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Via del Mare
02/04/1994
h.16.00
LECCE - TORINO 1-2 (1-2)
Lecce
: Gatta, Biondo, Altobelli (al 46' Olive), Trinchera (all'82' Gumprecht), Ceramicola, Melchiori, Gazzani, Gerson, Russo, Notaristefano, Baldieri. A disposizione: Torchia, Padalino, Cazzella. All.: Marchesi.
Torino: Galli, Annoni, Jarni, Fortunato, Gregucci, Fusi, Sordo, Francescoli (al 69' Sergio), Silenzi, Carbone (all'89' Sesia), Venturin. A disposizione: Pastine, Sottil, Poggi. All.: Mondonico.
Arbitro: Pellegrino di Barcellona Pozzi di Gotto.
Reti: Venturin 15' (T), Silenzi 27' rig (T), Baldieri 40' (L).
Spettatori: 6.650, di cui 5.750 abbonati e 900 paganti.
Note: Ammoniti Gazzani, Notaristefano e Sordo. Galli ha parato un rigore a Baldieri al 90'.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 aprile 1994]
Nello stadio "Via del Mare" che lo vide umiliato due volte in azzurro, il 25 settembre '85, in un'amichevole clamorosamente persa 2-1 dall'Italia campione del mondo contro la Norvegia Carneade, Giovanni Galli ha parato, all'ultimo minuto, un rigore a Paolo Baldieri. La prodezza del "vecchio" portiere, che il prossimo 29 aprile compirà 36 anni, può significare l'Europa per il Torino. Pareggiare a Lecce sarebbe stato il probabile addio alle speranze di qualificazione alla Coppa Uefa '94-95. Ora, invece, il Torino ha due punti di vantaggio sul Napoli, tre sul Foggia, quattro su Inter, Genoa, Roma e Cremonese, e sabato, nell'anticipo con il Milan al Delle Alpi, potrà giocare con maggiore tranquillità e muovere ancora la classifica. Proprio come desiderava Mondonico. L'unico suo timore era che i granata, anche inconsciamente, sottovalutassero il Lecce, già matematicamente retrocesso e psicologicamente tranquillo. Nella prima mezz'ora, il Torino ha rispettato alla lettera le disposizioni di Mondonico, capitalizzando, con il bel gol di Venturin e il rigore trasformato da Silenzi, la netta superiorità tecnica sui pugliesi. Poi si è "seduto" un po' troppo sul doppio vantaggio. Il Lecce ha sfoderato l'orgoglio ed ha trovato in Baldieri l'uomo che ha messo in crisi Annoni creando grossi problemi all'intero pacchetto difensivo. La convinzione di avere ormai il successo in pugno stemperava la grinta dei granata e un fastidioso scirocco contrario frenando palleggiatori come Carbone e Francescoli, i lanci in profondità di Venturin, fondamentali per il contropiede, e toglievano precisione ai cross di Jarni e Sordo. Il vento disturbava non poco anche i rinvii di piede e di testa. Il Lecce non ci stava a perdere e, ispirato da Notaristefano e tatticamente aggiustato dallo spostamento di Gazzani su Francescoli con Trinchera su Jarni, aumentava ritmo e impegno: Baldieri riduceva le distanze al 40' e, in extremis, si procurava il rigore che poteva significare il pareggio ma, dal dischetto, non riusciva a battere Galli per la seconda volta. Già prima dei fallo di Gregucci, il Lecce aveva reclamato due penalties, ma per Pellegrino gli interventi sospetti di Annoni e Sergio su Baldieri erano regolari. Se Baldieri avesse firmato il 2-2, regalando un punto prezioso a Marchesi per evitare che il Lecce, fermo a quota 11, batta il record negativo assoluto per la Serie A (14), il Torino avrebbe dovuto recitare il mea culpa, per aver fallito il possibile 3-1 con Carbone (44'). Dopo il tiro a colpo sicuro di Maradonino, respinto da Melchiori quasi sulla linea, i giallorossi sfioravano il pareggio con una giravolta di Russo, deviata in angolo da Gregucci. Nella ripresa assumevano con più continuità l'iniziativa a centrocampo e, con Baldieri, impegnavano Galli in una difficile parata. Un'uscita un po' avventata di Galli, tradito dal vento, procurava a Gerson un'altra occasione: Annoni di testa si sostituiva al portiere. Era un Torino in affanno con Silenzi, Francescoli e Carbone che non affondavano più i colpi; con Venturin, Sordo e Fortunato che filtravano meno; con Jarni che accusava la fatica e Annoni sempre più a disagio su Baldieri. Le distanze si allungavano e il Lecce cresceva. Mondonico cercava di porre rimedio con l'innesto di Sergio per Francescoli, ma il Lecce non mollava. E la fortuna dava finalmente una mano (quella di Galli che respingeva la massima punizione di Baldieri) al Torino che coglieva la terza, preziosissima vittoria esterna.