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Bentegodi |
11/04/1992 |
h.16.00 |
VERONA - TORINO 1-2 (1-1) Verona: Gregori, Rossi E., Polonia, Prytz (al 46' Calisti),Pin C., Pellegrini I, Fanna, Serena M., Lunini, Stojkovic, Raducioiu. A disposizione: Zaninelli, Icardi, Magrin, Pellegrini II. All.: Corso e Liedholm. Torino: Marchegiani, Bruno, Venturin,. Fusi (al 46' Sordo), Annoni, Cravero (al 78' Mussi), Scifo, Lentini, Bresciani, Martin Vazquez, Policano. A disposizione: Pastine, Benedetti, Vieri. All.: Mondonico. Arbitro: Bazzoli di Merano. Reti: Scifo 31' (T), Raducioiu 44' (V), Lentini 77' (T). Spettatori: 23.590 di cui 13.176 abbonati per una quota partita di 249.931.000 lire e 10.414 paganti per un incasso di 245.455.000 lire. Note: Ammoniti Fanna, Venturin e Lentini. Cronaca [Tratto da La Stampa del 10 aprile 1992] Per fare punti non basta la retorica sul vecchio saggio che torna a far meraviglie in panchina. Ci vuole altro, cioè giocatori da combattimento e un allenatore che li disponga alla ricerca dell'utile e del concreto: ingredienti che non si vedono nel Verona di Liedholm avviato verso la B con lo stile del nobile in bolletta che pretende ancora la carrozza, il Torino prefestivo ha inferto probabilmente la mazzata decisiva ai veneti, come l'aveva assestata una settimana fa alla Juventus. Un Toro Terminator, insomma. Peccato per i granata che la loro capacità di sbattere le porte in faccia agli avversari non li renda altrettanto spietati nel risolvere in fretta e bene le partite. Anche a Verona il gol decisivo è arrivato a 13' dalla fine, su un'invenzione di Vazquez che ha mandato Lentini davanti a Gregori sul filo del fuorigioco. Tuttavia il Toro (avrebbe dovuto trovarsi con un vantaggio così abbondante da considerare chiusa la partita. Invece si stava sull'1-1. La ragione per cui si fanno le pulci ad un successo che per qualche ora mette i granata alla pari con il Napoli al terzo posto è semplice: alle porte c'è il Real e mercoledì sera davanti all'attacco del Toro non si apriranno i cancelli del Paradiso con tanta prodigalità com'è successo ieri. Bisognerà essere così bravi da sfruttare al massimo quel poco che verrà concesso. Certamente il Toro vive un momento splendido. Il primo tempo di Verona ha ricalcato il secondo con la Juve, come se il fluido del derby non si fosse interrotto durante la settimana. E' il sintomo di un benessere mentale, di uno stato di grazia che permette di superare quelle due o tre cose che non vanno: dalle condizioni fisiche di Cravero e di Fusi, formidabili nel resistere agli acciacchi per un tempo, all'inconsistenza di Bresciani, che Mondonico pensava di rilanciare anche in Coppa. Dopo la prestazione di ieri è difficile immaginarsi come faè. Con Bruno e Annoni su Lunini e Raducioiu, con Venturin su Stojkovic, l'Emiliano si è cautelato in difesa e il match è diventato davvero un allenamento per il Real Madrid. Il Toro, come non gli succede spesso in trasferta, ha impostato una partita d'attacco con una pressione costante nella metà campo avversaria, come dovrà fare mercoledì in Coppa. Scifo ha sfruttato tutta la libertà che gli concedevano le marcature di Liedholm per ispirare la manovra, con qualche tocco di troppo, però. Cravero si è aggirato spesso a metà campo, in una zona meno rischiosa per la sua gamba malandata. Vazquez, Policano e Arnioni hanno accompagnato l'azione sulle fasce con più determinazione di Lentini, svogliato soprattutto nei rientri (e ammonito, quindi squalificato, come Venturin, per l'incontro di sabato prossimo con la Samp). Insomma il motore granata ha cantato per un tempo, strappando applausi e sbriciolando gol possibili. Un po' ci si è messo d'impegno pure l'arbitro Bazzoli: all'8' non ha visto una spinta di Celeste Pin su Bresciani e all'11' ha chiuso gli occhi su un intervento da rigore di Gregori su Annoni, liberato da un'invenzione di Scifo. In compenso da quel momento Bazzoli ha trovato sempre più convincenti le ragioni del Torino su quelle del Verona: coscienza sporca? L'elenco delle situazioni favorevoli ai granata è un lungo rosario prepasquale, da un tiro di Bresciani parato da Gregori, a una staffilata di Policano su punizione, fino al trittico di Scifo (testa, piede e clamorosa ciccata al volo) che tra il 25' e il 29' ha anticipato il gol, come al solito sofferto. Il Toro ha provato a passare prima a destra, poi a sinistra, sparando missili in area che rimbalzavano su stinchi veneti e ripiombavano tra piedi granata: alla fine con grande finezza intellettuale Policano ha trovato la soluzione giusta, ha calciato una rasoiata delle sue che è finita sul destro di Scifo. Il tiro del belga, dal limite dell'area, si è infilato tra le gambe di Ezio Rossi e inutilmente Gregori ha cercato di trattenerlo. Sull'1-0 si è pensato che fosse finito tutto. Invece Lunini ha inventato al 44' l'azione di forza per il pareggio: Cravero non l'ha contrastato a fondo, Bruno l'ha lasciato sgusciare via e Lunini ha messo in mezzo un pallone che neppure Raducioiu poteva sbagliare di testa. Poi la ripresa, con un Verona più vivace attorno alle stampelle di Fauna e al cuore di Ezio Rossi e Michele Serena. Troppo poco, però, per salvarsi dalla B. |
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