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Sant'Elia
30/10/1994
h.14.30
CAGLIARI - TORINO 1-0 (1-0)
Cagliari
: Fiori, Herrera, Pusceddu, Bellucci, Napoli, Firicano, Bisoli, Berretta (al 66' Pancaro), Dely Valdes, Lantignotti (all'84' Villa), Oliveira. A disposizione: Di Bitonto, Allegri, Bitetti. All.: Tabarez.
Torino: Pastine, Sogliano (al 46' Osio), Pessotto, Falcone (al 70' Caricola), Torrisi, Maltagliati, Rizzitelli, Scienza, Silenzi, Bonetti, Cristallini. A disposizione: Simoni, Sinigaglia, Bernardini. All.: Sonetti.
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Reti: Dely Valdes 3'.
Spettatori: 18.763 di cui 7.909 abbonati per una quota partita di 95.202.942 lire e 10.854 paganti per un incasso di 62.033.000 lire.
Note: Ammoniti Beretta, Napoli, Herrera, Pancaro e Bonetti; calci d'angolo 6-2 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 31 ottobre 1994]
Tre minuti sono bastati al Cagliari per mettere al sicuro un successo importante, il quinto risultato utile consecutivo. Era la festa di San Saturnino, il patrono della città, e il Cagliari non poteva fallire l'appuntamento con la vittoria. Il terzo gol di Dely Valdes vale tre punti pesanti: consente ai sardi di sorpassare, oltre ai granata, addirittura il Milan e di agganciare la Sampdoria. In quei primi tre minuti il Torino ha compromesso la sua partita e non è più riuscito a raddrizzarla pur avendone altri ottantasette a disposizione. Una sconfitta nata da un pasticcio tra Pessotto e Torrisi. Sul colpo di testa indietro di Pessotto verso Torrisi, Oliveira ha capito tutto e si è inserito tra i due servendo, con un tocco felino, Dely Valdes che ha scaricato a rete un destro di controbalzo assolutamente imparabile per Pastine. Poi il Cagliari ha vissuto di rendita ilei quadro di un match che, sul piano tecnico, non ha certo esaltato. Il pubblico, più numeroso rispetto a giovedì scorso in Coppa Italia con il Parma, grazie a prezzi popolari, si è riconciliato solo in parte con il Cagliari, squadra che bada al sodo più che allo spettacolo. E, so avesse i due punti in più che il gol del romanista Balbo ha cancellato domenica scorsa fuori tempo massimo, all'Olimpico la classifica sarebbe da zona Uefa. Un altro errore difensivo pagato a caro prezzo per il Torino. C'era tutto il tempo per rimediare ma la squadra di Sonetti, pur attaccando, non è mai riuscita ad inquadrare la porta avversarla: Fiori non ha effettuato una sola parata. Merito anche dei suoi compagni di reparto che hanno fatto da diga: Herrera ha tamponato le discese di Pessotto (che poi si è occupato di fare altrettanto su Pusceddu) e Lantignotti quelle di Cristallini, Bellucci e Napoli hanno tenuto lontano dalla porta Silenzi e Rizzitelli, e Bisoli ha frenato Scienza. Con Oscar Tabarez in panchina, quella che era la peggior retroguardia del campionato scorso con 12 gol al passivo dopo l'ottava giornata, è tra le migliori e ne ha incassati la metà. L'attacco rossoblu, invece, segna di meno e la spiegazione è di natura tattica: Tabarez non manda la squadra allo sbaraglio. E ieri, dopo il gol della pantera nera panamense, è diventato più facile agire di rimessa. Con il Torino sbilanciato in avanti, ci sono state altre tre occasioni per Oliveira di raddoppiare ma il belga-brasiliano si è visto negare un gol fatto sulla linea da Torrisi ed è stato impreciso nelle altre due. Se al Cagliari manca un rifinitore di classe alle spalle della coppia Valdes-Oliveira, il Torino ha sentito più del temuto l'assenza di Abedì Pelé. Al posto del ghanese, squalificato, c'era Ivano Bonetti il quale ormai si sente più terzino d'attacco o uomo di fascia che mezz'ala. Bonetti ha agito su Belletta, spingendosi in avanti quando la situazione lo consentiva ma nell'area cagliaritana si ò smarrito. L'ingresso di Osio, in avvio di ripresa al posto di Sogliano, è servito a vivacizzare le offensive dei granata ma non ad incidere sul risultato. Nel Parma, in cinque incontri, Osio aveva segnato tre reti ai rossoblu ed era temutissimo, ma è ancora in rodaggio dopo la duplice frattura che gli aveva imposto dieci mesi di stop. Malgrado il confortante rientro di mercoledì in Coppa Italia con il Poggia, Sonetti aveva preferito tenerlo inizialmente in panchina per usarlo nel secondo tempo: lo sceriffo, come lo ha ribattezzato l'allenatore, aveva le colt inceppate ed ha sparato a salve. Come Rizzitelli e Silenzi non hanno trovato varchi per impensierire Fiori e neppure Scienza che ha un tiro forte e preciso dalla distanza è riuscito a piazzare la botta vincente. L'organizzazione tattica ha funzionato ma a rendere imperforabile il Cagliari hanno concorso anche i limiti dell'attacco torinista che con Pelé sarebbe stato meno prevedibile. L'abilità nel dribbling dell'ex perla nera dell'OIympique Marsiglia, la sua capacità di verticalizzare il gioco e il cambio di marcia sono indispensabili al Torino. Pelé rientrerà domenica prossima nel derby, una partita a rischio per il Toro, ma anche l'occasione migliore per un immediato riscatto.