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Marassi |
06/03/1994 |
h.15.00 |
SAMPDORIA - TORINO 1-0 (1-0) Sampdoria: Pagliuca, Mannini, Serena, Gullit, Vierchowood, Sacchetti, Lombardo, Invernizzi, Platt (al 90' Salsano), Mancini, Evani. A disposizione: Nuciari, Dall'Igna, Katanec, Bellucci. All.: Eriksson. Torino: Galli, Annoni, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sinigaglia (al 75' Sesia), Francescoli, Poggi, Carbone (al 57' Jarni), Venturin. A disposizione: Pastine, Delli Carri, Sergio. All.: Mondonico. Arbitro: Quartuccio di Torre Annunziata. Reti: Gullit 13'. Spettatori: 28.366 di cui 23.144 abbonati e 5.222 paganti. Note: Ammoniti Francescoli, Sacchetti e Cois. Cronaca [Tratto da La Stampa del 7 marzo 1994] In un campionato che il Milan rende sempre più agonizzante, solo la Sampdoria di Ruud Gullit tiene accesa la fiammella tricolore, ma lontana sei lunghezze dal Diavolo. E domenica dovrà fargli visita a San Siro in quella che potrebbe essere davvero l'ultima spiaggia per una squadra che ieri, pur avendo costruito più occasioni, ha rischiato di pareggiare contro un Torino orfano, in extremis, dell'indisposto Silenzi. I granata non ci hanno creduto abbastanza nella rimonta e così la Sampdoria ha vissuto di rendita sul bellissimo gol di Gullit, propiziato da Mancini e da un ''cadeau'' di Fusi, dopo appena tredici minuti. Mussi con un provvidenziale salvataggio sulla linea su incornata di Lombardo e Galli, con tre grosse parate su Invernizzi, Gullit e Platt, hanno evitato una goleada, ma Venturin e Fortunato hanno mancato, nel finale, due nitide occasioni. L'1-1 sarebbe stato un risultato beffardo per la Sampdoria, ma avrebbe premiato un Torino meno timido e più determinato di quello visto nel primo tempo. Un Torino in stato confusionale, con poche idee e senza mordente. Evidentemente la squadra di Mondonico non riesce più a lasciare del tutto negli spogliatoi la grave crisi societaria. E se persino Fusi commette errori madornali vuol dire che il problema è serio. Come pretendere che dei calciatori senza stipendio da due mesi e, soprattutto, senza certezze sul loro futuro abbiano la mente fredda e giochino tranquilli? Persino Mondonico ha ammesso che la squadra, oltre ad accusare la stanchezza fisica per la serie di cinque partite in due settimane, non riesce più a mascherare il suo stato d'animo e a dissociare lo spettro del fallimento dal fatto tecnico e agonistico. Ciononostante la professionalità e l'attaccamento alla maglia non vengono meno e lo dimostra l'impegno profuso nel secondo tempo che ha messo in affanno la Sampdoria costretta a difendersi e a replicare, sempre pericolosamente, in contropiede sfruttando il tasso di classe superiore del trio Gullit, Mancini e Lombardo, con la collaborazione di Platt e Invernizzi. Elementi che ormai si trovano a occhi chiusi e sono ben protetti alle spalle dall'organizzazione all'italiana, di taglio moderno, che Sven Goran Eriksson ha saputo impostare con realismo tattico adatto alle caratteristiche dei suoi uomini. E non è un caso che i blucerchiati siano ormai gli unici ad interpretare il ruolo, si fa per dire, di anti-Milan. Tranne la Sampdoria, tutte le altre grandi debbono recitare il "mea culpa" per non essere state neppure capaci di disturbare la corsa solitaria dei rossoneri. Sotto di un gol, il Torino ha dovuto pedalare in salita. Con Poggi stretto nella morsa Sacchetti-Mannini e senza Silenzi a fare da apripista per Carbone e Francescoli, seguiti da mastini come Vierchowod e Invernizzi, era difficile avvicinarsi a Pagliuca. Con Sinigaglia a destra, preferito a Jarni e Sergio per bloccare le avanzate di Serena, e con Cois su Lobardo, è toccato a Fortunato a Venturin sostenere il peso di un centrocampo in sofferenza. E il ''tridente'' non riusciva a pungere. Con gli innesti di Jarni per Carbone (57') e poi di Sesia per Sinigaglia (74') il Torino ha acquistato più incisività, sfruttando le corsie laterali. C'è stato anche un sospetto intervento sulla linea dell'area di Lombardo ai danni di Jarni, ma bastava un pizzico di calma nelle rifiniture e di precisione nelle conclusioni di Venturin e Fortunato per strappare un punto d'oro. Era scritto che Gullit, dopo la doppietta dell'andata, dovesse firmare anche il ko del ritorno. |
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