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Zaccheria
12/10/1994
h.20.30
FOGGIA - TORINO 3-0 (2-0)
Foggia
: Mancini, Bucaro, Bianchini, Nicoli (al 90' Caini), Di Biagio, Parisi, Bresciani, Bressan, Biagioni, De Vincenzo, Marazzina (al 46' Sciacca). A disposizione: Brunner, Di Bari, Amoruso. All.: Catuzzi.
Torino: Pastine, Sinigaglia, Sogliano, (al 72' Bonetti), Falcone (al 46' Cristallini), Torrisi, Maltagliati, Luiso, Scienza, Silenzi, Abedì Pelé, Pessotto. A disposizione: Simoni, Zago, Tosto. All.: Sonetti.
Arbitro: Cinciripini di Ascoli.
Reti: Di Biagio 32', Bresciani 35', Biagioni 80'.
Spettatori: 11.979 paganti per un incasso di lire 159.930.000.
Note: Angoli 10-4 per il Toro, ammoniti Biagioni, Sciacca, Bresciani, Di Biagio, Sinigaglia, Sogliano e Cristallini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 ottobre 1994]
I miracoli, nel calcio, non si ripetono ed il Torino, sul campo dove aveva vinto 2-0 in campionato con una doppietta di Rizzitelli, ha incassato tre gol ed ha un piede fuori dalla Coppa Italia: anche se c'è il ritorno al Delle Alpi a lasciare un piccolo spiraglio per un'impresa che, francamente, appare disperata. Zemanlandia era un'altra cosa, ma il Foggia di Catuzzi, pur soffrendo contro squadre che lo aggrediscono, sa colpire al momento giusto. Ha fatto tesoro della lezione impartitagli dal Torino e ieri sera ha subito per mezz'ora la sterile superiorità dei granata, poi ha piazzato un micidiale uno-due, nel giro di un paio di minuti. Rocambolesco il gol che sbloccava il risultato al 33': Pastine respingeva di piede una violenta punizione da 25 metri di Di Biagio; dalla destra Bresciani crossava sotto porta, il pallone schiacciato di testa da De Vincenzo colpiva lo stinco di Di Biagio e rotolava in rete. Il Torino appariva come tramortito e incassava il raddoppio al 35': su cross di Nicoli, Bresciani con la nuca beffava Pastine. Prima di trovarsi sotto di due reti, il Torino aveva messo in crisi il Foggia anche senza Rizzitelli e Angioma, sostituiti da Luiso e Sinigaglia. Con una condotta offensiva a tutto campo, come predica Sonetti, i granata avevano costretto i pugliesi a difendersi, snaturando le loro caratteristiche ancorate alla filosofia di Zeman. Il Foggia, privo di Kolivanov, Padalino, Mandelli e Cappellini, appariva preoccupato di non esporsi al contropiede che, poco più di due settimane fa, era stata l'arma vincente di un Torino in dieci contro undici. C'era anche una certa animosità che Cinciripini, ammonendo al momento giusto, teneva sotto controllo. L'unica grossa palla-gol, propiziata da un bell'assist di Pelè, capitava sul sinistro di Silenzi al 23': Pennellone tentava un pallonetto. Mira sbagliata. Rispetto ad un anno fa, quando segnava a ripetizione, Silenzi dà spesso le spalle alla porta, non viene messo in condizione di tirare in corsa o di ricevere cross dal fondo. Fa molto movimento, a volte arretra anche in difesa, ma ha bisogno di Pelè lo cerchi con maggior insistenza. Quando sarà in piena forma, Silenzi si sottrarrà più facilmente a marcamenti asfissianti. Il Torino di Sonetti, come quello di Rampanti, non ha le caratteristiche per difendersi, non sa speculare e, per il gusto di attaccare deve spendere preziose energie: se non concretizza il volume di gioco che produce, rischia di andare in debito di ossigeno quando gli avversari affondano i colpi. Proprio come è successo allo Zaccheria. In avvio di ripresa, Sonetti inseriva Cristallini per Falcone e Catuzzi sostituiva Marazzina con Sciacca. Era sempre il Torino padrone del campo e Luiso invocava un rigore per una spinta in area ma Cinciripini era di altro avviso. E al 57' sempre Luiso sfiorava il gol con un destro, deviato da un difensore, di poco a lato. Poi ci provava Pelè con un sinistro da lontano. Sonetti gettava in mischia anche Bonetti per Sogliano, ma la mossa non sortiva alcun effetto. Bonetti, che non è certo felice di stare in panchina, appariva nervoso (per una gomitata a Bresciani ha rischiato l'espulsione). E il Foggia andava ancora a bersaglio su azione di Bresciani conclusa con un gran destro di Biagioni all'incrocio dei pali.