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Idrottspark
16/09/1992
h.19.00
IFK NORRKOPING - TORINO 1-0 (0-0)
IFK Norrköping
: Eriksson, Vaattovaara, Marovic, Lonn, Lind, Kalen, Anderson (al 71' Hansson), Blohm, Kuznetsov, Rödlund, Hellström. A disposizione: Berlens, Sammerson, Nilsson, Bergort. All.: Aslund.
Torino: Marchegiani, Bruno, Sergio (all'85' Sordo), Fortunato (al 46' Cois), Annoni, Fusi, Mussi, Casagrande, Aguilera, Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Zago, Silenzi. All.: Mondonico.
Arbitro: Mikkelsen (Danimarca).
Reti: Blohm 83'.
Spettatori: 8.600 circa di cui 8.399 paganti.
Note: Serata fresca, presente in tribuna Carlo Ancelotti, osservatore del c.t. Sacchi, all'esordio europeo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 17 settembre 1992]
Sul giornaletto distribuito allo stadio dell'Idrottspark un redattore dal buonumore fanciullesco ha messo il nome del club svedese dopo quello dell'Ajax che detiene il trofeo. Come i bambini quando sognano di sposare la maestra. Il Norrkoeping non vincerà la Uefa, state pur sicuri. Però ha complicato le ambizioni del Toro, che alla Coppa punta sul serio. I granata ieri hanno perso il match di andata per 1-0 e fin qui non c'è molto da stupirsi perché Norrkoeping è terra avara per i nostri club. Non ci ha mai vinto nessuno; Roma e Samp, le ultime a provarci, avevano pure perso, sebbene alla fine gli svedesi non siano mai stati fatali alle nostre squadre. Tutto nella regola, dunque, se non avessimo avuto la sensazione che i granata potevano, anzi dovevano, portare via il pari e presentarsi al ritorno con altra sicurezza. I primi venti minuti e la parte centrale del secondo tempo hanno mostrato infatti scampoli di classe che andavano sfruttati con altra concretezza. Gli svedesi, colpiti all'inizio da triangolazioni rapide fra i tre stranieri di Torino, sembravano ragazzoni piovuti per caso su un campo di calcio. "Non c'è partita", abbiamo pensato in tribuna, poco lontano da un Mondonico piuttosto tranquillo. Invece, senza aver messo a frutto una incantevole superiorità stilistica, i granata hanno permesso che la partita si riaprisse e infine l'hanno persa, per un tiro di Blohm all'82', una gran botta sibilata nell'angolo basso di Marchegiani. L'anno scorso il Toro era arrivato alla semifinale di Madrid prima di perdere un incontro. Stavolta è successo subito. E speriamo che non sia un nefasto presagio. Il match è stato bello, con poche soste, grazie a un arbitro come Mikkelsen. I granata hanno giocato al gatto col topo. Aguilera si è inventato rifinitore al 4', palla non agganciata da Sergio in area. Poi ha dato il via a un'azione conclusa fuori da Scifo. Eccolo il Toro, di leziosità sudamericana, uno spettacolo per gente che da queste parti vede raramente tre passaggi al volo in meno di due metri. Applausi. Ma a quel punto i granata si sono sentiti troppo belli, Scifo ha tenuto testardamente palloni da smistare in fretta. Sergio e Mussi, quasi impalato nel confrontarsi con lo slavo Marovic, non hanno trovato la strada giusta sulle fasce e intanto il Norrkoeping ha preso quota attorno a un centrocampista di eccezionale concretezza, Blohm, e al geniale Rodlund. Proprio Rodlund al 21' è stato anticipato in uscita da Marchegiani e al 25', dopo un liscio di Annoni, si è liberato al tiro: ancora Marchegiani gli ha risposto, di piede, salvando. Che strani affanni per i granata, con Venturin quasi solo a reggere il centrocampo. Al 30' tuttavia Casagrande ha avuto l'occasione buona, su una palla stoppata in area da Kalen: la puntonata è uscita di mezzo metro. Ma il finale del tempo ha portato altri stranguglioni alla difesa poco coperta nella zona centrale da Fortunato, mandato in campo in condizioni più che imperfette. Al 42', nell'azione che ha portato al tiro Marovic (parata in due tempi di Marchegiani), l'ex juventino ha pagato la precarietà della propria salute, infortunandosi al ginocchio. Nella ripresa il Toro è tornato naturale e fluido, si è rivista a tratti la squadra capace di imporre il proprio gioco all'estero. Ma non ha trovato la profondità né i gol. Per quelli bisognerebbe rivolgersi a Casagrande e a Sergio che dal 61' al 69' hanno fallito le occasioni giuste, più grave quella del brasiliano. Poi nel Norrkoeping è entrato uno sconosciuto peperino, certo Hansson, capace di mettere in difficoltà Bruno. Da un suo tocco al centro è venuto il gol di Blohm, che tiene in apprensione il Toro. Se Eriksson non avesse compiuto il miracolo all'ultimo minuto deviando l'incornata di Aguilera, sarebbe stato un discorso chiuso. Ma tra il Toro e i gol non c'è più feeling.