il 10 marzo, che ha coinciso appunto con il Natale del Torino. Il pareggio dei granata a Foggia è stato infatti una piccola strenna fuori stagione che la banda del Mondo ha voluto concedere a una squadra in calo preoccupante di risultati e di condizione. Una boccata di ossigeno di Puglia che è arrivata con il gol del russo Kolyvanov a dodici minuti dalla fine quando già si pensava che il Toro avesse portato a termine la quarta vittoria consecutiva. Ora non sappiamo se il Foggia, che non vince da sette partite, saprà ritrovare lo smalto dei giorni migliori e si salverà dalla rincorsa di chi l'insegue. Però ricordi questa domenica di caritatevole dabbenaggine granata. Parlando di regali non si mette in discussione la legittimità degli episodi determinanti. Anzi, se esiste un minimo dubbio, è sul rigore assegnato per il fallo di Petrescu su Martin Vazquez: l'intervento è indiscutibile (e a noi è parso un rigore netto), ma è stato commesso così vicino alla linea dell'area che l'arbitro avrebbe anche potuto concedere una punizione dal limite. Sul campo èpiovuto di tutto, pure una bottiglia e una manciata di monete che Bruno ha messo da parte con la saggezza del buon risparmiatore. Potrebbe scapparci la squalifica del campo. Ma il rapporto di un arbitro tanto impreciso e male assistito dai suoi collaboratori va atteso come una lotteria o come le sue decisioni sui fuorigioco: può succedere di tutto. Il punto è che il Torino avrebbe potuto e dovuto chiudere la partita molto prima che Kolyvanov la riaprisse, concedendo ai pugliesi gli ultimi dieci minuti di furore dai quali i granata hanno rischiato di uscire più malconci. Il punto insomma è quello su cui si insiste da tempo: manca al Toro la capacità di sfruttare le occasioni che crea. E quindi i suoi successi rimangono sempre in bilico. Per tutto il primo tempo ai granata è parso di giocare contro i bambini. E perdipiù neppure tanto vispi. Mondonico sapeva che per segnare al Foggia basta mettersi nello stato d'animo di chi a novembre vuol raccogliere le castagne: ci si mette vicino alla pianta, si attende e quelle cadono. La squadra di Zeman una palla-gol non la nega a nessuno. Così il Toro ha avuto la pazienza e l'abilità di provocare gli errori avversari con le triangolazioni profonde che sono il pane di Scifo e Martin Vazquez. Poi però ha lasciato in terra le castagne. Per tre volte dal 12' al 20' i granata si sono trovati in situazioni favorevolissime, sprecandole. Qualche altra volta è scivolato Bresciani scattando nei larghi spazi della difesa rossonera (e il centravanti è stato pure sfortunato su un rimpallo con Rosin). Infine, nella ripresa, nessuno ha imboccato con convinzione le autostrade che si spianavano davanti al portiere foggiano. Insistendo un pochino sarebbe arrivato il raddoppio. Invece il Foggia in evidente riserva di benzina, con Petrescu, Rambaudi e Shalimov irriconoscibili, un Foggia senza corsa e senza pressing, ha potuto rimettersi in carreggiata con l'unico uomo scampato alla crisi di fatica che sconvolge gli uomini di Zeman. Codispoti nell'ultima mezz'ora ha preso a tagliare la fascia sinistra con un'irruenza alla quale Lentini ha contrapposto un fragile velo. Una, due, tre volte, alla fine il terzino foggiano ha azzeccato l'incursione giusta per imbeccare Kolyvanov, il russo numero due, quello che non aveva mai giocato una partita intera. Forse, viste le difficoltà difensive di Lentini, si sarebbe potuto rischiare l'ingresso di Sordo, o spostare Venturin su quel lato. Ma è un discorso a cose fatte. E ora, la Coppa Uefa. Marco Ansaldo Il russo Kolyvanov (nascosto) segna il gol del pareggio foggiano, a 12 minuti dal termine. Per l'attaccante foggiano è la prima rete realizzata in campionato.