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Comunale di Bergamo
17/05/1992
h.16.30
ATALANTA - TORINO 1-3 (1-1)
Atalanta
: Ferron, Porrini, Boselli, Cornacchia, Bigliardi, Valentini (al 72' Tresoldi), Orlandini (al 74' Pisani), Pasciullo, Caniggia, Perrone, Bainchezi. A disposizione: Ramon, Sottili, Piovannelli L. All.: Giorgi.
Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi (al 77' Benedetti), Sordo, Annoni, Fusi, Scifo, Lentini, Casagrande, Martin Vazquez (al 65' Venturin), Bresciani. A disposizione: Di Fusco, Sinigaglia, Sottil. All.: Mondonico.
Arbitro: Arena di Ercolano.
Reti: Bresciani 31' (T), Scifo 38' (T), Caniggia 61' (A), Bruno 73' (T).
Spettatori: 22.849 di cui 9.199 abbonati per una quota partita di 305.021.000 lire e 13.650 paganti per un incasso di 153.930.000 lire.
Note: Espulso Cornacchia al 49' per aver colpito Lentini con una testata, ammonito Sordo. Al minuto 88' la consueta, pacifica, invasione di campo, ha costretto i giocatori a terminare la gara anzitempo e dirigersi verso gli spogliatoi. In seguito alle segnalazioni dell'altoparlante dello stadio, e con qualche fatica, dopo 13' lo stesso altoparlante decretava l'iumpossibilità da parte dell'arbitro di termninare la partita. Gara irregolare quindi? Pare di no, poiché sul referto l'arbitro ha scritto di aver portato la gara a termine e di averne fischiato l'epilogo regolarmente.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 maggio 1992]
Il Toro ha dato tre schiaffi al passato ed è rientrato ufficialmente in Europa attraverso la porta secondaria, dopo esserne uscito da quella principale, nella sventurata notte di Amsterdam. Ma il 3-1 di ieri ha un significato molto più speciale, poiché gli uomini di Mondonico hanno superato il Napoli al terzo posto in classifica, un privilegio che sarà facile mantenere nalla gara di chiusura al Delle Alpi, contro l'Ascoli. Ed è una prodezza che, come dice spesso Mondonico, vale uno scudetto. I meriti del Torino vanno al di là del 3-1 di ieri, il suo campionato è stato altamente positivo, e contro l'Atalanta si è limitato a usare il cervello per mettere a nudo, talvolta in maniera impietosa, le lacune di un avversario che non aveva peraltro nessuna motivazione se non quella di chiudere la stagione con dignità davanti al pubblico di casa. E tutto ciò nonostante le tossine accumulate mercoledì nella finale di Coppa Uefa. Mondonico merita un elogio speciale: talvolta enigmatico nella sua dialettica spesso fuorviante nei confronti dei giornalisti, il tecnico granata ha costruito un complesso che gioca con furore quando servono l'agonismo e la scioltezza, con intelligenza quando l'ostacolo è agevole o quando la squadra è affaticata. E siccome chi semina bene raccoglie miele, ieri è stato portato in trionfo dai tifosi atalantini, i quali, evidentemente, non hanno dimenticato ciò che di buono Emiliano aveva fatto qui a Bergamo. La partita non ha avuto, storia, come un libro in cui è facile scoprire in anticipo l'epilogo. Al 38' i granata erano già in vantaggio di due reti. Soltanto nel finale si è trasformata in giallo, ma solo perché quando mancavano 2 minuti alla fine, il pubblico ha invaso pacificamente il campo. Tutti negli spogliatoi, di gran fretta, mentre il terreno di gioco era diventato una piazza di paese, con gente stipata ovunque. L'altoparlante ha invitato gli "invasori" a riprendere posto sugli spalti. Trascorrevano tredici minuti e lo speaker, questa volta, annunciava che l'arbitro, nell'impossibilità obiettiva di riprendere la partita, la dichiarava ufficialmente chiusa. Un'interpretazione smentita dal signor Arena, il quale ha dichiarato di aver fischiato, secondo regolamento, al 90'. Un fischio che noi non abbiamo però sentito. Dettaglio che non cambia la sostanza delle cose e di una partita segnata dall'inizio a favore del Toro. Il successo granata porta le firme di Bresciani (con più fortuna avrebbe potuto raddoppiare il bottino, ha infatti colpito un palo), Scifo e Bruno, che ha realizzato il gol della domenica con palleggio delizioso e conclusione degna dei migliori bomber. Da gigante si è comportato Fusi, più lo osservi e più lo scopri grande e ubiquo. Come ottimo il lavoro di sacrificio di Casagrande per consentire alle altre quattro stelle di offendere o costruire. Sono piaciuti anche Sordo, ansioso di mettersi in evidenza, e Mussi nonostante fosse affaticato. Positivo anche Lentini, ma per lui la vita si fa difficile quando ha un angelo custode che gli sacrifica tutto il tempo per limitarne l'azione. L'Atalanta, tranne alcune eccezioni, ha i piedi neri, cioè sporchi, nel senso di poco precisi. Se non ci fossero gli irriducibili Porrini, Boselli, Pasciullo, Perrone e soprattutto Caniggia, che non riceve però sostegno da Bianchezi, l'Atalanta verrebbe subissata da una grandine di gol. E l'espulsione di Cornacchia (49'), decretata per testata a Lentini, ha finito per complicare l'afoso pomeriggio dell'Atalanta.