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Artemio Franchi
17/01/1993
h.14.30
FIORENTINA - TORINO 0-0
Fiorentina
: Mareggini, Luppi, Carobbi, Iachini, Faccenda, Pioli, Effenberg, Laudrup, Batistuta, Orlando M., Dell'Oglio. A disposizione: Mannini, Vascotto, Beltramini, D'Anna, Bartolelli. All.: Agroppi.
Torino: Marchegiani, Bruno, Sergio, Fortunato, Aloisi, Fusi, Mussi (al 90' Saralegui), Venturin, Aguilera (al 64' Poggi), Scifo, Silenzi. A disposizione: Di Fusco, Sottil, Della Morte. All.: Mondonico.
Arbitro: Quartuccio di Torre Annunziata.
Reti: -
Spettatori: 34.350 di cui 25.006 abbonati per una quota partita di 913.024.766 lire e 9.344 paganti per un incasso di 370.046.000 lire.
Note: Ammoniti Mussi, Dell'Oglio, Marchegiani, Aloisi, Bruno e Poggi.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 gennaio 1993]
In settimana si è discusso molto di cuore, in senso granata. Ne ha più Mondonico o Agroppi?, questo è l'interrogativo che è rimasto irrisolto. Visto come sono andate lo cose a Firenze, diciamo che invece del cuore si sarebbe dovuto guardare al fegato, quello che né la Fiorentina né il Torino hanno messo in campo per cercare il risultato fino in fondo. Abbiamo visto di peggio, in questo campionato. Ma non molto. Sentiremo discutere di realismo e di umiltà, non di chi spende biglietti da centomila per certi non-spettacoli. Con il dubbio che presto qualcuno non pagherà più per questo calcio. I viola hanno raccolto il primo punto della gestione Agroppi. Dopo Retequattro dell'esordio a Udine, si cambia canale, però da qui a parlare di spettacolo ne corre. La Fiorentina è sembrata conoscere un solo modello tattico, il contropiede, che il Toro le ha concesso in quattro o cinque occasioni, quando ha fallito il proprio tentativo di congelare il gioco con trame ricche di passaggi a centrocampo. Tuttavia tra le cento domande che tempestivamente la rivista della società ha posto al nuovo tecnico per scoprirne i gusti e le inclinazioni, non ne abbiamo trovata una che ci pare importante: Agroppi pensa che si possa fare molta strada così? I tifosi dicono di no. Firenze, piazza ribollente, sbrindellata in mille correnti e malumori, ha già bocciato il dopo Radice. Sono piovuti i fischi, alla fine. Copiosi, gravidi di minacce. Se non cambia il registro tra un mese saremo punto e a capo, con Cecchi Gori jr. in fuga davanti alla platea biscardiana. Chiaro che il Toro, di fronte alla prudenza viola, non abbia esagerato nell'iniziativa. Ha giocato una partita scaltra. Di questi tèmpi un punticino in trasferta può accontentare gli animi granata. Ma se anche il Toro avesse avuto la capacità di insistere in attacco, intuendo la fragilità della difesa viola, probabilmente non se ne sarebbe cavato nulla perché gli mancano gli uomini-gol. Una volta di più si è visto Silenzi disperatamente grezzo nella propria voglia di emergere e Aguilera che non vola. I due non puntano più in porta. Nel primo tempo li abbiamo visti ammassarsi al centro dell'area, su un cross delizioso di Scifo che un normale incrocio, di quelli che si insegnano ai ragazzini delle scuole calcio, avrebbe permesso di sfruttare al meglio. La metamorfosi dell'uruguayano è impressionante. In tutta la partita ha tentato una conclusione, di nuca,.in mischia. Il rèsto è stato un gioco dissennato a disfare l'azione che riusciva a esprimere il centrocampo tennista: gli davano la palla e lui l'appoggiava male, perdendola. Alla fine non lo cercavano più e dopo 64' di vuoto Aguilera si è messo da parte per l'ingresso di Foggi. L'abbiamo visto uscire a testa bassa, senza guardare in faccia Mondonico. L'amore è finito. Il Toro nel complesso ha tenuto di più la palla, ha giocato meglio. Ha sfruttato in questo la buona giornata di Scifo, finché gli ha retto il fiato, e un ritmo lento nel quale le accelerazioni di Sergio sembravano frustate, però concluse malamente. L'occasione più brillante è venuta al 34', su un affondo intelligente di Venturin e lo sfarfallamento di Mareggini, non sfruttato dall'attacco granata. Ma anche le occasioni viola, più numerose, sono sembrate cosi casuali da far pensare che Agroppi non abbia provato un solo schema che non sia il lancio per uomini veloci come Laudrup e Orlando, qualche volta Carobbi o Dell'Oglio. Insomma l'esaltazione dell'iniziativa individuale con la squadra spezzata in due tronconi. Il miglior assist gliel'ha fornito Quartuccio, quando ha punito con una punizione a due, a dieci metri dalla porta, un rinvio di Fusi, raccolto da Marchegiani. E' un modo per tirare avanti. Ma che tristezza. A uomo o a zona che sia.