Friuli

21/03/1993

h.15.30

UDINESE - TORINO 1-0 (1-0) Udinese: Di Sarno, Pellegrini III (al 66' Czachowski), Orlando, Sensini, Calori, Desideri, Mattei (al 50' Pierini), Rossitto, Balbo, Dell'Anno, Branca. A disposizione: Di Leo, Mariotto, Marronaro. All.: Bigon. Torino: Marchegiani, Bruno, Sottil (al 46' Poggi), Fortunato, Annoni, Cois, Sordo, Casagrande, Aguilera (al 62' Silenzi), Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Zago, Della Morte. All.: Mondonico. Arbitro: Chiesa di Milano. Reti: Sensini 35'. Spettatori: 18.087 di cui 11.814 abbonati per una quota partita di 370.320.000 lire e 6.273 paganti per un incasso di 194.580.000 lire. Note: Ammoniti Sordo, Rossitto e Kozminski. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 marzo 1993] La legge del ''Friuli'' (l'Udinese ha ottenuto nel proprio stadio 19 dei 22 punti che ha in classifica) vale anche per il Torino (fermato dopo 4 vittorie e 2 pareggi in campionato, che denuncia la seconda sconfitta esterna stagionale). La squadra di Mondonico è protagonista di una delle prove più sconcertanti. Passa dall'incredibile balbuzie del primo tempo a un vigoroso recupero di forze e di lucidità nel secondo. Da una partita a due fisionomie sfacciatamente contraddittorie, nasce però un solo gol, e porta la sigla di Sensini. Dalla reazione, talvolta rabbiosa e spesso ossessiva, non nasce però la rete che avrebbe premiato i meriti, peraltro tardivi, dei granata. La bilancia potrebbe emettere un verdetto diverso, ma il calcio non è come la boxe, contano i gol e non i punti. E il Toro paga quei primi 45 minuti davvero scellerati. Fra un tempo e l'altro non è possibile capire perché il collettivo di Mondonico, al di là delle stonature tattiche e di un alcune di individualità (Annoni, Fortunato, Venturin) si muovesse sul campo come una pattuglia di fantasmi privi di pensieri, di energie e di capacità reattive. Prende corpo, in tribuna, un interrogativo strava- gante: che Mondonico alla vigilia avesse ragione nel temere che la partenza di Moggi potesse creare limitanti turbamenti? Ma in campo non si deve pensare a giocare? Comunque Mondonico, annusando l'aria che tirava nello spogliatoio, sabato si era appellato alla professionalità dei suoi dipendenti. E quella virtù così importante è tornata a scorrere nel sangue del Toro nella ripresa. C'è comunque un secondo elemento a coniare una medaglia a due facce, i cambiamenti operati dal tecnico granata: fuori Sottil, in difficoltà su Branca, arretramento di Sordo nel ruolo di libero (bravissimo), slittamento di Annoni su Branca e avanzamento di Fortunato a centrocampo. Ed è proprio l'ex juventino a far girare la squadra, a darle respiro. E Poggi è più incisivo dell'impalpabile Aguilera. Ma cresce Scifo, si vede di più Venturin e palloni interessanti vengono sospinti perfino da Annoni e da Bruno. Che succede all'Udinese? Nel primo tempo ha la situazione in pugno con Dell'Anno e Sensini (il primo colpisce una traversava, l'argentino segna di testa al 37'), va vicino al raddoppio con un auto-palo di Venturin, mette con facilità il guinzaglio sia ad Aguilera sia a Casagrande, non si preoccupa più di tanto se Balbo non è in giornata d'ispirazione come lo è Branca. Con questo Toro non occorre tirar fuori altre banderillas (Marchegiani salva su Balbo, 40', una situazione alquanto scabrosa). Ma il calcio è lunatico, come una donna innamorata. E la metamorfosi torinista è sorprendente. Il campo diventa territorio granata, l'Udinese non riesce più a gestire un solo pallone, le scappa fra i piedi come una saponetta, che invece è controllata bene da Fortunato (è la bussola della squadra), da Venturin (che lavoraccio in due tempi!), da Annoni che ridimensiona Branca, da Scifo che cresce e cancella un po' l'assenteismo precedente e che al 65' colpisce l'incrocio dei pali. Poggi si fa subito vedere con un paio di stilettate senza fortuna. E lievita Sordo, che tira fuori tutta la personalità di cui dispone. Casagrande si batte ma senza risultati concreti, Silenzi (entra al 62' al posto di Pato) almeno impegna Di Sarno (92') con un sinistro a mezz'aria. Però, i tentativi del Torino finiscono quasi sempre nell'imbuto, dove Pierini, Calori e Desideri spazzano via tutto senza tanti complimenti.