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Conero
31/01/1993
h.14.30
ANCONA - TORINO 0-1 (0-0)
Ancona
: Nista, Fontana, Lorenzini, Pecoraro, Mazzarano, Glonek, Vecchiola (al 71' Caccia), Gadda, Agostini, Detari (al 62' Zarate), Sogliano. A disposizione: Micillo, Bruniera, Lupo. All.: Guerini.
Torino: Marchegiani, Bruno (al 57' Aloisi), Sergio, Fortunato, Annoni, Fusi, Sordo (al 62' Venturin), Casagrande, Poggi, Scifo, Mussi. A disposizione: Di Fusco, Saralegui, Silenzi. All.: Mondonico.
Arbitro: Boggi di Salerno.
Reti: Poggi 67'.
Spettatori: 11.070 di cui 5.455 abbonati e 5.615 paganti.
Note: Ammoniti Mazzarano e Sogliano.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 1febbraio 1993]
Una prodezza balistica di Paolo Poggi, talento veneziano di ventidue anni, nazionale militare, coraggiosamente preferito da Emiliano Mondonico a Pato Aguilera, acciaccato e fuori forma, ha dato al Torino una vittoria attesa quasi tre mesi. Due punti importantissimi che si aggiungono al prezioso 2-2 in Coppa Italia con la Lazio e restituiscono fiducia e morale a una squadra scossa dalla crisi societaria. Il Torino ne aveva bisogno per sbloccarsi. Quel Torino che, all'inizio di stagione, in piena contestazione al presidente Borsano, aveva infilato una serie positiva sino allo sfortunato derby, sembrava essersi dissolto. Infortuni, squalifiche, cali di condizione ma soprattutto un crollo morale, impedivano ai granata di ritrovarsi. Ed era dal lontano 8 novembre, sempre a Roma con la Lazio, che avevano smarrito la strada del successo. Quattro pareggi e quattro sconfitte il bilancio in campionato, dopo aver assaporato l'ebbrezza del secondo posto. L'ultimo gol su azione l'aveva firmato Aguilera all'Olimpico e solo domenica scorsa con l'Inter, su autorete propiziata da un tiro di Scifo, erano usciti dal tunnel ma avevano perso, sia pure immeritatamente. Ad Ancona, come già in Coppa Italia, il Torino ha voltato pagina e la sorte ha deciso di sorridere a Poggi, un giovane che per la prima volta veniva schierato titolare, dopo alcuni spezzoni. La naia gli ha impedito spesso di allenarsi a dovere ed è per questa ragione che Mondonico tardava a promuoverlo, pur riconoscendo le sue qualità. Ad Ancona sono stati premiati entrambi. L'allenatore per aver osato impiegarlo in partenza, lasciando Aguilera in tribuna, e l'attaccante con il suo primo gol in Serie A, il primo ufficiale con la maglia torinista. Con un gran sinistro, sferrato con rabbia e sapienza da una trentina di metri, ha sbloccato al 67' una partita che aveva visto i granata in difficoltà per quasi mezz'ora. La fatica di giovedì scorso all'Olimpico e l'impiego di un paio di elementi convalescenti da infortuni, come Casagrande e Sordo, costringeva il Torino a subire il maggior dinamismo dell'Ancona. I pali salvavano due volte Marchegiani dalle conclusioni di Agostini e Detari e il portiere effettuava almeno tre interventi importanti. Poi l'Ancona si afflosciava misteriosamente. Spariva di scena Detari, braccato dall'implacabile Arnioni, e veniva fuori l'esperienza e la superiore organizzazione tattica del Torino che sfruttava la fascia laterale sinistra con Sergio, ieri tra i migliori in campo, e quella destra con Mussi, per offrire a Poggi i palloni che hanno cambiato il volto del match. In altre partite, il Torino aveva offerto un gioco più brillante raccogliendo meno di quanto seminato. Ieri è stato concreto. Anche Scifo si è messo al servizio dei compagni badando al sodo e Casagrande, pur avendo una caviglia in disordine, ha stretto i denti per creare varchi a Poggi, l'elemento che, per estro e fantasia, poteva inventare il colpo decisivo. L'arma in più dei granata è stata l'umiltà, unita alla pazienza di saper aspettare che l'Ancona esaurisse la sua carica agonistica. I rientri di Bruno e Sergio hanno restituito alla difesa i suoi connotati più veri e la fiducia agli altri reparti. E con Sordo sulla destra e Mussi tuttofare, Fortunato ha potuto dedicarsi con maggior profitto e tranquillità al suo compito di perno. Guerini, a fine gara, ha tuonato contro quegli elementi che non onorano la maglia dell'Ancona. Non ha fatto nomi ma l'allusione a Detari, sostituito dopo un'ora con il capellone ''Raton'' Zarate, era lampante. Il rendimento del lunatico asso ungherese condiziona l'Ancona. Comunque non è stato il solo a defilarsi. Lo stesso Agostini aveva avuto un solo guizzo degno della sua fama di ''condor''.