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Zini
17/04/1994
h.16.00
CREMONESE - TORINO 1-1 (1-1)
Cremonese
: Turci, Gualco (al 75' Montorfano), Lucarelli, Giandebiaggi, Pedroni, Verdelli, Cristiani (al 64' Ferraroni), Nicolini, Dezotti, Maspero, Tentoni. A disposizione: Mannini, Castagna, Florijancic. All: Simoni.
Torino: Galli, Annoni, Jarni, Sergio, Gregucci (all'84' Sottil), Fusi (al 46' Sinigaglia), Sordo, Fortunato, Silenzi, Francescoli, Venturin. A disposizione: Pastine, Sesia, Poggi. All.: Mondonico.
Arbitro: Stafoggia di Pesaro.
Reti: Sordo 9' (T), Maspero 15' (C).
Spettatori: 5.958 di cui 3.109 abbonati per una quota partita di 130.650.000 lire e 2.849 paganti per un incasso di 73.030.000 lie.
Note: Ammonito Gregucci.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 aprile 1994]
''Il pareggio ci piace un Mondo'', scrive con intuito ironico e preveggente un periodico distribuito allo stadio prima della partita. Ed ecco servito un 1-1 che è parto tanto annunciato quanto indolore. Il risultato nasce infatti dal ventre di due necessità diverse ma altrettanto impellenti: la Cremonese compie l'ennesimo passo avanti verso la salvezza, il Torino resta in piena corsa verso l'Europa. Dunque, come nelle favole a lieto fine, tutti (Simoni e Mondonico in testa) vissero felici e contenti. A questa comune necessità di non farsi del male e spartirsi la posta si aggiunge un dato supplementare: a fine campionato, sono poche le squadre che dispongono della stessa lucidità o dello stesso fondo o delle medesime energie che per solito abbondano in avvio o a metà stagione. La partita che viene servita ai 5000 spettatori non è ovviamente una danza da discoteca, ma neppure uno svago da sala da ballo Anni 60. Negli avvenimenti c'è sempre una via di mezzo. Ed ecco una gara corretta, gradevole, perché a Cremonese e Toro piace il bel gioco, lo schema che corre fluido come miele su un crostino, e le geometrie sempre rispettate. E non mancano i brividi che generalmente latitano in partite segnate dalle esigenze di fine campionato. Tanto che Galli è stato obbligato ad aprire le ali quando Dezotti (una delle poche cose concrete fatte vedere dall'argentino) cerca l'angolo alto alla sua sinistra. Galli si ripete (stavolta a terra) su tentativo di Nicolini. I due gol arrivano quasi subito, aprono e chiudono i conti. Il primo si registra al 10', con Sordo (uno dei migliori) a deviare di testa un suggerimento lungo di Jarni; il secondo, quello del pari, sei minuti dopo, ed è un'autorete di Venturin che, del tutto involontariamente, mette lo zampino su una conclusione di Maspero. A quel punto (1-1), non c'è un'anima sugli spalti che nutra dubbi su un epilogo diverso. Lo suggeriscono la logica degli interessi comuni e una sequela di risultati che il tabellone luminoso esibisce per aggiornare i giocatori. Piuttosto, ci si chiede che cosa sarebbe successo se Francescoli non si fosse pappato una opportunità prelibatissima (18'), se Stafoggia avesse assegnato un penalty al Torino (29' Venturin fermato da Giandebiaggi) e se avesse fatto altrettanto (63') quando Tentoni è andato a terra sotto la pressione alle spalle di Annoni. E, infine, se Tentoni stesso (27') invece che centrare il palo avesse spedito il pallone a bersaglio. Ma siccome con i ''se''nessuno ha mai fatto la storia del calcio restiamo al pari, giusto e di tanto in tanto pure divertente. Il non esasperato agonismo (solo Gregucci ammonito) agevola il compito di Stafoggia che forse sbaglia in una valutazione sui due rigori non concessi, ma che per il resto dirige tran quillo. Nel Toro, detto dei due interventi di Galli e della bella prova di Gregucci, merita elogi Fortunato che, come i vini buoni, con il trascorrere del tempo si fa sempre più prezioso. E' lui, con Sordo (bravo sia come centrocampista sia da libero quando esce Fusi) e Venturin, a dirigere le operazioni e a far girare la palla. Ai lati, discreto lavoro di Sergio e Jarni. Le note basse vengono dagli strumenti suonati da Francescoli (solo qualche delizia) e di Silenzi, appesantito e lontano anni luce dal periodo d'oro. La Cremonese spara le cartucce che ha, deve fare anch'essa i conti con le fatiche della stagione. Presenta un concentratissimo Giandebiaggi, una sanguisuga che muore dove si attacca, Gualco che lascia solo briciole a Silenzi, Nicolini che macina chilometri passando quasi inosservato, e Maspero, che al talento non accoppia continuità. Cristiani lavora molto, Tentoni gioca solo palle sporche, Lucarelli crossa (anche fuori misura) a ripetizione. Sui collettivi che dire a questo punto dell'anno? Basta, e avanza, ciò che hanno fatto durante la stagione intera.