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Euganeo
19/02/1995
h.15.00
PADOVA - TORINO 4-2 (1-1)
Padova
: Bonaiuti, Balleri (al 79' Perrone), Gabrieli, Franceschetti, Cuicchi, Lalas, Kreek, Zoratto, Vlaovic, Longhi, Maniero (al 58' Galderisi). A disposizione: Dal Bianco, Rosa, Nunziata. All.: Sandreani.
Torino: Pastine, Sinigaglia, Lorenzini (al 64' Osio), Torrisi, Pellegrini, Maltagliati, Rizzitelli, Angloma, Silenzi (al 53' Bernardini), Abedì Pelé, Pessotto. A disposizione: Simoni, Mercuri, Marcao. All.: Sonetti.
Arbitro: Ceccarini di Livorno.
Reti: Maniero 11' (P), Abedì Pelé 14' (T), Vlaovic 54', 61' (P), Lalas 76' (P), Rizzitelli 79' (T).
Spettatori: 12.374 di cui 8.390 abbonati e 3.984 paganti.
Note: Nessun ammonito.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 20 febbraio 1995]
Altra stangata fuori le mura (2-4, stavolta!). Il Toro va sotto di un gol, lo impatta con il solito mago Abedì, poi si fa sbattere nella polvere. E la lista si allunga e diventa un buco nero. Il Toro in provincia non ne azzecca una. Sì, le attenuanti ci sono ed è giusto che Sonetti le esibisca in una affettuosa difesa d'ufficio, innanzitutto perché i panni sporchi vanno lavati nello spogliatoio e poi perché l'influenza si è intrufolata da giorni nelle file toriniste come un genio maligno, tagliando le gambe a uomini di rendimento, come Pessotto, ed escludendo ragazzi chiave, come Falcone. A ciò si aggiungano le assenze di Scienza, Cristallini e Sogliano in modo da rendere precaria la situazione generale e specifica, centrocampo soprattutto. Poi, volendo, si può tranquillamente ricordare questa sorta di maleficio, o malocchio, fate voi, che paralizza nervi e muscoli della squadra contro le provinciali. Una squadra che da Toro infuriato (contro le metropolitane) si trasforma in un Torello dal passo domestico, quasi mansueto, che dopo aver consumato un trionfo con la Lazio, due domeniche fa, cambia completamente faccia e si fa matare in modo perfino brutale. Merito del Padova, per carità, guai a sminuirne le virtù, i giovanotti di Sandreani corrono molto, gestiscono il gioco, creano occasioni e le concretizzano pure, e ieri perfino con disinvolta sicurezza (Vlaovic, prima doppietta italiana!). Eppure, non è possibile che nella pattuglia torinista osservata ieri i soli Maltagliati, Rizzitelli, Pelé e il giovane Bernardini (utilizzato dal 9' della ripresa perché Silenzi stava male) abbiano dato la sensazione di affrontare l'impegno come si conviene: con attenzione, concentrazione, cattiveria e tensione giuste. Questo è l'aspetto mentale che più ci ha colpito in negativo. Poi valgono le spiegazioni tecniche. E se l'emergenza costringe l'allenatore a giocare la carta Angloma in mezzo al campo perché non ci sono Cristallini e Scienza e a riproporre Torrisi centrale perché Falcone è febbricitante, se Pessotto (influenzato pure lui nei giorni scorsi) non spinge come al solito e se infine gli esterni vanno poco al cross e sbagliano 8 palloni su 10, si capisce perché la difesa senza idonea tutela finisca per soccombere e l'attacco mastichi a vuoto. Dimenticavamo, nel computo dei debilitati dal virus influenzale c'è pure Silenzi, poco utile e dunque assolutamente innocuo in chiave offensiva. Insomma, i granata si possono appellare a scusanti concrete e precise, però, ripetiamo, non ci convince il modo (mentale) con cui più di un giovanotto va all'approccio (non è la prima volta in provincia) con un test rovente. Non dimenticate che il Padova in casa ha conquistato 19 dei 20 punti che ha. E meritava maggiore attenzione. Sonetti dice spesso che la sua squadra deve prendere coscienza di essere ottava in classifica. Esatto, ma dopo questa presa di coscienza bisogna restare umili e lottare fino in fondo, gara dopo gara, poiché nessuno è disposto a fare regali. La confezione del 4-2? Il Padova va in vantaggio con Maniero (Pastine schiaffeggia la palla quando è dentro?), Pelè rimette in equilibrio tutto. Il Padova gestisce meglio gioco e pallone. Nella ripresa, grazie a Franceschetti e Cuicchi custodisce bene la porta e con la razionalità di Longhi manda spesso in profondità Vlaovic, due volte a bersaglio dopo il palo di Longhi. E Galderisi (25' della ripresa) è in fuorigioco prima di battere a rete (Ceccarini aveva già fischiato). Segna perfino Lalas, il chitarrista dal pizzetto da Nazareno, mentre Osio si addormenta invece di contrastare Balleri. Rizzi-gol addolcisce appena il risultato e Osio va vicino al gol. Ma è l'87'. E' tardi, la frittata è stata servita. E non c'è più modo di porvi rimedio.